Ferrari F1-2000, la rossa di Schumacher che spezzò il lungo digiuno

Ventuno anni dopo il trionfo di Scheckter, una monoposto del Cavallino tornò a vincere un titolo piloti. Merito del genio di Rory Byrne e della maestria alla guida di Schumi

Introdotta il 7 febbraio 2000 a Maranello, la F1-2000 fu l’arma che permise alla Ferrari di spezzare il lungo digiuno nel Mondiale Piloti grazie a Michael Schumacher. Progettata da Rory Byrne, la F1-2000 era dotata di un telaio monoscocca in fibra di carbonio a nido d’ape, estremamente leggero; il profilo del muso era stato rialzato rispetto alla F399, con un baricentro abbassato alla luce del nuovo propulsore 049 a V con angolo di novanta gradi tra le bancate. La trazione della vettura era ovviamente posteriore, con una carreggiata anteriore di 1,470 metri ed una carreggiata posteriore di 1,405 metri. La frizione era multidisco, con cambio longitudinale Ferrari a sette marce semiautomatico sequenziale dotato di controllo elettronico. Differenziale autobloccante e freni a disco autoventilanti in carbonio. Indipendenti le sospensioni con puntone e molla di torsione sia anteriore che posteriore. I cerchi avevano un diametro di 13’’ con pneumatici Bridgestone.

UNA CAVALCATA TRIONFALE

La F1-2000 fu vista da molti come l’arma del riscatto del Cavallino rampante e non deluse le attese, con una doppietta già al debutto in Australia seguita dai successi di Michael Schumacher in Brasile e ad Imola. Seguì un periodo di appannamento nel quale la McLaren rialzò la testa, anche se ad Hockenheim Rubens Barrichello riuscì con un capolavoro di strategia ad imporsi sotto un cielo plumbeo, facendo tornare a suonare dopo sette anni il “Tema da Vitoria” caro ai piloti brasiliani. Dopo l’estate la F1-2000 riprese il largo. Le vittorie di “Schumi” in Italia, Stati Uniti e Giappone permisero al tedesco di aggiudicarsi il terzo titolo piloti personale con una gara d’anticipo. Per la Ferrari fu l’inizio di un periodo d’oro.

SUCCESSI A RIPETIZIONE

Dal progetto F1-2000 derivarono gli “upgrade” F2001 e F2002, caratterizzati da minimi ritocchi, principalmente a livello di aerodinamica date le nuove regole imposte dalla Fia, ma egualmente micidiali in pista. Nel 2001 Schumacher vinse il titolo già in Ungheria, l’anno successivo il tedesco sbriciolò ogni record laureandosi pentacampione già in occasione del GP di Francia. Più laboriosa la vittoria del titolo per la F2003-GA, così chiamata in onore dell'appena scomparso?Gianni Agnelli, con una McLaren capace di rialzare la testa grazie a Kimi Raikkonen. Un sofferto GP del Giappone, nel quale fu decisivo l’apporto di Rubens Barrichello, permise però al “Kaiser” Schumacher di vincere il sesto titolo, infrangendo il record di Juan Manuel Fangio.