Nba: Atlanta vola grazie ad Horford. Impresa Boston con i Jazz

Il gran momento di forma di Al Horford trascina Atlanta alla quinta vittoria in sei partite, stavolta sul campo non impossibile di Detroit, priva di tre uomini importanti. Ma con questo successo gli Hawks scalano posizioni e sono al momento quarti a Est. Boston chiude il tour de force di cinque trasferte di fila con un successo al supplementare sul campo dei Jazz grazie alla spinta decisiva di Paul Pierce, che con sette punti consecutivi nel cuore dell'overtime orienta la partita: aveva sbagliato il tiro della vittoria a fine tempi regolamentari, mentre al termine è Utah a sbagliare con Foye la possibile nuova parità. I Celtics mettono così in sicurezza la loro posizione playoff.

Viacheslav Kravtsov tenta di fermare Al Horford, impresa ardua. Ap

Detroit Pistons - Atlanta Hawks103-114
Al Horford è il motore della rinascita di Atlanta. Gli Hawks vincono per distacco a Detroit trascinati dal loro centro, che viaggia a 23,8 punti, 12,8 rimbalzi e il 69,6% al tiro nelle ultime sei partite. E in queste sei gare Atlanta ha perso solo contro Miami, rilanciandosi oggi al quarto posto a Est che vale il fattore campo al primo turno playoff, davanti per pochi centesimi di punti percentuali a Brooklyn, e inseguendo a due vittorie di distanza i Knicks terzi e a due e mezzo i Pacers secondi. Alla seconda di sei trasferte di fila, prima di andare in casa di Jazz, Suns, Lakers e Nuggets, gli Hawks approfittano del fatto di trovarsi di fronte i Pistons, con cui il gap tecnico è già fotografato dalla classifica, dilatato oltretutto dall'assenza di Knight (ancora fuori per l'iperestensione del ginocchio) e Bynum (sospeso per aver colpito Tyler Hansbrough), oltre ancora a Drummond (schiena). Atlanta scappa oltre la doppia cifra di margine con 11-2 poco prima del riposo e, già avanti, dilaga poi con un 14-2 in 3'30'' a metà terzo quarto fino al 60-86 firmato soprattutto da super Horford e da uno Smith a sua volta autore di 23 punti. Alla quarta sconfitta in cinque gare, Detroit tornerà al massimo a -16 nel miglior momento di una serata da 3/11 e 4 perse per Calderon, e poi a -12 nel finale sulle spalle di Jerebko, che col buon rendimento (21 punti con 9/12 e 6 rimbalzi in 25') a gara decisa probabilmente riuscirà a convincere il coach a dargli fiducia non solo per il garbage time. Senza la riserva Pachulia, appiedato da un problema al tendine d'achille, Horford ha dominato a rimbalzo anche per la tenuta in difesa dei suoi esterni che gli hanno permesso di presidiare l'area senza dover uscire troppo in aiuto. In una giornata da 26/46 da due appoggiandosi al 9/11 di Horford, Atlanta chiude anche con 14 triple (su 33) grazie al 5/7 di Korver e al 3/5 di Harris (11 punti e 3 assist in 13' dalla panchina), decisivi contro i Pistons da 3/14 di squadra, che oltre a Jerebko hanno ottenuto buone cose dando minuti ai rookie Kim English e Khris Middleton aprendo le gabbie delle seconde linee.
Detroit: Stuckey 22 (10/17, 2/2 tl), Jerebko 21, Monroe 15, Singler 13, English 10. Rimbalzi: Monroe 8. Assist: Calderon 9.
Atlanta: Horford 23 (9/11, 1/1, 2/3 tl), Smith 23 (8/13, 1/4, 4/6 tl), Teague 20, Korver 14, Harris 11. Rimbalzi: Horford 22. Assist: Teague 12.

DeMarre Carroll non riesce a fermare Paul Pierce. Ap

Utah Jazz - Boston Celtics107-110 dts
Paul Pierce prende per mano i Celtics. Il capitano segna a 36'' dalla fine dei regolamentari il canestro del vantaggio, poi dopo il pari a 21" dal termine di Burks su scarico di Hayward ha il tiro della vittoria ma il suo giro e tiro dai 6 metri contro Carroll finisce sul ferro. Così si riscatta al supplementare, quando segna 7 dei 13 punti dei Celtics, tutti di fila quando a metà overtime Boston è sotto 101-99, tutti in sospensione e con una tripla, per dare ai suoi il cuscinetto di vantaggio sul 101-106 a 1'12'' dal termine da poter gestire fino in fondo. Utah ha per le mani il tiro pulito per il secondo overtime, ma sulla rimessa a 1"2 dalla fine la tripla di Foye non prende neanche il ferro. Quello dei Celtics è un successo che pesa, perché a Salt Lake City i Jazz avevano vinto 12 delle ultime 14 partite e perché per Boston era la fine del giro di cinque trasferte: nelle quattro gare precedenti avevano vinto solo a Phoenix. Pur essendo alla quinta partita in sette giorni, in 53 minuti Doc Rivers se l'è giocata di fatto solo con 8 giocatori (più cinque minuti, con 1/2 e 2 punti per l'ultimo arrivato Jordan Crawford), spremendo da sei di loro la doppia cifra, tra cui la solita sostanza di Garnett e il massimo stagionale di Bradley. Proprio lui con due triple, insieme a quelle di Pierce e Lee aveva partecipato alla serie di sei tiri dalla lunga distanza (alla fine 10/27 con 4/9 di Terry) con cui Boston era entrata 80-72 nel quarto periodo sulla scia di un break da 20-4. Di là Corbin tiene fuori Tinsley ma al suo posto ottiene poco da Watson e Foye, meglio coi panchinari Burks e Hayward, ancora top scorer dei suoi con 4/7 da tre (nell'8/17 di squadra). Il frontcourt Jazz chiude con 46 punti segnati in tre, ma è con Kanter e Favors – oltre che con le seconde linee anche sul perimetro – che Utah rientra fino a strappare il supplementare, grazie agli 11 punti di Hayward nel quarto periodo. Boston vince la partita numero 10 su 14 dall'infortunio di Rondo, consolidando il settimo posto a Est. Settimi anche i Jazz a Ovest, ma con sola mezza vittoria di vantaggio su Houston ottava.
Utah: Hayward 26 (3/9, 4/7, 8/9 tl), Millsap 16, Williams e Jefferson 15. Rimbalzi: Jefferson 11. Assist: Millsap 5.
Boston: Pierce 26 (7/10, 3/10, 3/4 tl), Bradley 18, Bass 15, Terry e Lee 14, Garnett 13. Rimbalzi: Garnett 10. Assist: Pierce 8.