L¡¯APPROFONDIMENTO
La Brexit e gli effetti sull¡¯auto: cosa succede ora?
Sar¨¤ Brexit. Alle elezioni politiche di gioved¨¬ 12 dicembre i sudditi di Elisabetta II hanno assegnato la vittoria a Boris Johnson, che aveva fatto dell¡¯uscita del Regno Unito dalla Ue il caposaldo della proposta politica del partito conservatore di cui ¨¨ leader. Johnson punta sul 31 gennaio come data di uscita definitiva, perch¨¦ ritiene che sia importante fare presto. Ora si tratta di capire a quali condizioni avverr¨¤ il distacco, in particolare quali saranno i rapporti commerciali tra l¡¯Unione Europea e la Gran Bretagna, sempre che quest¡¯ultima rimanga tale vista la forte propensione europeista della Scozia e la particolare condizione del Nord Irlanda. I negoziati per la definizione dei commerci partiranno dopo la Brexit e potrebbero ¨C in caso di mancato accordo ¨C portare a barriere doganali e dazi.
COSA SUCCEDE ORA?
¡ª ?Il primo passo del nuovo governo sar¨¤ quello di emanare una legge sull¡¯accordo di recesso che porter¨¤ il Regno Unito fuori dall¡¯Unione Europea. Probabilmente sar¨¤ necessario attendere l¡¯anno nuovo, ma dovr¨¤ avvenire prima del 31 gennaio. Dopodich¨¦ scatter¨¤ un conto alla rovescia di 11 mesi per condurre i negoziati con la Ue necessari a definire gli accordi commerciali tra le parti, ma prima un voto parlamentare dovr¨¤ definire il mandato negoziale. L¡¯Europa ¨¨ disponibile a mantenere un sistema senza quote e senza dazi, a patto che la Gran Bretagna non diventi una sorta di porto franco in stile Singapore. Da parte sua, Johnson vorrebbe maggiore autonomia pur senza rinunciare al mercato comune europeo. Entro il 1¡ã luglio 2020 Ue e Uk dovranno decidere se estendere i negoziati per altri due anni, condizione invisa ai conservatori britannici. Il termine ultimo per concludere l¡¯accordo ¨C che dovr¨¤ essere approvato dal parlamento inglese e da ognuno dei 27 parlamenti nazionali europei - ¨¨ il 31 dicembre, perch¨¦ senza un¡¯estensione del negoziato i nuovi rapporti tra i due soggetti scatteranno dal 1¡ã gennaio 2021. A quella data o sar¨¤ in vigore un accordo o il Regno Unito non sar¨¤ in grado di operare con la Ue alle condizioni stabilite dall'Organizzazione mondiale del commercio. In pratica, sarebbe una Brexit senza accordo.
UN CONTO DA 50 MILIARDI
¡ª ?Una situazione per niente auspicabile, n¨¦ per i britannici n¨¦ per gli europei. Che per il settore automotive si fa ancora pi¨´ critica, visto che il Regno Unito ¨¨ il secondo mercato automobilistico europeo (dopo la Germania e prima della Francia) con 2.367.147 immatricolazioni nel 2018. Il rischio di un¡¯uscita non pilotata e senza accordi commerciali pu¨° costare al settore automobilistico britannico 42,7 miliardi di sterline, cio¨¨ 51,15 miliardi di euro. ? la stima elaborata dalla Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt), che tiene conto sia del calo di immatricolazioni ¨C stimato in 1,5 vetture in meno tra il 2020 e il 2024 ¨C sia delle ripercussioni sulla filiera industriale dell¡¯auto. Il comparto automotive nel Regno d¨¤ lavoro a 160.000 persone - 850 mila considerato anche l¡¯indotto - e genera un giro d¡¯affari di 22,3 miliardi di euro all'anno, 18,6 miliardi di sterline. Ripercussioni pesantemente negative in caso di ¡°no deal¡± si avrebbero anche nel settore della ricerca e dello sviluppo (R&D), al quale verrebbe a mancare oltre il 90% dei capitali necessari a finanziarsi. Mike Hawes ¨C Ceo del Smmt ¨C nel congratularsi con Johnson per l¡¯elezione ha tenuto a sottolineare la questione: ¡°La priorit¨¤ deve essere quella di ripristinare la fiducia negli affari e nell'economia e ristabilire la reputazione del Regno Unito come un ottimo luogo per investire. Con un settore automotive di successo guardiamo al nuovo governo per mantenere la nostra competitivit¨¤ globale, il che significa concludere un accordo con l'Ue che ambizioso, che mantenga il commercio libero e senza attriti e che guidi la crescita e l'innovazione per raggiungere obiettivi ambientali condivisi'¡±.
FABBRICHE A RISCHIO
¡ª ?Non ¨¨ solo il numero delle auto venute in Gran Bretagna a preoccupare in caso di una Brexit ¡°selvaggia¡±. Il mancato accordo commerciale con l¡¯Unione Europea potrebbe portare le case automobilistiche che producono nel Regno Unito a ridimensionare o addirittura a trasferire altrove le fabbriche. Non solo i marchi storici ¨C come Jaguar e Land Rover -, ma anche molti ¡°jap¡± che non beneficerebbero pi¨´ della libera circolazione delle merci tra paesi Ue. Di recente Tesla ha deciso di realizzare la Gigafactrory europea in Germania, escludendo la Gran Bretagna per i rischi connessi alla Brexit. Anche in presenza di un accordo, riposizionare le barriere doganali avrebbe come primo effetto il dilatarsi dei tempi di consegna delle materie prime e dei lavorati prodotti nell¡¯Unione Europea e destinati agli stabilimenti produttivi sul suolo britannico, che manderebbe in tilt il sistema di approvvigionamento basato sul ¡°just in time¡±. Se poi non vi fosse un accordo e la Brexit si facesse ¡°dura¡± potrebbe scaturirne un regime di dazi doganali stimati al 10%, una situazione insostenibile per chi produce in Gran Bretagna auto da vendere in tutta Europa. Il presidente di Nissan Europe Gianluca de Ficchy, interpellato daAutomotiveNews,¨¨ stato netto: i dazi metterebbero a rischio il futuro della fabbrica di Sunderland, nel nord-est dell'Inghilterra. ¡°Non ¨¨ sostenibile per noi¡± ¨C ha detto de Ficchy ¨C ¡°perch¨¦ il 70 percento dei nostri veicoli viene esportato in Europa". A rischio ci sarebbero anche gli stabilimenti produttivi di Toyota (a Burnaston), di Honda ¨C gi¨¤ decisa a chiudere la fabbrica di Swindon nel 2022 ¨C e di Opel (a Ellesmere Port). Il gruppo Jaguar ¨C Land Rover ha tre stabilimenti attivi nel Regno Unito, uno dei quali esporta auto in tutto il mondo, e il Ceo Ralph Speth ha messo in guardia il governo: ¡°Un accordo sbagliato sulla Brexit costerebbe decine di migliaia di posti di lavoro all'industria automobilistica britannica¡±.
LA QUESTIONE AMBIENTALE
¡ª ?Oltre ai nodi di natura industriale e doganale, il nuovo governo guidato da Boris Johnson dovr¨¤ affrontare anche i temi legati all¡¯ambiente e alla riduzione delle emissioni del comparto auto. Prima delle dimissioni di Theresa May e dell¡¯avvio della campagna elettorale, l¡¯allora leader dei Tories aveva promesso che - in caso di Brexit - si sarebbe attivato per garantire incentivi destinati alla mobilit¨¤ elettrica. Una promessa poi sparita dai programmi elettorali. L¡¯ala pi¨´ oltranzista del partito conservatore ¨C quella che punta all¡¯uscita pi¨´ rapida possibile - non sembra interessata a perdere tempo nel negoziare un percorso comune con la Ue sulla riduzione delle emissioni. Ma Johnson ha dalla sua una maggioranza schiacciante in parlamento, elemento che gli permette di isolare i ¡°falchi¡± del suo partito e ¨C si spera ¨C a non cedere alla tentazione di tagliar fuori dal negoziato la questione ambientale.
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