Ad un anno dallo scoppio del conflitto, collassano le vendite di vetture nuove e decollano quelle dell¡¯usato di importazione, parallela, mentre i grandi gruppi automobilistici di Pechino sono alle prove generali dell¡¯invasione
Un nuovo medioevo a motore. Le vetture usate provenienti dal mercato interno o importate privatamente dall¡¯estero rappresentano ormai il 75% del totale delle auto vendute in Russia, dato che deve far riflettere seriamente sulla consistenza delle politiche interne di sostegno a quella che era una industria trainante nel Paese, aperta anche a collaborazioni con gruppi stranieri, ma non lo ¨¨ pi¨´. Ad un anno e un giorno dall¡¯invasione dell¡¯Ucraina lo scenario sembra spiegarsi.?
Back to USSR
¡ª ?Viene in mente la celebre canzone dei Beatles per raccontare lo stato di profonda depressione dell¡¯auto in Russia registrato nel 2022, con le vendite di auto crollate del 59% rispetto all'anno precedente, fino a scendere a quota 687.000, con un confronto quasi surreale con le 1.6 milioni di nuove auto commercializzate nel 2021, ma vicino a quanto accadeva dopo la caduta dell¡¯Unione Sovietica, nel 1991. Lo spazio lasciato vuoto ¨¨ stato occupato dal mercato dell¡¯usato di importazione, con alcuni centri di smercio ormai arrivati a una notoriet¨¤ nazionale. ? il caso della citt¨¤ di Vladivostok, cos¨¬ come di San Pietroburgo e la stessa Mosca. Assai significativo il dato sulla provenienza delle vetture di seconda mano, il cui 76% arriva dal Giappone, mentre in seconda posizione al 5,3% c¡¯¨¨ la vicina Bielorussia. Secondo gli analisti, il perdurare della guerra rischia di esaurire anche questo filone, aprendo la strada del mercato russo alle seconde linee della produzione cinese, quella che tecnologicamente non sarebbe cio¨¨ in grado di rispettare i parametri di sicurezza e di contenimento delle emissioni validi nell¡¯Unione Europea. Una bomba tecnologica ed ecologica, ¨¨ il caso di dire, che ha gi¨¤ cominciato a produrre effetti.
campo libero
¡ª ?La ritirata strategica dei gruppi automobilistici europei dalla Russia non ha precedenti per rapidit¨¤ e conseguenze. Volkswagen ha chiuso le sue fabbriche russe e interrotto le importazioni, mentre attraverso il suo marchio Skoda, tradizionalmente forte nell¡¯Est Europa, mantiene una presenza comunque ridimensionata dell¡¯80%. La grande fuga ha coinvolto anche Land Rover, General Motors, Bmw, Mercedes, Stellantis, cos¨¬ come il gruppo Hyundai-Kia. La strada della nazionalizzazione ha invece interessato lo stabilimento Nissan di San Pietroburgo, acquistato dal Cremlino per una cifra simbolica, cos¨¬ come la AvtoVaz, dove il socio di maggioranza Renault ha ceduto il suo 67,69% di partecipazione a Nami, un istituto scientifico russo, per la somma di un rublo. Proprio in quello che era l¡¯impianto Renault di Mosca la Russia ha inscenato la rinascita del marchio automobilistico Moskvich, con un passato sovietico e un futuro prossimo legato al gruppo cinese Jac. Non a caso, la Moskvich 3 ¨¨ una berlina crossover a benzina dall'aspetto muscoloso con cerchi in lega, fari a Led e un ampio display touchscreen centrale, ma soprattutto identica al crossover compatto Jac JS4. L'obiettivo finale del governo ¨¨ quello di produrre 100.000 veicoli Moskvich all'anno, con un orizzonte naturalmente molto ristretto rispetto al bisogno del mercato e dell¡¯occupazione.
Il Cremlino chiama Pechino
¡ª ?Ad oggi, i veicoli cinesi rappresentano oltre il 30% delle vendite sul mercato russo, pi¨´ del triplo della loro quota all'inizio del 2022, con l¡¯obiettivo molto realistico di toccare il 40% entro la fine del 2023. Secondo unanime giudizio di analisti del settore, se la produzione interna dovesse ristagnare, le vendite delle case automobilistiche cinesi potrebbero alla fine rappresentare il 70% del totale. L¡¯esperimento Moskvich rischia di essere replicato presto a Kaliningrad, dove l¡¯impianto che Bmw ha gestito con il partner locale Avtotor per pi¨´ di 20 anni ha gi¨¤ avviato una produzione campione da sottoporre a partner cinesi, tra cui Baic e Dongfeng. Dal canto suo, il gruppo Great Wall Motors sta pianificando un ingresso in massa sul mercato russo, cos¨¬ come il colosso Faw, che addirittura progetta di introdurre la linea di modelli di lusso Honqgi. Al quadro si aggiunge anche l¡¯arrivo ormai dato per molto probabile di Vinfast, proveniente da quel Vietnam legato assieme alla Cina e all¡¯Iran ad un accordo con l'Unione economica eurasiatica tra Bielorussia, Kazakistan, Russia, Armenia e Kirghizistan. Mentre a Bruxelles si discute del bando alle vetture a motore termico in nome della svolta elettrica, questo ¨¨ lo scenario di un nuovo medioevo a motore.
? RIPRODUZIONE RISERVATA