Nba, Howard trascina i Lakers; Miami allunga la striscia

Dwight Howard supera Vucevic : 39 punti e 16 rimbalzi. Reuters

In Nba è la notte della vendetta di Dwight Howard, che passeggia con la sua miglior prestazione stagionale sul campo della sua ex squadra, Orlando: la strategia di fermarlo con i falli si ritorce contro i Magic, perché il centro chiude con 39 tiri liberi tirati ma anche 39 punti, e la quarta vittoria di fila tiene in zona playoff i Lakers. Miami vince la gara consecutiva numero 19, terza striscia vincente più lunga della storia, trascinata da Wade contro una spenta Atlanta: gli Heat allungano così il miglior record della lega con una gara e mezzo di vantaggio su San Antonio, che paga le fatiche contro Oklahoma City e senza Duncan (oltre a Parker) cade a Minnesota sotto i colpi della tripla doppia di Rubio. Anche Boston tiene a riposo Pierce e si fa travolgere a Charlotte. A Washington non basta il miglior Wall della stagione, Cleveland la batte con Waiters a fare in maniera super le veci di Irving. Brooklyn continua con New Orleans il momento positivo, Dallas interrompe invece il momento brillante di Milwaukee e continua a sperare nei playoff. Memphis consolida il suo terzo posto provvisorio a Ovest vincendo anche a Portland.

Charlotte Bobcats–Boston Celtics 100-74
Boston (34-29) decide di far riposare Pierce, alla nona trasferta nelle ultime undici partite, e Charlotte (14-50) ne approfitta tornando al successo dopo 10 sconfitte di fila. Succede anche grazie al massimo in carriera di Henderson, free agent in estate, in una serata da 35 punti. Il resto lo fanno la doppia doppia di McRoberts diventato titolare e i 17 punti dalla panchina di Gordon. Alla seconda sconfitta di fila dopo Oklahoma City, i Celtics crollano con un secondo tempo da soli 29 punti, condannati alla lunga dal modesto 40.9% totale al tiro (2/10 di Garnett, 5 punti di Terry), poi il resto lo fa il dominio atletico sotto i tabelloni di Charlotte, che con 16 rimbalzi d'attacco controlla anche il numero dei possessi. I Bobcats prendono il largo con il 12-3 di inizio secondo tempo, per il 61-49 dopo 4'30'' da inizio ripresa, allungato poi con un 21-6 firmato da Henderson e McRoberts in '30'' tra la fine del terzo e la metà del quarto periodo fino all'89-65, prima del gran finale di Adrien che firma anche il +28.
Charlotte: Henderson 35 (10/17, 1/2, 12/12 tl), Gordon 17, McRoberts 13, Walker 10. Rimbalzi: McRoberts 10. Assist: Walker 4.
Boston: Green 14 (4/11, 6/8 tl), Crawford 14 (3/3, 1/3, 5/5 tl), Bass e Bradley 10. Rimbalzi: Bass 7. Assist: Terry e Lee 4.

Orlando Magic–Los Angeles Lakers 97-106
La grande notte di Dwight Howard. Nel giorno del ritorno da ex a Orlando, tradita in estate dopo un lungo tira e molla per andare ai Lakers, fischiato e insultato, Howard realizza la miglior prestazione stagionale eguagliando il suo record Nba ogni epoca per numero di tiri liberi tentati. Fermarlo col fallo è la strategia casalinga, dopo averla subita per anni quando Howard era in maglia Magic, ma funziona solo per il primo tempo, chiuso da Dwight con 19 punti e 10 rimbalzi ma solo 9/19 ai liberi, con Orlando tenuto in partita dai 15 punti di Harris (chiuderà anche con 15 rimbalzi, di cui 5 in attacco). Dopo aver anche discusso con la panchina dei Magic, nella ripresa però Howard dalla lunetta fa 16/20 e i Lakers prendono in largo, senza bisogno di chiedere a Bryant più degli 11 punti con 4/14 al tiro con cui chiude la serata, aggiungendo però 7 rimbalzi e 8 assist. Il break arriva con un 12-0 a metà terzo quarto per andare oltre la doppia cifra di margine, esteso con l'8-0 di inizio ultimo periodo dall'impatto dalla panchina di Meeks e soprattutto Jamison fino al +16. Quando Orlando tornerà a -9, ironia della sorte sarà l'8/8 finale dalla lunetta di Howard a ricacciarla indietro. I Magic pagano la gara da 39,8% al tiro, con solo 2/13 da tre della coppia Nelson (anche 6 perse) – Afflalo. Alla quarta vittoria di fila, e nona nelle ultime undici partite, i Lakers tornano ottavi da soli con mezza gara di vantaggio su Utah. E arriva anche la notizia che Pau Gasol, fermo per la fascite plantare al piede destro, avrebbe ricominciato a correre.
Orlando: Nelson 21 (8/11, 1/8, 2/3 tl), Harris e Afflalo 17, Udrih e Harkless 12. Rimbalzi: Harris 15. Assist: Nelson 7.
LA Lakers: Howard 39 (7/13, 25/39 tl), World Peace 14, Nash Bryant e Meeks 11, Jamison 10. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Bryant 8.

Cleveland Cavaliers–Washington Wizards 95-90
Priva per il prossimo mese di Kyrie Irving, Cleveland (22-42) reagisce con un successo, come già era successo durante la sua assenza a inizio stagione. A trascinarla contro Washington (30-42), dopo aver perso 4 delle ultime 5 partite sono l'attenta regia di Livingston, il lavoro a rimbalzo d'attacco di Thompson (decisivo in una gara di basse percentuali), quattro triple di Gee e soprattutto la brillantezza della quarta scelta assoluta Waiters, che segna 12 dei suoi 20 punti negli ultimi 7'20'' quando c'è da chiudere la partita. Peggiore squadra Nba in trasferta con 25 sconfitte in 30 gare, ai Wizards non basta il massimo stagionale di un super Wall da 27 punti e 14 assist e si fa sentire la quarta gara di fila senza Beal, perché a parte le cinque triple di Webster e la quantità vicino a canestro di Okafor e Nenè poco o nulla viene dal resto della rotazione, con una panchina da 11 punti e 4/21 al tiro in tutto, nessuno oltre i tre punti. Partiti forte, gli ospiti hanno rovinato tutto con i soli 32 punti nei quarti centrali: è la quinta sconfitta nelle ultime sette partite. Perdono contatto con la partita quando a fine terzo quarto restano quattro minuti senza segnare (0/5 al tiro e una persa), subendo l'8-0 delle seconde linee dei Cavs per andare oltre la doppia cifra di vantaggio sul 76-65. Washington torna dal -12 a 4'29'' dalla fine al -3 con la schiacciata di Nenè a 45'' dal termine, ma il 4/4 dalla lunetta di Waiters mette al sicuro il successo casalingo.
Cleveland: Waiters 20 (5/11, 0/2, 10/14 tl), Gee 17, Thompson 13, Ellington e Livingston 12, Miles 10. Rimbalzi: Thompson 14. Assist: Livingston 6.
Washington: Wall 27 (7/15, 13/14 tl), Okafor 18, Webster 17, Nenè 15. Rimbalzi: Okafor 11. Assist: Wall 14.

Brooklyn Nets–New Orleans Hornets 108-98
Brook Lopez “posterizza” con una tremenda schiacciata il fratello Robin e guida Brooklyn (38-27) al quarto successo in cinque partite che vale il consolidamento del quarto posto a Est, a due vittorie di distanza dalla seconda piazza. I Nets dominano a rimbalzo (7 in attacco per Evans, 5 per Wallace, 4 per Blatche) e capitalizzano il maggior numero di possessi con la capacità di Wallace, Williams e Lopez di conquistare viaggi in lunetta: così, e coi 14 punti in 22' dalla panchina di Brooks, non sentono neanche l'assenza di Joe Johnson (tallone). Brook Lopez chiuderà con 10/15 al tiro, anche in sospensione, contro i 15 punti con 8 rimbalzi del fratello Robin. Gli Hornets (22-43) pagano l'assenza, oltre che di Jason Smith, anche dell'influenzato Ryan Anderson dalla panchina, anche se con ampio minutaggio (37') Anthony Davis risponde con numeri interessanti: 17 punti e 11 rimbalzi di cui 4 in attacco con 5 stoppate, e nelle ultime cinque gare ha 17 punti di media con 12 rimbalzi, il 52.9% al tiro e 2.4 stoppate. Ma non basta la quantità sul perimetro di Gordon e Vasquez perché New Orleans eviti la nona sconfitta in dodici partite che la relega all'ultimo posto a Ovest. La differenza la fanno tra la fine del terzo e l'inizio del quarto periodo proprio le seconde linee, perché Blatche (12 dei suoi 18 punti già nel secondo quarto) e Brooks ispirano il 14-3, poi sigillato da Deron Williams, della fuga 92-81 a inizio ultimo quarto, da cui gli ospiti torneranno al massimo sul -7.
Brooklyn: Lopez 26 (10/15, 6/8 tl), Williams 21, Blatche 18, Brooks 14, Walalce 13. Rimbalzi: Evans 13. Assist: Williams 13.
New Orleans: Gordon 24 (5/9, 3/8, 5/5 tl), Davis 17, Lopez e Vasquez 15, Thomas 12. Rimbalzi: Davis 11. Assist: Vasquez 14.

Un'acrobazia di Dwyane Wade: 23 punti contro Atlanta. Reuters

Miami Heat–Atlanta Hawks 98-81
Dopo Indiana, Miami (48-14) supera di slancio anche l'altro ostacolo consistente che poteva essere Atlanta (34-29) e metterà adesso la propria striscia di 19 successi consecutivi, la quinta più lunga della storia Nba, alla prova delle prossime cinque gare in trasferta. Ma mercoledì a Philadelphia gli Heat potrebbero eguagliare la terza più lunga di sempre, quella dei Bucks '70/71, a quota 20. Gli Hawks sono alla sesta sconfitta in sette partite, partono con soli 18 punti nel primo quarto e neanche ci provano in un quarto periodo da 16, stoppati non dal 5/22 da tre ma dalla valanga di rimbalzi concessi (14 in attacco per Miami) e di perse (22, in nove giocatori almeno con 2). Così Miami vince sul velluto anche in una giornata da 42.7% al tiro. Succede perché LeBron James va in lunetta (9/12) restando produttivo (15 punti, 7 rimbalzi, 7 assist) anche in una giornata da 3/11 dal campo, e Wade vola con 5 recuperi e i suoi lampi attaccando il ferro: nelle ultime dieci partite Dwyane ha 26.2 punti di media (oltre 3 più di LeBron, che ne ha fatti 28 in tutto nelle ultime due gare) con il 59.8% dal campo e 2.8 recuperi, alla più lunga striscia in carriera di partite (10) da almeno 20 punti col 50% al tiro. Sono i suoi 9 punti nel secondo quarto a mandare 57-44 al riposo gli Heat, le cui spaziature incredibili sono un rebus insolubile per Atlanta, mai in partita. Con questo successo Miami, che aveva già blindato il primato a Est, si porta a una gara e mezzo di vantaggio su San Antonio per il miglior record Nba.
Miami: Wade 23 (9/17, 0/1, 5/6 tl), James 15, Bosh e Chalmers 14, Allen 12. Rimbalzi: Haslem 11. Assist: James 7.
Atlanta: Smith 15 (7/14, 0/2, 1/2 tl), Horford e Teague 12. Rimbalzi: tre con 6. Assist: Harris e Teague 4.

Milwaukee Bucks–Dallas Mavericks 108-11
Vince Carter, 23 punti con 4 triple e un gran finale da 10 punti negli ultimi quattro minuti, firma a Milwaukee (32-30) il quarto successo di fila di Dallas (30-33), striscia più lunga eguagliata della stagione dei texani che continuano a sperare nella missione impossibile dei playoff: l'ottavo posto a Ovest, ora occupato dai Lakers, è lontano tre vittorie. Jennings-dipendenti, i Bucks interrompono un periodo da sei vittorie in sette gare proprio per la giornata no dell'ex romano, abulico, tenuto al minimo stagionale di 4 punti (2/7, con 5 assist). E a inizio ripresa Boylan lo deve levare di corsa quando i suoi errori hanno lasciato campo libero al break di 12-2 con cui Dallas è scappata 57-75 al ritorno dal riposo, dopo aver chiuso con un 27-10 il primo tempo per rientrare dal super primo quarto da 35 punti segnati (record stagionale) con cui pure Milwaukee pareva aver iniziato la sua serata col piede giusto. Invece Mayo e Wright puniscono gli errori casalinghi per la fuga, e i Bucks torneranno al massimo sul -5 a 4'39'' dalla fine guidati da Redick (6/7 da due e 1/6 da tre) in un perimetro completato da un efficace Dunleavy (4/5 da tre) e da un Ellis alla sesta gara di fila sopra i 20 punti. Qui però arriva la zampata di Carter con una tripla, poi un'altra due minuti dopo, e a 45'' dal termine i tiri liberi che chiudono definitivamente i giochi dopo che Milwaukee sul -6 aveva sbagliato il jumper per rientrare oltre con un Ilyasova a sua volta anonimo (7 punti con 3/9). Con la sostanza da 19 punti e 11 rimbalzi di Nowitzki, e il massimo in carriera da 14 punti del rookie Crowder, i Mavs non sentono neanche l'assenza per la terza gara di fila di Marion (polpaccio) con una giornata da 30/53 da due e 9 giocatori con almeno 7 punti segnati. E' per Dallas la quinta vittoria in sei partite: nella striscia, Carter ha 17.2 punti col 55.5% da tre. Senza Mbah-a-Moute, Milwaukee invece resta ottava a Est e perde la possibilità di riavvicinare le sconfitte Atlanta e Boston, che restano distanti una vittoria e mezzo.
Milwaukee: Ellis 32 (10/18, 2/6, 6/6 tl), Dunleavy 18, Redick 17, Udoh 14, Sanders 12. Rimbalzi: Sanders 12. Assist: Ellis 9.
Dallas: Carter 23 (2/4, 4/6, 7/7 tl), Nowitzki 19, Crowder e Mayo 14, M.James 13. Rimbalzi: Nowitzki 11. Assist: M.James 7.

Minnesota Timberwolves–San Antonio Spurs 107-83
A 24 ore di distanza dal successo su Oklahoma City per consolidare il primato a Ovest, San Antonio (49-16) affonda sul campo di Minnesota (22-39), che aveva perso 25 delle ultime 31 partite. L'eroe di serata non può che essere Ricky Rubio, alla prima tripla doppia in carriera che esalta la ferocia e furbizia difensiva di sempre. Ma quelli di fronte erano la controfigura degli Spurs, più vicini a quelli del -30 con Portland che al successo sui Thunder, anche per le assenze: all'infortunato Parker, si sono aggiunti Duncan e Leonard che Popovich ha deciso di tenere a riposo. E anche Ginobili ha giocato solo 8' nella ripresa: non che con lui le cose siano andate meglio, anzi ha chiuso con un -30 di plus-minus i suoi 22'. Il 2/10 al tiro dall'argentino (0/4 da tre) si è aggiunto al 3/11 di Diaw (altro 0/4 da tre) e all'1/10 di Splitter, ovvero i protagonisti del giorno prima con Oklahoma City. San Antonio finisce la giornata con 29/82 al tiro, affondando a partire da un secondo quarto da soli 10 punti: negli ultimi tre periodi ha segnato 55 punti col 29% al tiro. Ma non ha senso andare a parlare di assenze in casa di Minnesota, che a quelle di Love e degli altri lungodegenti ha aggiunto di recente anche quelle del resto della frontline, Pekovic e Kirilenko. E infatti è con l'incredibile propulsione della trazione posteriore che i Wolves divorano la partita: le quattro point-guard di Adelman chiudono con 68 punti totali e 11/18 da tre (12/20 complessivo di squadra). Non solo Rubio dunque, ma dalla partita arrivano anche i fuochi d'artificio di un Barea da 5/7 da tre e 5 assist e uno Shved che con 3/4 da oltre l'arco e 8 assist prova a tirarsi fuori di forza da un periodo pessimo. Ma è Rubio il dominatore assoluto. San Antonio mantiene una partita e mezzo di vantaggio sui Thunder in testa a Ovest ma è altrettanto il distacco ora da Miami per il miglior record della lega.
Minnesota: Rubio 21 (8/12, 1/5, 2/3 tl), Barea 17, Shved 16, Ridnour 14, Williams 13. Rimbalzi: Rubio 13. Assist: Rubio 12.
San Antonio: Joseph 15 (4/8, 1/1, 4/4 tl), Jackson 14, De Colo 13, Green 10. Rimbalzi: Splitter 11. Assist: Mills 6.

Portland Trail Blazers–Memphis Grizzlies 97-102
Dopo aver saltato i due precedenti stagionali, il ritorno dell'ex Zach Randolph dall'infortunio alla caviglia guida a Portland (29-34) i Grizzlies (43-19) alla vittoria numero 13 nelle ultime 14 partite: in questo frangente hanno perso solo contro gli Heat delle 19 vittorie consecutive. Non rischiano in casa dei Blazers, traditi dalla giornata da 40.5% al tiro contro una delle migliori difese delle Nba, che concede ai padroni di casa solo tre giocatori in doppia cifra (tra cui Lillard alla settima gara di fila sopra i 20 punti), ingabbiando invece Batum, Hickson e Matthews a 6/25 complessivo dal campo. Memphis è guidata dal massimo in carriera di 15 assist di Conley, in una sera da 31 assist su 39 canestri che rendono insolitamente fluido l'attacco ospite, che ha comunque i suoi tre migliori realizzatori nei lunghi Gasol, Randolph e Davis, concretizzando così la superiorità in area. A Portland non basta un quarto periodo da 39 punti, dopo averne segnati 40 in tutto il primo tempo, perché i Grizzlies si erano già costruiti un margine di sicurezza sul 51-66 a 3' dalla fine del terzo periodo, approfittando di un periodo da un solo canestro in sette minuti dei Blazers. Nel finale i padroni di casa tornano ripetutamente fino a 5 punti di margine, ricacciati indietro prima da una tripla di Prince, poi dal 9/10 ospite dalla lunetta nell'ultimo minuto. Al momento per pochi millesimi percentuali i Grizzlies sono terzi a Ovest davanti ai Clippers ma hanno giocato tre partite in meno.
Portland: Aldridge 28 (10/19, 8/8 tl), Lillard 27, Maynor 11. Rimbalzi: Aldridge e Batum 10. Assist: Lillard 7.
Memphis: Gasol 20 (8/13, 4/6 tl), Randolph 18, Conley e Davis 14, Allen 12. Rimbalzi: Randolph 10. Assist: Conley 15.