Il brand inglese celebra il 60¡ã anniversario nelle competizioni. Dal dominio nel Rally di Montecarlo alle sfide del Mini Challenge
Sessant¡¯anni di MINI nelle competizioni, da celebrare nell¡¯anno in cui cade la decima edizione del campionato monomarca MINI Challenge. Passato e presente del motorsport di MINI si incontrano nel crocevia del 2021, l¡¯anno in cui il brand inglese guarda anche al futuro con MINI Electric Pacesetter e MINI Cooper SE. Con la prima a rappresentare l¡¯evoluzione sportiva della seconda, nella risposta del brand inglese alle sfide imposte dalla nuova mobilit¨¤. La stessa combinazione che mise le ali a Mini 60 anni fa, quando inizi¨° l¡¯avventura nel motorsport con una vettura basata sulla Mini progettata per BMC da Alec Issigonis, ingegnere greco con un passato da pilota, ed elaborata da John Cooper, a sua volta ex-pilota e titolare di una scuderia che raggiunse l¡¯apice della Formula 1 nel decennio 1950-1960.
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la nascita di un¡¯icona
¡ª ?La storia della Mini inizia il 26 agosto del 1959. Il modello figlio del progetto di Alec Issigonis fu la risposta alle esigenze di un mercato che richiedeva veicoli per quattro persone, poco costosi, e poco assetati di carburante. Tuttavia, l¡¯accoglienza non fu entusiasmante e le vendite non decollarono immediatamente. Gli automobilisti dell¡¯epoca non erano ancora abituati a linee cos¨¬ particolari, incluse in soli 305 cm di lunghezza e 135 di altezza. La massa era contenuta a 585 kg, mentre il passo di 205 cm rendeva praticamente inesistenti gli sbalzi. Lo schema adottato da Issigonis, all¡¯epoca molto innovativo, prevedeva trazione anteriore con motore 4 cilindri montato in posizione trasversale e cambio collocato sotto il propulsore. Le sospensioni a ruote indipendenti con elementi elastici in gomma, al posto delle classiche molle, garantivano la solidit¨¤ dell¡¯assetto, assieme al baricentro basso. Maneggevolezza e tenuta di strada elevati al rango di sportiva di razza, mentre il 4 cilindri inizialmente permetteva alla Mini di sfiorare i 120 km/h.
Mini e John Cooper: il matrimonio perfetto
¡ª ?Caratteristiche tecniche notate da John Cooper, amico di Issigonis dai tempi delle gare. Nel 1960 Cooper lancia l¡¯idea di una versione spinta per le competizioni, Issigonis non sembra particolarmente convinto, ma parla ugualmente del progetto al patron di BMC George Harriman, che approva. La potenza dei 1000 esemplari prodotti passa da 34 a 55 cavalli, la velocit¨¤ incrementata a 130 Km/h. Il cambio venne tarato per un uso sportivo, mentre i freni a disco anteriori erano facilmente adeguabili alle maggiori prestazioni. La perplessit¨¤ iniziale di Issigonis viene travolta dal successivo entusiasmo, tale da chiedere a Cooper una versione ancora pi¨´ potente, destinata proprio alle corse: la Mini Cooper S. La cilindrata del motore sal¨¬ da 848 a 1.071 cc per merito dell¡¯alesaggio allargato fino al limite massimo, ovvero ci¨° che bastava per restare sotto il limite di 1.100 cc dei regolamenti sportivi per la classe a cui era destinata. I cavalli disponibili erano 70 a 6.200 giri, mentre la velocit¨¤ massima della versione stradale toccava i 160 Km/h. Nel 1964, il rinnovato 4 cilindri raggiunse i 90 Cv, sempre pochi rispetto ai valori espressi da Mercedes Benz 300 SE e Ford Falcon, i cui propulsori sei cilindri e V8 disponevano di una potenza tre o quattro volte superiore.
La Regina del Rally di Montecarlo
¡ª ?Il terreno di caccia preferito del piccolo bolide britannico fu il tortuoso percorso del Rally di Montecarlo. Gi¨¤ nell¡¯edizione del 1962 il pilota finlandese Rauno Aaltonen sfior¨° la vittoria, poi sfumata per ritiro durante l¡¯ultima speciale mentre era in testa. Nello stesso anno Patt Moss, sorella di Stirling Moss, la guid¨° alla vittoria nel Rally dei Tulipani e Rally di Baden-Baden. Dal 1964 al 1967 la Mini Cooper S s¡¯impose nella classifica assoluta del Rally di Montecarlo, risultando imprendibile per chiunque guidasse un¡¯altra vettura. Il primo successo del ¡®64 lo firmo la coppia Hopkirk-Liddon, dopo aver preso il comando sui 1.607 metri innevati del Col de Turini. La neve ¨¨ decisiva anche nel 1965, con lo scandinavo Timo M?kinen ed il navigatore Paul Easter che portarono la Mini Cooper S al successo in un¡¯edizione durissima. Furono aiutati da un nuovo motore con una cilindrata aumentata a 1275 cc, ma fu la capacit¨¤ di guida dello scandinavo a dare il contributo decisivo. M?kinen fu l¡¯unico pilota a rimanere senza penalit¨¤ per tutta la gara, trovandosi perfettamente a suo agio nonostante i livelli epocali di neve e di ghiaccio, che resero il percorso durissimo. Nel 1966 le tre Cooper S di M?kinen, Aaltonen e Hopkirk dominarono la classifica fin dalla partenza, ma la vittoria fu cancellata da una discutibile decisione della direzione gara, che dichiar¨° i proiettori non conformi al regolamento. Il riscatto non tard¨° ad arrivare. Nel 1967 Rauno Aaltonen fu supportato da Henry Liddon, il navigatore di Paddy Hopkirk nel vittorioso Rally di Montecarlo del 1964, nel guidare la sua Mini verso una vittoria con 12 secondi di vantaggio. Negli stessi anni la Mini conquist¨° anche il Rally del Mille Laghi, centrando un¡¯altra impresa memorabile.
Campioni
¡ª ?Molti piloti dal palmar¨¨s invidiabile hanno iniziato la loro carriera guidando una Mini Cooper S: Niki Lauda, Graham Hill, Jackie Stewart, John Surtees, Jochen Rindt e James Hunt, solo per citare i pi¨´ famosi.
Dieci anni di Mini Challenge
¡ª ?Con l¡¯ingresso nel Gruppo BMW il testimone della tradizione sportiva di Mini ¨¨ stato raccolto dal campionato MINI Challenge, il monomarca che da un decennio coinvolge migliaia di piloti e appassionati. A Monza scatter¨¤ la decima edizione, come sempre pianificata sui circuiti pi¨´ prestigiosi: Monza, Misano, Mugello, Imola e Vallelunga. Protagonista la MINI John Cooper Works, nelle categorie Pro e Lite. Confermata la MINI Challenge Academy, riservata ai ¡°mini¡± piloti dai 16 ai 25 anni che vogliono sognare in grande.
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