Esattamente 60 anni fa, il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin conquistava lo spazio con il primo volo orbitale portato a termine da un essere umano. Divenuto un eroe, il cosmonauta sovietico fu omaggiato anche in Occidente, e grazie alla sua impresa si mise in garage anche una piccola "supercar" francese¡
¡°Poyekhali!¡±. Un semplice ¡°Andiamo!¡±. Cos¨¬, senza troppi giri di parole, il 12 aprile di 60 anni fa Jurij Alekseevi? Gagarin salutava il pianeta Terra, qualche istante prima di spiccare da Baikonur il suo volo verso l¡¯ignoto. A bordo del Sem?rka - il razzo di oltre trenta metri chiamato a portare in orbita la capsula Vostok 1 - non c¡¯era solo quell¡¯esile cosmonauta russo, ma anche i sogni dell¡¯umanit¨¤ intera: quell¡¯orbita attorno alla terra, quell¡¯ora e quarantotto minuti di speranza e fiato sospeso, consegn¨° Gargarin alla storia. Jurij, il figlio di un falegname e di una contadina, era diventato il primo uomo a volare nello spazio, compiendo un¡¯orbita intera attorno alla Terra. O, per lo meno, il primo a tornare abbastanza intero da poterlo raccontare. Dopo aver conquistato il Cosmo con lo Sputnik nel 1957, l¡¯Unione Sovietica metteva dunque in cassaforte un altro successo nella corsa allo Spazio, quella competizione scientifico-tecnologica (con risvolti rilevanti anche da un punto di vista militare) che avrebbe caratterizzato la Guerra Fredda almeno fino alla fine degli anni Settanta.
EROE
¡ª ?Inutile dire che, anche se l¡¯evento si risolse in un trionfo ¡°politico¡± soprattutto per l¡¯Urss, quel successo rappresent¨° una pietra militare per l¡¯esplorazione spaziale tutta, ed un traguardo strepitoso per l¡¯intera comunit¨¤ scientifica mondiale. Cinque secoli dopo gli studi di Leonardo da Vinci sulle sue prime macchine volanti si era ufficialmente aperta una nuova era, nella quale l¡¯uomo avrebbe potuto guardare anche oltre il cielo per sfidare definitivamente i suoi limiti di creatura terrestre. Nonostante la tensioni internazionali che in quegli anni contrapponevano i due blocchi, la conquista dello spazio da parte del Vostok 1 fu celebrata anche fuori dai confini del mondo socialista: Jurij Alekseevi? divent¨° ben presto un eroe popolare, non solo in Unione Sovietica ma anche dall¡¯altra parte della Cortina di Ferro, e persino l¡¯Occidente capitalista tribut¨° al leggendario cosmonauta di Klu?ino i meritati omaggi. Come quello di Matra, casa automobilistica francese che decise di regalare al maggiore Gagarin uno dei suoi bolidi.
LA VISITA ALLA MATRA
¡ª ?Nel 1965, durante un tour in Europa, l¡¯ormai famosissimo Gagarin visit¨° anche la francese Matra: impegnata industrialmente su pi¨´ fronti, la M¨¦canique Aviation Traction spaziava dal settore militare a quello aerospaziale, dalle telecomunicazioni all¡¯automotive. E, esattamente l¡¯anno precedente, aveva acquisito la Ren¨¦ Bonnet, una piccola fabbrica di automobili che in listino aveva l¡¯affascinante Djet. Si trattava di una piccola coup¨¦ sportiva a motore centrale-posteriore (una delle primissime vetture di serie a sfoggiare questo layout) che la nuova propriet¨¤ decise di continuare a produrre con il marchio Matra, pur con qualche modifica apportata sotto la guida dell¡¯ex Simca Philippe Gu¨¦don. La vettura, pesante poco pi¨´ di 600 kg anche grazie alla carrozzeria in fibra di vetro, sarebbe stata costruita in circa 1.700 esemplari nelle sue varie versioni, equipaggiate con propulsori Renault: tra le declinazioni pi¨´ performanti si annoverava la Djet 5S, spinta da un motore 1.100 da 95 Cv di potenza elaborato da Gordini e capace di una velocit¨¤ massima di quasi 200 km/h.
UNA SUPERCAR IN URSS
¡ª ?Pare che durante la sua visita Gagarin rimase estasiato dal piccolo bolide, e pertanto il governo di Parigi decise di fargli un piccolo regalo in collaborazione con Matra. Al suo ritorno in patria l¡¯astronauta russo fu convocato presso l¡¯ambasciata francese a Mosca, dove nel corso di una cerimonia gli fu consegnata una fiammante Djet 5S. Non serve troppa fantasia per immaginarsi che effetto poteva fare una vettura cos¨¬ sportiva per le strade della capitale sovietica, dove quelle poche auto che circolavano erano le pachidermiche Zil, Zis e Gaz dei funzionari della nomenklatura. Anche in Francia, d¡¯altro canto, la Djet costava pi¨´ del doppio di quella che Oltralpe era allora una delle auto familiari per eccellenza, la Renault 16. Se gi¨¤ le vetture estere erano cosa rarissima nell¡¯Urss dell¡¯economia pianificata, la coup¨¦ francese doveva rappresentare un autentico unicorno con le sue linee affusolate e la sua silhouette ribassata: una supercar, diremmo oggi, nell¡¯omogeneo grigiore della Mosca post-stalinista.
TROPPO APPARISCENTE?
¡ª ?Proprio per questo, anche per ottemperare al ruolo pubblico di ¡°esempio¡± per la cittadinanza che il regime sovietico aveva ritagliato per lui, Gagarin utilizz¨° l¡¯appariscente coup¨¦ solamente una manciata di volte. Dopo la tragica morte del cosmonauta nel 1968 ¨C curiosamente avvenuta proprio in concomitanza con l¡¯uscita di produzione del modello ¨C la Djet rimase a lungo a ???lkovo-14, la Citt¨¤ delle Stelle che era ed ¨¨ uno centri residenziali e di addestramento per gli astronauti russo-sovietici. In seguito fu ceduta dalla vedova Gagarin, Valentina Gorja?eva, al collezionista di automobili lituano Kestutis Indziulas.
LA ZIL DEL TRIONFO
¡ª ?Nell¡¯aprile del 1961, al ritorno dal suo primo e unico volo orbitale, ad attendere Jurij c¡¯era per¨° un¡¯altra vettura, una ben pi¨´ massiccia ed opulenta Zil 111V Cabriolet che trasport¨° il cosmonauta dall¡¯aeroporto di Vnukovo al Cremlino per la sua prima apparizione pubblica dopo l¡¯impresa. La grossa convertibile, costruita in 12 esemplari dal 1960 al 1962 dalla Zavod Imeni Licha??va, port¨° in parata Gagarin, la moglie Valentina e il leader sovietico Nikita Chru???v il 19 di quel mese, ma in seguito sarebbe stata utilizzata anche in altre occasioni ufficiali come la visita in Armenia da parte dello Shah di Persia Mohammad Reza Pahlavi. Chiaramente ispirata alle lussuose auto americane dell¡¯epoca come la Packard Carribean ed equipaggiata con un V8 da quasi 6 litri di cilindrata, la Zil era pesante ben 2.6 tonnellate ed aveva una velocit¨¤ di punta di circa 170 km/h. Oltre che dalle alte cariche sovietiche questo modello venne impiegato come auto di rappresentanza anche dal leader cubano Fidel Castro e da Erich Honecker, segretario generale del partito comunista della Repubblica Democratica Tedesca. Nel 2020 proprio la Zil utilizzata da Gagarin per il suo viaggio di trenta chilometri alla volta di Mosca ¨¨ stata messa all¡¯asta, senza successo, al prezzo di 2,9 milioni di dollari.
L¡¯ALFISTA Tere?kova
¡ª ?Un interessante aneddoto ¡°automobilistico¡± riguarda anche Valentina Tere?kova, prima donna a compiere un volo spaziale. La cosmonauta, rimasta in orbita tre giorni dal 16 al 19 giugno 1963, ebbe qualche anno dopo l¡¯occasione di compiere un viaggio in Europa Occidentale: nel 1967, in viaggio in Italia, chiese di poter visitare la fabbrica Alfa Romeo di Arese. Descritta come una grande appassionata di automobili, la Tere?kova fu prontamente accontentata dall¡¯allora presidente del Biscione Giovanni Luraghi: a sua disposizione fu messa anche una fiammante GT Junior, guidata da Valentina stessa nel corso della visita allo stabilimento.
? RIPRODUZIONE RISERVATA