In oltre 20 anni le abitudini degli italiani in fatto di mobilit¨¤ non sono cambiate di molto. E il rischio di "mobility divide" aumenta. Lo rivela una ricerca d Bain & Company
"Mucillagine". Si pu¨° forse sintetizzare con questo termine l'immagine della mobilit¨¤ in Italia che non cambia. Si tratta di una parola usata dal rapporto del Censis del 2007, che all'epoca fece scalpore, sulla situazione sociale stagnante del Paese. Oggi Bain & Company fotografa lo stato della "Mobilit¨¤ che... non cambia". Uno studio realizzato per Aniasa, l'associazione confindustriale dell'autonoleggio, sharing e digitale, che ha diversi spunti interessanti.
auto sempre pi¨´ vecchie
¡ª ?Intanto lo studio prende in considerazione il tasso di motorizzazione del nostro Paese, ovvero il numero di vetture ogni mille abitanti, tra i pi¨´ alti nei Paesi occidentali. Avendo come riferimento la popolazione tra i 18 e i 65 anni c'¨¨ 1,04 auto per persona (1,5 per famiglia) contro il secondo che ¨¨ il Giappone con una macchina per persona. Un parco circolante fatto di vetture sempre pi¨´ vecchie. Nel 2000 la quota di mezzi con pi¨´ di 15 anni era il 16%, cresciuta al 19% nel 2010 e diventata il 35% nel 2020, con un totale di 39,7 milioni di macchine in strada. L'et¨¤ media delle automobili ¨¨ passata da 8,8 anni nel 2000 a 12 anni nel 2020.?
abitudini consolidate
¡ª ?L'avvento di mezzi nuovi come i monopattini elettrici, oppure strumenti come il bike sharing, non hanno cambiato di molto le abitudini degli italiani. In una ricerca condotta su un campione di mille persone emerge che nelle citt¨¤ con oltre un milione di abitanti l'auto viene utilizzata almeno tre volte a settimana dal 15,1% della popolazione nel 2020; nel 2000 la percentuale era del 18%. Inoltre per quanto riguarda un uso del mezzo per fini lavorativi e non, il 71% del campione (erano possibili pi¨´ risposte) indica l'auto come strumento prevalente, seguito dal trasporto pubblico locale scelto nel 70% dei casi. Le due ruote a motore, moto e scooter, arrivano al 66%, il taxi al 58%, il car sharing al 48, la bici al 43. La scelta del tipo di motorizzazione per l'automobile cambia molto a seconda di dove si abiti. Per quanto riguarda le auto elettriche il canale dei privati punta sull'auto a batteria nel 3,5% dei casi risiedendo in citt¨¤ oltre il milione di abitanti e nel 4,5% dei casi in citt¨¤ con al massimo 400 mila abitanti. Anche la distribuzione geografica ¨¨ importante. Al nord la penetrazione delle Bev ¨¨ al 4,5%, al centro del 2,9% e al sud del 2,6%. Le regioni pi¨´ ricche hanno una percentuale pi¨´ alta di auto elettriche. E il 55% della popolazione decide di non comprare una macchina a batteria per ragioni di costo iniziale.?
mobility divide
¡ª ?Il che, in prospettiva, porta alla conclusione del pericolo di una pi¨´ ampia "mobility divide", in cui gli abitanti del nord con un censo pi¨´ alto potranno permettersi auto elettriche mentre quelli del centro-sud sceglieranno le termiche oppure il trasporto pubblico per ragioni economiche, ma anche, nei prossimi anni, a causa di possibili divieti di circolazione stabiliti dalle norme per le vetture con motore a scoppio. Una fetta di popolazione maggioritaria se si pensa che per emissioni il 70% del venduto in Italia ¨¨ compreso nella fascia tra 61 e 135 g/km di anidride carbonica, ovvero auto con piccoli motori termici, mild o full hybrid, contro il 6% che ¨¨ sotto i 60 grammi di emissione che comprendono sia le ibride plug-in che le elettriche. In questo panorama, concludono gli esperti di Bain & Company, anche il noleggio pu¨° facilitare una transizione tecnologica pi¨´ sostenibile.
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