Il presidente della federazione che riunisce i concessionari chiede aggiornamenti al Cura Italia per le aziende che stanno vivendo un periodo drammatico
Un settore con 1.373 aziende, 120 mila addetti, un fatturato da 49 miliardi di euro l¡¯anno, che ¨¨ fermo dal 12 marzo. Il mondo dei concessionari auto italiani soffre particolarmente l¡¯epidemia di coronavirus e le misure per il contenimento del Covid-19. Questo perch¨¦ i dealer in genere hanno grandi fatturati, costi fissi molto importanti come gli stock, margini bassi e una liquidit¨¤ (flusso si cassa) esigua. Per fare un esempio un¡¯azienda profittevole di dimensioni medie fattura 70 milioni in un anno e ne guadagna uno. Il che, tradotto in parole povere, significa che uno stop delle attivit¨¤ di troppe settimane pu¨° mettere a rischio la sopravvivenza stessa di alcune aziende. Per questo motivo lo scorso 23 marzo Federauto, la federazione che appunto rappresenta 1.373 imprese del settore, ha avanzato le sue richieste di integrazione al decreto del governo Cura Italia del 17 marzo che prevede aiuti economici e fiscali dai per¨° quali i concessionari sono tagliati fuori per la parte contributiva e finanziaria. Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, ha firmato la missiva.
Cosentino quanto stanno soffrendo i concessionari con il mercato dell¡¯auto a picco?
¡°Il problema ¨¨ un altro. Le aziende falliscono non quando guadagnano o quando perdono ma quando finiscono i soldi. Si chiama insolvenza, ovvero non riesco a fare fronte ai miei impegni. Pi¨´ che un discorso economico ¨¨ un discorso finanziario di flussi di entrate di cassa e di uscite di cassa. A un piccolo variare del fatturato noi andiamo sott¡¯acqua. Questo ¨¨ il problema principale per potere arrivare vivi a quando riapriremo¡±.
Com¡¯era la situazione del mercato prima del coronavirus?
¡°Quando nel 2009 c¡¯¨¨ stata la crisi dei mutui subprime eravamo 2.950 aziende. Poi le vendite sono calate del 23% e la met¨¤ dei concessionari ¨¨ saltata per aria. Oggi stiamo in piedi perch¨¦ abbiamo un mercato che si ¨¨ ripreso e perch¨¦ siamo in 1.373 e abbiamo trovato un nuovo equilibrio. Adesso se ricominciamo a lavorare, nella migliore delle ipotesi, a fine maggio, siamo a meno 24-25% di fatturato. Mi dica lei in questo scenario cosa pu¨° succedere¡±.
Di cosa ha bisogno il settore?
¡°Come detto arrivare vivi alla riapertura e poi incentivi per ripartire¡±.
Quando parla di incentivi intende per le aziende o per i privati?
¡°Dico solo incentivi per i consumatori. Ipotizziamo che il 1¡ã giugno l¡¯Italia riparta. Un barista, un albergatore, un venditore di abbigliamento si leccher¨¤ le ferite, penser¨¤ che magari non andr¨¤ in vacanza oppure comprer¨¤ un paio di scarpe in meno al figlio ma certamente si terr¨¤ la sua macchina di tre anni un anno in pi¨´. Ecco quindi che alla riapertura noi saremo al palo, perch¨¦ vendiamo beni durevoli. Per questa ragione abbiamo bisogno degli incentivi per il consumatore¡±.
Come potrebbero essere strutturati?
¡°Secondo me non dobbiamo pensare che i 39,5 milioni di auto circolanti in Italia improvvisamente diventino delle auto elettriche (o ibride plug-in, le pi¨´ avvantaggiate dall¡¯ecobonus, ndr). Non ha senso perch¨¦ la macchina elettrica ¨¨ di uso mediamente urbano e poi perch¨¦ mediamente costa 38 mila euro. Lo scorso anno le macchine che abbiamo venduto avevano un costo medio di 22 mila euro. Quindi, forse, un incentivo potrebbe essere usato per usato per la rottamazione delle macchine pi¨´ vecchie, Euro 0, 1, 2 3, e 4, con Euro 5 o 6. La stessa cosa vale per l¡¯acquisto di auto nuove. La seconda misura riguarderebbe la detraibilit¨¤ dell¡¯Iva e l¡¯ammortamento per le partite Iva. Si tratterebbe di un piano Marshall per vetture, veicoli commerciali e veicoli industriali¡±.
Quali sono le criticit¨¤ del settore che ha indicato nella missiva inviata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con le richieste di integrazione al Cura Italia?
¡°Come concessionari non abbiamo avuto uno slittamento del versamento contributivo come invece giustamente previsto per altre categorie. Al governo chiediamo di essere trattati come gli altri perch¨¦ siamo molto deboli. Inoltre il governo ha consentito alle piccole e medie imprese di poter accedere a delle moratorie sui finanziamenti, aperture di credito e leasing perch¨¦ c¡¯¨¨ la garanzia dello Stato tramite Cassa depositi e prestiti. Le aziende piccole sono quelle che fatturano meno di 50 milioni. Tra i concessionari la media ¨¨ 30 ma sono circa il 60% quelle che superano la soglia dei 50. L¡¯ultima cosa che chiediamo al governo ¨¨ che di poter usare tutto il nostro usato e nuovo in stock a garanzia di anticipi. Come vede sono tutte richieste di natura prettamente finanziaria¡±.
Ad oggi qual ¨¨ la risposta del governo?
¡°In via formale non c¡¯¨¨ stata. Sappiamo, in via informale, che le nostre richieste sono state prese in considerazione. Siamo fiduciosi che nel prossimo Dl di aprile possa esserci spazio per la nostra categoria¡±.
Come Federauto avete stimato un calo possibile del mercato auto dell¡¯intero 2020 fino al 60%. Siete sempre su questo scenario?
¡°Gi¨¤ a gennaio e febbraio il mercato era stanco. Dal 12 di questo mese per¨° tutto ¨¨ fermo. Che marzo si chiuda con un 80% in meno ¨¨ aritmetico. Che aprile si chiuda con un -99%, se dovessimo restare chiusi, ¨¨ altrettanto probabile. Idem per maggio se le cose andassero avanti cos¨¬¡±.
Con una chiusura che va avanti per tutto maggio a spanne potrebbe significare 500-600 mila vetture/anno in meno?
¡°Una parte si pu¨° recuperare per¨° la ripresa sar¨¤ lenta. ? logico che sia cos¨¬ per un bene durevole¡±.
Abbiamo parlato di mercato, quale pu¨° essere la stima sul tasso di ¡°mortalit¨¤¡± nella rete dei concessionari?
¡°Secondo me a giugno un 5-10% potrebbe non farcela. Se andiamo oltre luglio potremmo perderne un 4-5% al mese o ritrovarne alcuni in un¡¯agonia che potrebbe portare alla chiusura¡±.
Il riflesso sugli occupati?
¡°Lo faccia in proporzione¡±.
Come si stanno comportando i marchi?
¡°Ci sono alcune case automobilistiche che fino ad adesso hanno spinto sull¡¯acceleratore per vedere macchine al concessionario, quindi imbottirlo di stock. Ce ne sono altre che stanno aiutando la rete. Sono due filosofie diverse¡±.
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