Ecco la storia della MINI pi¨´ prestazionale dal 1961 ad oggi
Una MINI Anniversary Edition per celebrare uno dei matrimoni pi¨´ riusciti nella storia dell¡¯automobilismo. Quello iniziato 60 anni fa tra lo storico brand inglese e la famiglia di John Cooper. Nacque cos¨¬ il connubio vincente tra prestazioni e British Style, identificato nella prima MINI John Cooper Works lanciata nel settembre 1961 e proseguito fino ad oggi con le attuali protagoniste del MINI Challenge. Ad unire la prima e l¡¯ultima MINI c¡¯¨¨ il numero 74, quello ottenuto nella prima punzonatura di una gara ufficiale, vinta da Jack Brabham a bordo della Cooper T53. Lo ritroviamo oggi impresso nella fiancata dell¡¯elegante Anniversary Edition, la serie limitata a 740 esemplari. La personalizzazione ¨¨ disponibile per la variante tre porte dei modelli Cooper, Cooper S e John Cooper Works, riconoscibili anche dalla livrea British Racing Green attraversata dalle iconiche Stripes in tinta con il tetto bianco. Dello stesso colore sono le calotte degli specchietti, le maniglie e le cornici dei gruppi ottici anteriori. Per la carrozzeria sono disponibili anche le tinte Rebel Green e Midnight Black, mentre i cerchi in lega da 18¡±, invece, sono bicolore. Gli interni sono impreziositi dai rivestimenti in pelle e dai badge John Cooper Works con grafica in stile anni ¡¯60, in aggiunta alla targhetta con le firme di John, Mike e Charlie Cooper. Nell¡¯abitacolo ¨¨ presente un¡¯altra targhetta con l¡¯incisione del numero identificativo della serie limitata "1 of 740" e "60 years of Mini Cooper - The unexpected underdog". L¡¯ambiente interno ¨¨ caratterizzato anche dai sedili sportivi pedaliera in alluminio e finiture della plancia Piano Black con inserti rossi.
Mini JCW dal 1961 ad oggi
¡ª ?Nel settembre 1961, su base Mini Minor 850, venne prodotta la variante Cooper 1000, dotata di due carburatori e di una potenza elevata 55 cavalli. Un'altra importante novit¨¤ fu l'introduzione dei freni a disco anteriori. Nel 1964 arriv¨° la prima Morris Cooper S, spinta da un motore con cilindrata lievitata a 1071 cc per 70 cavalli di potenza, mentre le dimensioni indicavano 305 cm di lunghezza, una larghezza di 140 ed un¡¯altezza di 135 cm per un passo di 203 cm. Il peso toccava 635 kg e raggiungeva la velocit¨¤ massima di 160 km/h. Il cambio era a quattro rapporti, con la prima non sincronizzata, frizione monodisco a secco. Sempre nel 1964 venne presentata la Austin Mini Cooper S 1275, rimasta in produzione fino al 1971. Ad oggi rimane una delle versioni pi¨´ pi¨´ popolari, anche se indistinguibile a livello estetico dalla Cooper S 1071. La differenza, come si evince dalla sigla, riguardava la cilindrata - 1275 cc - che permetteva di erogare 75 cavalli. In questa versione vennero introdotti il radiatore per l¡¯olio motore ed un secondo serbatoio per ottenere 50 litri di capacit¨¤. A meno di tre anni dalla nascita, la MINI Cooper aveva gi¨¤ conquistato una dimensione internazionale, esplosa in parallelo alle storiche vittorie al rally di Montecarlo 1963, al Rally dell¡¯Acropoli e al Rally dei Mille Laghi. Le vittorie vennero replicate fino al 1967, a conferma della superiorit¨¤ che la MINI Cooper S mostrava sui tracciati tecnici e resi ancora pi¨´ insidiosi da pioggia e neve.
Le versioni successive
¡ª ?Nel 1967 arriv¨° la seconda generazione, siglata MK2. Esteticamente era molto simile al modello precedente, ma si distingueva per la nuova mascherina anteriore, la forma del lunotto ed il taglio fari posteriori. La popolarit¨¤ era tale da spingere la BMC (divenuta nel frattempo British Leyland) di rendere Mini un brand indipendente, decretando la fine della doppia denominazione Austin e Morris. A valle di quest'operazione nacque la Mini Cooper 1300 S, equipaggiata dall'evoluto motore da 1.275 cc ora capace di sviluppare 105 Cv a 7.800 giri/min. Il 1969 segn¨° l'arrivo della Clubman e della Clubman Estate, le MINI in abito lungo dedicate alle famgilie. La MK3 arriv¨° un anno dopo. La terza generazione si present¨° con un look decisamente rinnovato, ma capace di lasciare intatta la linea stilistica che l'aveva resa celebre. I vetri scorrevoli vennero sostituiti dai pi¨´ tradizionali cristalli discendenti, venne arricchita la gamma dei colori come la dei motori, che includevano l'unit¨¤ da 848 cc e 37 cavalli, il 1.0 da 55 cavalli per la Cooper ed il 1.3 da 76 cavalli per la Cooper S. La quarta generazione MK4 prevedeva due allestimenti ed un motore, il 1.000 cc da 42 cavalli. Oltre alla versione d¡¯accesso MINI 1.0 E, erano disponibili la MINI 1.0 HLE e la pi¨´ sofisticata MINI Mayfair.
MINI e BMW
¡ª ?Per ritrovare una Cooper S dobbiamo attendere il passaggio al Gruppo BMW, che inizi¨° a tracciare il percorso che ci porta alla attuale MINI JCW a partire dal 1997. Siamo all'alba del nuovo millennio e la John Cooper Works nel frattempo ¨¨ divenuta una divisione ufficiale della casa inglese guidata da Michael Cooper, figlio di John. Il cambiamento societario comport¨° la pi¨´ grande rivoluzione tecnica e stilistica nella storia di MINI, mutata nell'aspetto come nelle proporzioni, oltre ad essere cresciuta notevolmente nelle dimensioni: 362 cm di lunghezza, 168 di larghezza ed un passo di 246 cm. La prima Cooper S del nuovo corso arriva nel 2001, accreditata di 163 Cv erogati. Nel 2002 l¡¯importante evoluzione ottenuta con il kit John Cooper Works, che la fece arrivare a 200 cavalli. Il Kit JCW includeva interventi sulla testa del cilindro, un compressore potenziato, candele e centralina modificate ed impianto di scarico specifico. Le prestazioni indicano uno 0-100 archiviato in 6.6 secondi e 230 km/h di velocit¨¤ massima. Dopo l'accorpamento definitivo della John Cooper Works, avvenuto nel 2002, arriva un ulteriore aggiornamento per la John Cooper Works, che raggiunge la potenza massima di 210 cavalli grazie all'upgrade degli iniettori e conseguente lavoro sulla ECU, oltre al potenziamento del sistema di aspirazione e ad una elaborazione sul filtro dell¡¯aria. Nel 2006 venne lanciata la seconda generazione della nuova MINI, cresciuta di 6 cm per l'adozione del nuovo pianale, pi¨´ conforme alle nuove direttive europee sui crash test pedonali. Esteticamente era caratterizzata da una calandra single frame ed una panca posteriore pi¨´ ampia. La John Cooper Works raggiunse 211 Cv e 280 Nm di coppia massima, per uno scatto da 0-100 km/h coperto in 6.5 secondi e 238 km/h di velocit¨¤ massima. Nel 2012 la nuova versione della John Cooper Works montava il nuuovo propulsore turbo 1.6 a quattro cilindri da 218 cavalli. Arriviamo al passato prossimo con il lancio della MINI John Cooper Works del 2016: 231 cavalli e 320 nm con una coppia massima disponibile da 1250 a 4800 giri, abbinato a trasmissione manuale o, in opzione automatica a sei marce. Completamente rivista anche nell'assetto, con differenziale elettronico EDLC e gli ammortizzatori a controllo elettronico (optional) e cerchi in lega da 18 pollici. Le prestazioni? Da 0 a 100 in 6,1 secondi e velocit¨¤ massima di 246 km/h.
La tradizione sportiva di MINI oggi viene adeguatamente rappresentata dal campionato MINI Challenge, il monomarca che da un decennio coinvolge migliaia di piloti e appassionati. A Monza ¨¨ scattata la decima edizione, come sempre pianificata sui circuiti italiani pi¨´ prestigiosi: Monza, Misano, Mugello, Imola e Vallelunga. Protagonista la MINI John Cooper Works, nelle categorie Pro e Lite. In quest¡¯ultima categoria, che vede schierate le MINI JCW da 231 Cv molto simili alle versioni stradali, sono protagonisti i ragazzi della MINI Challenge Academy, i ¡°mini¡± piloti dai 16 ai 25 anni che vogliono sognare in grande.
? RIPRODUZIONE RISERVATA