L¡¯intervista
Mercato e coronavirus, nel 2020 tra 1,2 e 1,6 milioni di auto vendute
Da un milione e duecentomila a un milione e seicentomila. Sono le previsioni attuali sulle vendite di automobili in Italia nel 2020. Stime che possono cambiare anche nel giro di poche ore date le conseguenze sull¡¯economia del coronavirus. Lo scorso anno il mercato aveva chiuso con una crescita molto debole dello 0,3% a 1,9 milioni di immatricolazioni. Adesso a fare i due scenari possibili dell¡¯andamento di quest¡¯anno ¨¨ il presidente dell¡¯Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri), Michele Crisci. L¡¯associazione che lui presiede dal 2017 riunisce i costruttori stranieri in Italia che nel complesso rappresentano il 76% del venduto nel nostro Paese. Fatti gli scenari rimane, come detto, la grande incognita su quanto durer¨¤ la crisi innescata dal diffondersi del coronavirus e le relative misure di limitazione agli spostamenti e alle attivit¨¤ per il contenimento del Covid-19.
Michele Crisci qualche giorno fa prevedevate meno di 30 mila unit¨¤ vendute a marzo in Italia, a fronte delle 194 mila del marzo 2019. Ad oggi qual ¨¨ il numero che ¨¨ possibile ipotizzare di immatricolazioni per il mese che si sta concludendo?
¡°Siamo a 27.700 macchine (marted¨¬ 24 marzo, ndr). Si stanno targando 60-70 macchine al giorno ma sono code di vetture che erano gi¨¤ pronte per essere immatricolate. Per questo mese ci aspettiamo circa 165 mila macchine in meno rispetto all¡¯anno scorso¡±.
Mai accaduto qualcosa di simile?
¡°Quando ci fu la crisi dei mutui subprime innescata da Lehman Brothers che si trascin¨° poi nella prima parte della seconda decade del millennio fu una serie di eventi che port¨° il mercato a perdere volumi anno dopo anno. Arrivammo anche a perdere un milione e trecentomila unit¨¤. Adesso per¨° il rischio ¨¨ che ci arriviamo in un solo anno, il che porterebbe a degli effetti devastanti sulla catena distributiva¡±.
Che stima ¨¨ possibile fare per il 2020?
¡°Oggi non siamo in grado di fare una previsione puntuale. Siamo per¨° in grado di fare gli scenari: uno ¨¨ il worst case, l¡¯altro ¨¨ il best case. Da un punto di vista matematico la previsione che avevamo fatto alla fine di febbraio, quando era appena iniziato il discorso del coronavirus, che comunque portava con s¨¦ gi¨¤ un -7,34% per i primi due mesi, poggiava su una previsione assolutamente ottimistica. Si immaginava che oltre a questo calo il coronavirus avrebbe potuto portare un¡¯addizionale di circa il 10% da marzo fino alla fine dell¡¯anno. Tutto ci¨° faceva ipotizzare 1,6-1,55 milioni di auto vendute a fine 2020, quindi 350 mila macchine in meno rispetto all¡¯anno scorso. Adesso la situazione ¨¨ cambiata in maniera importante. Di queste 350 mila auto, 165 mila saranno gi¨¤ perse in un mese e probabilmente altrettante saranno perse in aprile. A questo punto bisogna capire cosa succede dopo¡±.
Cosa quindi?
¡°Possiamo essere estremamente rapidi e fortunati nel gestire questa situazione e ricondurla all¡¯interno di termini che ci possono far pensare di riaprire qualcosa gradatamente a maggio o a giugno. Oppure la situazione permane e noi siamo costretti ad andare a cavallo dell¡¯estate. Ripartendo con le operazioni prima dell¡¯estate si potrebbe pensare che quel milione e sei circa sia raggiungibile. Se invece cos¨¬ non dovesse accadere, se ripartissimo a luglio, agosto o addirittura settembre, i dati del mercato finirebbero per precipitare a 1,2 milioni, se non di meno¡±.
Una forbice ampia tra il best e il worst case.
¡°Da un lato dobbiamo essere ottimisti ma dall¡¯altro dobbiamo essere pronti al peggio, dobbiamo essere certi che quanto mettiamo in campo come aiuti per le aziende sia davvero concreto perch¨¦ quello che sta accedendo oggi ¨¨ che le imprese non fatturano pi¨´: semplificando, la parte destra del conto economico ¨¨ zero mentre la parte sinistra continua a essere impegnata con pagamenti e oneri¡±.
Tra le attivit¨¤ che per decreto della presidenza del Consiglio dei ministri possono rimanere aperte ci sono anche le officine di riparazione auto. Sono 11.100 quelle autorizzate che fanno riferimento a Unrae. Chi sta lavorando in questo momento?
¡°Una parte di officine ¨¨ aperta su appuntamento. Laddove ci sono esigenze urgenti l¡¯assistenza deve essere garantita. Non dobbiamo pensare solo alle auto ma anche alle ambulanze o ai trasporti. Si lavora rispettando le distanze. Per¨° ¨¨ una goccia nel mare, in alcune situazioni stiamo andando in crisi di parti di ricambio perch¨¦ i magazzini centrali sono chiusi o lavorano con personale ridotto¡±.
A proposito di componenti, il flusso dalla Cina si sta riattivando?
¡°Assolutamente s¨¬, le fabbriche hanno riaperto. Non sono a regime ma, da questo punto di vista, siamo contenti perch¨¦ i prodotti dalla Cina stanno arrivando¡±.
Il decreto Cura Italia prevede la cassa integrazione in deroga per tutte le aziende. Com¡¯¨¨ la situazione tra gli associati Unrae?
¡°Ad oggi non ho notizie relative a cassa integrazione. Molte aziende sussidiarie stanno lavorando sulle ferie, magari non introducendo aumenti di stipendio, risparmiando su comunicazione e marketing. ? chiaro che se questa situazione perdurer¨¤ bisogner¨¤ ricorrere ad altri strumenti. A livello di rete invece la questione ¨¨ pi¨´ complicata perch¨¦ parliamo di aziende che hanno dei flussi di cassa netti (liquidit¨¤, ndr) debolissimi. I concessionari hanno capitali e fatturati enormi ma margini risicatissimi con un cash flow molto ridotto e vanno considerati per questa peculiarit¨¤, lo abbiamo detto al governo¡±.
Quali altre richieste e proposte avete formulato al governo?
¡°Abbiamo affrontato la discussione su due piani. Il primo riguarda un atteggiamento protettivo nei confronti dell¡¯industry, in questo caso rivolto alla parte distributiva, dalle sussidiarie, alle concessionarie, alle officine perch¨¦ ¨¨ una catena che sembra molto forte ma ¨¨ debole, come dicevo, dal punto di vista del flusso di cassa e della marginalit¨¤. Non voglio essere catastrofico ma tantissime di queste 1.300 aziende (concessionari, ndr) potrebbero rischiare di non vedere il 2021 se il mercato dovesse precipitare. E moltissime delle 160 mila persone impiegate potrebbero perdere il posto di lavoro. L¡¯atteggiamento protettivo serve perch¨¦ quando arriver¨¤ la ripartenza le aziende ci siano ancora, pronte a ricominciare a lavorare. Accanto al tema della protezione abbiamo avanzato delle richieste su quello che dovrebbe essere l¡¯approccio del governo sul mondo della mobilit¨¤ nel 2020 ma anche nel 2021 e 2022. Per i privati gli incentivi (ecobonus, ndr) che ci sono oggi che vanno dal 0 a 20 grammi e da 21 a 60 grammi sono nobilissimi ma sono assolutamente insufficienti per fare rialzare il mercato. Bisogna allargare le fasce rimanendo nel sistema virtuoso del contenimento della CO2. Per¨° ¨¨ evidente che va introdotta un¡¯altra fascia magari sotto il 95 grammi di emissioni di anidride carbonica per chilometro. Il secondo intervento che chiediamo ¨¨ per le aziende che comprano le auto: sappiamo tutti che il sistema fiscale sulle auto aziendali ¨¨ il peggiore d¡¯Europa. Avere quindi una fiscalit¨¤ uguale a quella degli altri Paesi con la deducibilit¨¤ totale dell¡¯Iva e una detraibilit¨¤ non pi¨´ a 18 mila euro ma a 50 mila euro. Sarebbe una misura che avrebbe un costo ma sarebbe virtuosa accelerando moltissimo il ricambio dell¡¯auto¡±.
A proposito di Europa c¡¯¨¨ la questione delle multe per le emissioni di CO2 al di sopra della media dei 95 g/km che scattano da quest¡¯anno. Alla luce della situazione attuale qual ¨¨ la vostra posizione?
¡°I target sono sacrosanti per¨° pi¨´ andiamo avanti nell¡¯anno e pi¨´ ci sono turbolenze come la chiusura degli impianti o il decadimento della propensione all¡¯acquisto dei cittadini, e pi¨´ sfugge di mano dai produttori la possibilit¨¤ di controllare le percentuali di auto full electric o plug-in hybrid che vanno vendute per rimanere nei parametri dei 95 k/km di CO2 medi. Non dico che i termini (temporali per il calcolo delle multe, ndr) andrebbero rivisti ma il raggiungimento di questi target ¨¨ pi¨´ complesso¡±.
Una considerazione sul parco vetture circolate italiano. Su 39,5 milioni di auto 22,9 hanno tra i 5 e 20 anni di anzianit¨¤. Perch¨¦ il nostro mercato ha questa caratteristica?
¡°In Italia il mondo dei privati proprietari di automobili ¨¨ molto sviluppato rispetto a Paesi come il Regno Unito o l¡¯Olanda. E questo spiega, per esempio, che la propensione a tenere per pi¨´ anni la propria macchina ¨¨ pi¨´ alta. L¡¯altra cosa che succede in Italia ¨¨ che le tasse sul nuovo sono abbastanza importanti. Ricordo anche che i sistemi di finanziamento sono entrati nel nostro Paese a met¨¤ Anni 90 circa quando altrove erano molto sviluppati. Va poi considerato che il trasporto pubblico ¨¨ deficitario¡±.
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