Motore ¡°testacalda¡±, un solo cilindro e oltre 12mila cc di cilindrata, per trainare l¡¯Italia nell¡¯era della meccanizzazione del lavoro agricolo: il Super Landini ¨¨ un trattore leggendario, Re delle campagne nostrane tra gli anni Trenta e Cinquanta. Ecco le caratteristiche e la sua storia
Se alla Fiat e alla Piaggio va il merito di aver svolto un ruolo fondamentale nella motorizzazione di massa nell¡¯Italia post-bellica, nelle campagne del nostro Paese il passaggio dalla trazione animale ad un¡¯agricoltura meccanizzata ¨¨ stato trainato dalla Landini di Fabbrico (Re). Tra i modelli pi¨´ celebri e significativi della casa emiliana, fondata nel 1884 da Giovanni Landini, un posto d¡¯onore lo merita certamente il Super Landini, il trattore che forse pi¨´ di ogni altro ha contribuito alla modernizzazione agricola in un periodo, quello compreso tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, di cambiamenti epocali anche sul fronte della tecnica applicata alla produzione.
AUTARCHICO
¡ª ?Lanciato nel 1934 e conosciuto anche con la sigla S.L. 50, il Super Landini rappresentava la risposta tutta italiana ¨C anzi, "autarchica" visto il periodo ¨C ai coevi trattori statunitensi, potenti dominatori degli sterminati appezzamenti d¡¯Oltreoceano. Nonostante sia il pi¨´ noto tra i "testacalda" reggiani, il Super Landini non ¨¨ stato l¡¯unico mezzo prodotto dalla casa ad essere spinto da un motore di questo tipo: prima di lui avevano infatti visto la luce il 25/30 HP (1927) ed il 40 HP (1932); in seguito ne sarebbero arrivati molti altri ma nessuno sarebbe riuscito a scalfirne la fama. Perch¨¦? Perch¨¦ le sue doti tecniche, la sua robustezza e una cavalleria importante per l¡¯epoca ne fecero un trattore apprezzatissimo da contoterzisti e grandi agricoltori, coloro che potevano permettersi un mezzo cos¨¬ all¡¯avanguardia. Le stesse doti che gli permisero di sopravvivere alla Seconda Guerra Mondiale rimanendo in prima linea nei campi per ben due decenni, e che ne fecero un simbolo magistralmente sfruttato da una propaganda fascista intenta a celebrare le imponenti opere di bonifica portate avanti nel Ventennio.
TESTACALDA
¡ª ?Ma innanzitutto, perch¨¦ "testacalda"? Perch¨¦ il Super Landini, come i suoi predecessori, era equipaggiato con un motore a ciclo Sabath¨¦, un tipo di propulsore molto particolare in cui l¡¯accensione della miscela aria/combustibile non avviene n¨¦ grazie ad una scintilla (generata da una candela, come nei motori a benzina), n¨¦ per compressione (come sui motori diesel). Sui testacalda la combustione ¨¨ infatti innescata dalle alte temperature mantenute nella calotta, una precamera ricavata all¡¯interno della testata nella quale l¡¯iniettore nebulizza il combustibile. Se in pieno funzionamento la temperatura d¡¯esercizio della calotta (da 400 a 700 gradi circa) riesce ad auto-mantenersi, l¡¯avviamento richiede una procedura piuttosto complessa: per accendere il motore ¨¨ infatti necessario riscaldare manualmente, mediante una fiamma esterna, la testata metallica. Quando la calotta rovente raggiunge un colorito rosso cupo ¨¨ il momento di mandare il pistone in compressione, con un¡¯energica spinta ai volani che risveglia il gigantesco mostro.
UN CILINDRO, 12 LITRI
¡ª ?Non parliamo a caso di "pistone" al singolare, e a ben guardare nemmeno l¡¯epiteto di "mostro" risulta esagerato quando si parla del Super Landini. Il suo propulsore ¨¨ infatti un monocilindrico orizzontale a due tempi caratterizzato dalla stratosferica cilindrata di 12.200 cc, ottenuta grazie a misure di alesaggio e corsa degne di un¡¯unit¨¤ navale (240 x 270 mm). Per la somma gioia degli operatori, chiamati a sopportare vibrazioni che al minimo facevano oscillare avanti e indietro l¡¯intero veicolo. Nelle ultime versioni la potenza arrivava a circa 50 cavalli a poco pi¨´ di 600 giri/min (nelle prime 40-45 Cv), abbastanza per consentire il traino di attrezzi molto pesanti e l¡¯impiego statico di macchine come pompe o trebbiatrici, utilizzabili attraverso una presa di forza. Il cambio meccanico a tre marce pi¨´ retro, il motore e il differenziale svolgevano funzione portante; un¡¯altra peculiarit¨¤ era rappresentata dal raffreddamento a liquido con radiatore, che venne introdotto proprio sul Super Landini in luogo del precedente sistema ad evaporazione con vasca.
TRA DUE EPOCHE
¡ª ?Pesante tra le 3,5 e le 3,7 tonnellate, il Super Landini era dotato di quattro ruote metalliche in ghisa abbinate ad assi a ponte rigido, ma a partire da fine anni Quaranta furono rese disponibili anche le ruote gommate. Freni? Solo quello a mano, che agiva direttamente sulla trasmissione, sufficiente a fermare la trattrice anche alla velocit¨¤ massima di circa 10 km/h. A leva era persino l¡¯acceleratore, collocato sul lato sinistro, con la sola frizione comandata tramite pedale (sulla destra). L¡¯S.L. 50 fu costruito in pi¨´ di 3.000 esemplari fino al 1954, quando fu soppiantato dall¡¯L55, il testacalda pi¨´ potente mai prodotto da Landini. Uscendo di scena solo dopo aver trainato il Paese fuori dagli anni difficili del Secondo Conflitto, nella ripartenza di un¡¯Italia vogliosa di lasciarsi alle spalle guerra e sofferenza. Chiudiamo infine con una curiosit¨¤: proprio durante i primi anni Quaranta una versione generatore del monocilindrico testacalda era stata prodotta e utilizzata dalla stessa casa madre, che impieg¨° vari esemplari del cosiddetto Super Landini Fisso nella produzione di energia elettrica.
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