Costruito a partire dal 1985 con l'ambizione di rivaleggiare con Nissan Patrol e Mitsubishi Pajero, il Magnum non incontr¨° il favore della clientela e venne penalizzato da diverse vicende giudiziarie. Fu per¨° molto apprezzato negli Usa e fu, di fatto, antesignano dei futuri Sport Utility Wagon

Negli anni Ottanta furono diversi i tentativi messi in atto da ambiziosi costruttori italiani di sfondare nel mercato delle fuoristrada, sfidando miti consolidati quali la Land Rover e le emergenti Nissan Patrol e Mitsubishi Pajero. Nel 1985 Giuliano Malvino, dopo avere rilevato lo storico marchio della carrozzeria Fissore, cre¨° la Rayton Fissore con base operativa a Cherasco, nel cuneese, annunciando nel contempo l'inizio della produzione del fuoristrada?Rayton Fissore Magnum.

DOTAZIONI LUSSUOSE PER l' "ANTENATO" DEI SUV
¡ª ?Il design fu affidato alla mano esperta di Tom Tjaarda, gi¨¤ autore di diversi bolidi di successo tra cui la De Tomaso Pantera. Le dimensioni erano cospicue: alta 1.880 millimetri, larga 2.010 mm e lunga 4.570 mm, aveva una massa complessiva di circa 2.200 kg. La meccanica era in buona parte mutuata dall'affidabile Iveco 4X4 WM 40-10 da cui furono ripresi?differenziali, freni e sospensioni. La scocca si caratterizzava per il rivoluzionario sistema "Univis", una ossatura a tubi quadri con imbullonati i pannelli della carrozzeria. Questo sistema rinforzava ulteriormente la rigidit¨¤ del sottotelaio a longheroni e traverse. La carrozzeria era sobria, con paraurti in compositi o Pvc direttamente integrati nelle linee della Magnum ed una linea priva di fronzoli. Il Magnum fu, di fatto, il primo Suv ¡°ante litteram¡± della storia dell¡¯automotive. Due le motorizzazioni previste inizialmente entrambe a benzina: una Fiat 2.0 bialbero Volumex quattro cilindri ed una Alfa Romeo 2.5 V6 a sei cilindri. La potenza di queste motorizzazioni era rispettivamente di 138 e 160 Cv. Molti i particolari di lusso presenti sul Magnum tra cui le finiture in radica, l'aria condizionata, i vetri elettrici e l'impianto stereo a scomparsa.

L'INSOLITO SUCCESSO AMERICANO
¡ª ?Malgrado un allestimento molto dispendioso, il Magnum fatic¨° sui mercati europei, complici numerosi cambi di propriet¨¤ della Rayton Fissore. Agli occhi degli italiani non fu particolarmente gradito il look che alla lontana poteva ricordare quello di una Fiat Uno "bombata". Paradossalmente il Magnum incontr¨° il favore della clientela americana. Gli esemplari "stars and stripes" beneficiavano di motori 5.0 V8 Ford e 6.0 V8 Vortec GM abbinati ad un cambio automatico a quattro marce gi¨¤ molto apprezzato su vari modelli Jeep e Ford. A contribuire al successo statunitense anche un design aggiornato dalla Pininfarina introdotto a partire dalla fine degli anni Ottanta. Purtroppo, questo exploit non fu sufficiente a salvare la Rayton Fissore dal dissesto. Nel 1992 la casa piemontese fu dichiarata fallita dopo l'ennesimo passaggio di propriet¨¤, innescando una serie di risvolti giudiziari.

APPREZZATO DALLE FORZE DELL'ORDINE
¡ª ?Ben millecinquecento esemplari del Magnum vennero costruiti per le forze dell'ordine, in particolare per polizia e guardia di finanza, anche con carrozzeria blindata. Non era infrequente, fino alla scorsa decade, trovare esemplari del Magnum coi colori della polizia nelle principali piazze italiane. Rimase solo allo stato di prototipo invece il Magnum 4X4 Veicolo Attacco Veloce riservato all'Esercito. Dotato di otto posti e di motorizzazione Iveco Sofim da 2800 centimetri cubi quattro cilindri Turbodiesel, aveva tra le sue particolarit¨¤ due rollbar in cromo molibdeno smontabili, che consentivano a questo mezzo di essere potenzialmente aviolanciabile.

IL TRISTE EPILOGO DEL "SUV ITALIANO"
¡ª ?Dopo il fallimento della Rayton Fissore l'azienda fu riorganizzata come Fissore Co. rilevando anche uno stabilimento ex-Oto Melara a Gioia Tauro, con l'ambizioso progetto di produrre oltre ai Magnum anche la nuova Isotta Fraschini T8. Questo progetto non decoll¨° e la Fissore Co. fall¨¬ nel 2004 per poi venire rinominata Tas Fissore e sviluppare prototipi per conto terzi. Lo stabilimento di Cherasco pass¨° invece alla Magnum Industriale, che continu¨° a produrvi fuoristrada riservati alle forze dell'ordine fino al dissesto occorso nel 1999. L'americana Laforza rilev¨° la fabbrica nell'autunno 2000 dopo avere a lungo commercializzato con buoni risultati il Magnum negli Usa. La produzione continu¨° con il nome Laforza International fino al 2003, con i Magnum ora dotati di motori Ford V8, per poi cessare definitivamente nell'autunno di quell'anno. Finiva cos¨¬ la storia dell' "antenato" dei Suv, proprio mentre questo tipo di carrozzerie cominciava la sua poderosa ascesa sui mercati mondiali.
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