Le due case fermeranno gli impianti a novembre per prevenire il rischio d¡¯interruzione degli approvvigionamenti in caso di un divorzio senza accordo il 31 ottobre
L¡¯industria teme profondamente la Brexit, l¡¯uscita del Regno Unito dall¡¯Unione Europea, lo va ripetendo da molto prima che si tenesse il referendum con cui il 23 giugno 2016 i cittadini britannici hanno deciso di lasciare l¡¯organismo continentale. Ancora di pi¨´ si teme la cosiddetta ¡°No deal Brexit¡±, l¡¯uscita senza un accordo negoziato tra le due parti, soprattutto per una questione di tariffe doganali ma anche per tutti i seri problemi logistici che una riapertura delle dogane comporterebbe. Ora che si sta avvicinando la scadenza del 31 ottobre, termine entro il quale in teoria l¡¯uscita dovrebbe diventare formale, le imprese si stanno preparando al peggio. Per quanto riguarda il settore automobilistico, Jaguar e Land Rover hanno fatto sapere che a novembre interromperanno per una settimana la produzione nelle loro quattro fabbriche inglesi. Lo ha annunciato l¡¯amministratore delegato Ralf Speth. Le due case appartenenti al Gruppo Tata si aggiungono quindi a Toyota e Bmw, che hanno assunto decisioni analoghe.
perch¨¦ la chiusura
¡ª ?Perch¨¦ le industrie chiudono le fabbriche? Nell¡¯immediato il timore ¨¨ prevalentemente logistico. Nel caso in cui non si giungesse ad un accordo tra il governo di Boris Johnson e la Commissione europea, la Gran Bretagna potrebbe (per¨° non ¨¨ automatico che lo faccia) decidere di ripristinare immediatamente i controlli doganali sulle merci. Di conseguenza verrebbero ripristinate tutte le procedure burocratiche previste da tali situazioni. Poich¨¦ si tratta di protocolli non pi¨´ attivi da decenni, inizialmente si creerebbero ai porti delle lunghe code di containers da esaminare. Tra le merci ci sono anche le parti che le industrie locali utilizzano per fabbricare i propri prodotti. Il capo di Jaguar e Land Rover, Speth, ha spiegato alla stampa che ¡°ogni giorno servono 20 milioni di parti. Significa che devo prendere impegni con i miei fornitori per avere tutti i giorni ogni componente a disposizione, e devo averlo al momento giusto¡±. Ecco perch¨¦ le fabbriche chiuderanno per alcuni giorni a novembre. Il nemico numero uno di qualsiasi impresa ¨¨ l¡¯incertezza; i programmatori industriali devono organizzarsi per non avere buchi nei processi produttivi che provocherebbero la perdita di quantit¨¤ colossali di denaro. Quindi si predispongono per il caso peggiore. La chiusura temporanea delle fabbriche permetterebbe di trovare il tempo necessario per parare i ritardi nell¡¯approvvigionamento. Inutile ricordare che, quando una fabbrica chiude, a rimetterci ¨¨ sempre la popolazione: o direttamente i lavoratori perch¨¦ non ricevono lo stipendio o i cittadini in generale che finanziano con le loro tasse gli eventuali ammortizzatori sociali.
i dazi, L¡¯INCUBO DELLE IMPRESE
¡ª ?Ma la paura pi¨´ grossa per tutte le imprese che hanno rapporti col Regno Unito ¨¨ sul medio e lungo termine. Prende il nome di tariffe doganali, ovvero dazi. Qualora Unione europea e Regno unito non stipulassero un nuovo accordo, automaticamente entrerebbero in vigore le norme emanate dalla Wto (World Trade Organization, organizzazione mondiale per il commercio, alla quale aderiscono 164 nazioni). Questa convenzione stabilisce che in assenza di trattati specifici bilaterali o multilaterali vengono automaticamente applicate alle merci le tariffe decise dalla stessa Wto. Per quanto riguarda le automobili, esse ammontano al 10%. L¡¯Unione europea invece applica una tariffa unica per gli scambi con nazioni Wto extra-Ue del 2,8%, mentre dal 1968 non esistono pi¨´ tariffe doganali tra i Paesi membri. La situazione ¨¨ ancora pi¨´ complessa di quanto gi¨¤ sembri, perch¨¦ in gioco ci sono interessi contrastanti: i singoli governi, le grandi industrie che per loro natura travalicano la dimensione nazionale, l¡¯apparato europeo che risente di mille fattori d¡¯influenza provenienti da tutte le parti. Trattative politiche che si trascinano da oltre tre anni senza il minimo progresso. Incertezza totale. Da qui la chiusura delle fabbriche.
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