Nba, Miami vola a 17, San Antonio che tonfo

LeBron James ancora una volta sugli scudi. Ap

Al successo consecutivo numero 17, maturato contro Philadelphia, Miami strappa il miglior record della lega a San Antonio, che ancora senza la stella Parker viene travolta in casa sotto 136 punti e 29 di scarto da Portland. Ad approfittare del passo falso Spurs sono anche i Thunder, che dilagano sui Bobcats peggiore squadra Nba, e si preparano alla sfida di lunedì coi texani in vetta alla Western Conference. Houston fa il colpo a Golden State e la riavvicina al sesto posto a Ovest, tenendo a distanza tutte le inseguitrici (a segno anche Dallas a Detroit coi liberi decisivi di Collison), così come Memphis consolida la sua quarta posizione battendo Cleveland. Alle spalle degli Heat, Indiana riprende il secondo posto a Est con un largo successo a Orlando, mentre il successo su Washington permette a Brooklyn (col record di triple nel primo tempo di Williams) di difendere la quarta piazza, mentre alle spalle Boston batte Atlanta all'overtime di una splendida gara e la raggiunge al sesto posto. Sacramento lascia Phoenix all'ultimo posto a Ovest.

Charlotte Bobcats-Oklahoma City Thunder 94-116
Avanti tutta. Oklahoma City (46-16) travolge Charlotte (13-49) centrando la quarta vittoria consecutiva e regalando anche un po' di riposo ai titolari, a cui il coach Brooks risparmia l'ultimo quarto d'ora di partita a risultato già acquisito. "E' bello avere un po’ di riposo ogni tanto" ha detto Kevin Durant, miglior realizzatore dei Thunder con 19 punti in appena 24'. Quella della seconda potenza dell'Ovest sui Bobcats, arrivati alla nona sconfitta di fila, è stata una vera e propria prova di forza: alla fine del terzo quarto il successo di Oklahoma era già in cassaforte, grazie al 90-66 con gli ospiti che viaggiavano col 59% dal campo (9/16 da tre), tenendo gli avversari al 36,4% (con 4/18 da dietro l'arco). Spinta da 13 punti di Henderson, Charlotte ha provato a lottare nel primo periodo, chiuso avanti 29-28, ma ha alzato bandiera bianca quando i Thunder hanno infilato un 19-0 in apertura di secondo quarto tenendo i Bobcats a 0/10 dal campo. La squadra di Michael Jordan ha incassato cosi la 22ª sconfitta nelle ultime 24 esibizioni casalinghe.
Charlotte: Henderson 21 (6/12, 1/1, 6/6 tl), Gordon 19, Adrien 12. Rimbalzi: Adrien 6. Assist: Henderson 5, Williams 5.
Oklahoma City: Durant 19 (5/9, 1/3, 6/7 tl), Sefolosha 13, Fisher 13. Rimbalzi: Thabeet 8. Assist: Durant 7.

Paul George a canestro. Ap

Orlando Magic-Indiana Pacers 86-115
Reazione d’orgoglio. Indiana (39-23) dimentica la sconfitta all’ultimo secondo contro Boston di mercoledì scorso travolgendo Orlando (17-46) per prepararsi al meglio alla super sfida di domenica con Miami. "Nella Nba conta molto come reagisci in situazioni difficili come quella in cui ci siamo trovati noi dopo aver visto la gara contro i Celtics sfuggire di mano - ha detto coach Frank Vogel -. Penso che abbiamo reagito alla grande". Trascinati da Paul George, i Pacers hanno piegato i Magic martellandoli 11/19 da tre, segnando 50 punti in area e tenendo gli avversari al 39% al tiro. Orlando parte meglio grazie alle 2 triple iniziali di Afflalo e Harkless, poi è assolo Pacers: 22-15 alla prima sirena, 53-38 al riposo e fuga definitiva nel terzo quarto, quando George esplode con 18 punti e trascina Indiana fino al 88-63 di fine periodo. Per i Magic è il quinto k.o. nelle ultime 6 partite.
Orlando: Afflalo 19 (4/10, 2/3, 5/5 tl), Udrih 12, Vucevic 12. Rimbalzi: Harris 8. Assist: Udrih 7.
Indiana: George 25 (4/7, 4/5, 5/5 tl), Hansbrough 18, Augustin 14. Rimbalzi: West 7. Assist: Augustin 8.

Brooklyn Nets-Washington Wizards 95-78
Il signore delle triple. La grande notte di Deron Williams, 9 tiri da tre a bersaglio nel primo tempo (nuovo record Nba) e 11 in totale, permette a Brooklyn (36-26) di travolgere Washington (19-41) e centrare la seconda vittoria consecutiva. Il play dei Nets nel primo tempo segna 33 punti, tanti quanti gli avversari, e mette a referto le sue prime 4 triple nei 4’ inaugurali, lo stesso tempo che i Wizards ci impiegano per segnare il primo punto. "Dopo averne infilate un paio mi sentivo come se qualsiasi cosa tirassi verso il canestro fosse destinata ad entrare, quindi ho continuato a tirare" ha raccontato Deron. Alla vittoria dei Nets ha dato un forte contributo anche Reggie Evans, che ha messo a referto il massimo in carriera alla voce rimbalzi (24). Brooklyn, che ha chiuso col 39,5% al tiro e dominato 61-44 a rimbalzo, ha messo a sicuro il risultato col 16-0 iniziale e non si è più voltata indietro, infliggendo a Washington la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite.
Brooklyn: Williams 42 (4/8, 11/16, 1/1 tl), Lopez 11, Evans 11. Rimbalzi: Evans 24. Assist: Williams 5, Wallace 5.
Washington: Wall 16 (6/18, 0/1, 4/6 tl), Nene 11, Seraphin 11. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Price 4.

O.J. Mayo e Darren Collison protagonisti. Ap

Detroit Pistons-Dallas Mavericks 99-102
Harakiri sfiorato. Dallas (28-33) si fa rimontare un vantaggio che era di 15 punti (88-73) a 9'44" dalla fine, ma riesce comunque a battere Detroit (23-41) e centrare la terza vittoria nelle ultime 4 partite. "Non abbiamo giocato bene nell’ultimo periodo - ha ammesso il coach dei Mavs Rick Carlisle -, ma siamo comunque riusciti a vincere e questo è positivo". Dallas, spinta da 19 punti di Mayo, dal 10/17 da tre e dal 57,1% dal campo, sembra essere al sicuro quando Carter firma l’88-73 con 9'44" da giocare, ma Detroit ha ancora energia: trascinati da Villanueva e Middleton (22 punti in due nel periodo conclusivo), i Pistons sorpassano sul 97-96 a 2'29" dalla fine. Nowitzki però si carica sulle spalle i Mavs, e con 4 punti di fila li riporta avanti (100-97) con 1’32” sul cronometro. Detroit sbaglia tre tiri di fila ma mantiene vive le speranze quando Villanueva centra il 100-99 a 6” dalla fine. Collison però non sbaglia dalla lunetta e confeziona la quarta sconfitta consecutiva dei Pistons.
Detroit: Knight 21 (7/11, 2/6, 1/1 tl), Monroe 14, Middleton 14. Rimbalzi: Maxiell 13. Assist: Knight 7.
Dallas: Mayo 22 (2/6, 5/9, 3/4 tl), Wright 14, Nowitzki 12. Rimbalzi: Nowitzki 7, Carter 7. Assist: Collison 8.

Cleveland Cavaliers-Memphis Grizzlies 92-103
Vita senza Zach Randolph. Con i colpi di Marc Gasol e un terzo quarto super, Memphis (41-19) passa a Cleveland (21-41) ottenendo la terza vittoria di fila senza il suo miglior realizzatore e rimbalzista. "Abbiamo tante opzioni anche senza Zach, e stiamo tutti giocando bene” ha detto Gasol, alla 15ª doppia doppia stagionale e capace di segnare almeno 20 punti per la quarta volta nelle ultime 5 partite. I Grizzlies sono alla 11ª vittoria nelle ultime 12 partite, ottenuta tirando col 52,3% dal campo e con 5 giocatori in doppia cifra. La differenza, dopo un primo tempo equilibrato chiuso da Cleveland avanti 51-48, l’ha fatta il terzo periodo, in cui Memphis ha demolito i Cavs 32-18 infilando 13 tiri su 21 (nemmeno una tripla tentata) e tenendo i padroni di casa a 5/17 dal campo nonostante gli 8 punti di Irving. Sotto 80-69 quando iniziano gli ultimi 12’, Cleveland prova a reagire tornando fino a 88-84 con Irving a 5’37” dalla fine, ma Memphis scappa di nuovo grazie a Conley e Bayless infliggendo ai Cavs il terzo stop nelle ultime quattro partite.
Cleveland: Irving 24 (10/18, 1/3, 2/2 tl), Miles 13, Gee 12. Rimbalzi: Thompson 10. Assist: Walton 5.
Memphis: Gasol 22 (11/16), Conley 17, Bayless 17. Rimbalzi: Davis 9. Assist: Conley 11.

Paul Pierce affrontato da Josh Smith. Reuters

Boston Celtics–Atlanta Hawks 107-102 dts
Già avversaria ai playoff dell'anno scorso (serie finita 4-2), l'ultima volta che Boston (34-27) sfidò Atlanta fu il giorno in cui perse fino a fine stagione Rajon Rondo. Da allora ha vinto 14 partite su 18 e questa sfida playoff con gli Hawks (34-27) è la quinta vittoria di fila, maturata all'overtime di una gara retta sulle giocate geniali, oltre che sulle prestazioni totali, di Josh Smith da una parte e Paul Pierce dall'altra, 32 e 27 punti a testa, entrambi vicini alla tripla doppia. Ma la stella di Atlanta, inarrestabile, sbaglia il canestro vittoria a fine regolamentari di fronte a Bass e poi perde un paio di palloni decisivi a fine supplementari. Pierce invece (7/9 da due) segna due canestri chiave per la parità al 48' e infine all'overtime, dopo un primo canestro da tre di Green sul -4 che riaccende Boston, segna la tripla del vantaggio Celtics e poi penetra per scaricare a Terry la tripla del 105-102. Dopo un'altra persa di Smith, Atlanta difende invece di fare fallo subito ma finirà per mendare comunque in lunetta a 9" dalla fine per il 107-102 della staffa un Terry da 19 punti, 5 assist e 3/4 da tre. A trascinare i Celtics, il 10/20 da oltre l'arco complessivo e i tre “vecchi” Pierce-Terry-Garnett (che ha avuto tra le mani il jumper della vittoria a 3"' dalla fine dei regolamentari). Oltre a Smith, a un Horford da 5 rimbalzi d'attacco e un Teague da 26 punti, 9 assist e 3/5 da tre, gli Hawks sono però traditi dalla povertà della propria panchina, da dove arrivano solo 8 punti e 2/12 al tiro. Uno di questi canestri è il 92 pari di Korver (che sbaglierà gli altri sei tiri della sua serata) a 1'31"' dalla fine dei regolamentari: è il culmine dell'11-2 con Smith protagonista con cui Atlanta rimonta dall'82-70 maturato a inizio quarto periodo col 10-0 bostoniano firmato Crawford. Per gli Hawks, nel mezzo di 10 partite su 14 in trasferta, è la quarta sconfitta in cinque partite, raggiunti al sesto posto a Est proprio dai Celtics, a mezz avittoria di distanza da Chicago quinta.
Boston: Pierce 27 (7/9, 3/7, 4/6 tl), Terry 19, Garnett 17, Green 12. Rimbalzi: Garnett 8. Assist: Pierce 7.
Atlanta: Smith 32 (10/18, 3/9, 3/4 tl), Teague 26, Horford 22, Harris 12. Rimbalzi: Horford 13. Assist: Teague e Smith 9.

Miami Heat–Philadelphia 76ers 102-93
Miami estende a 17 successi consecutivi la striscia vincente più lunga della franchigia, la 12esima migliore nella storia della Nba e la migliore di questa stagione, eguagliando quella dei Clippers e conquistando il miglior record della lega al momento (46-14). Con uno sprint finale nell'ultimo quarto e mezzo, gli Heat vincono da copione sui Sixers (23-38, alla sconfitta numero 11 nelle ultime 12 gare, la quarta di fila) e conquistano la qualificazione matematica ai playoff con... 22 partite d'anticipo. Reggendosi sul 12/15 di Thaddeus Young (ma 12/37 gli altro quattro titolari) e su una giornata da 10/21 da tre (8/13 dalla panchina, bene Wright e Williams), Philadelphia è addirittura avanti 60-51 poco prima della metà del terzo periodo, ma da qui in poi subisce il 48-31 casalingo: pesa alla lunga la giornata da 4/13 di Turner e da 9 punti con 3/11 e 4 perse di Holiday. Prima di tornare in panchina già a otto minuti dalla fine, lo sprint decisivo è di LeBron James, che chiude il terzo quarto con la tripla che fa rimettere la testa avanti a Miami e apre il quarto con le entrate a canestro, in uno contro uno e in transizione, che accendono il decisivo break di 10-0 con cui gli Heat toccano l'86-77 a 8'37"' dal termine sugli errori di Turner, Wright e Wilkins, esteso da Wade e Bosh sul 97-83 a 3'19'' dalla fine. Wade continua il momento d'oro da 27 punti di media col 61.3% al tiro nelle ultime otto partite. In una giornata da 34/58 da due per tornare sopra i 100 punti segnati dopo quattro partite, gli Heat si reggono anche sul contributo di Battier e Allen dalla panchina a supporto dei Big Three. La striscia vincente di Miami fronteggia ora la sfida più dura, messa alla prova domenica in casa con Indiana (seconda a Est) e martedì con Atlanta.
Miami: James 25 (8/14, 2/3, 3/5 tl), Wade 22, Bosh 16, Allen 12, Battier 11. Rimbalzi: James 10. Assist: James 5.
Philadelphia: T.Young 25 (12/15, 1/2 tl), Wright 14, Hawes 13, Wilkins 12, Turner 10. Rimbalzi: Hawes 10. Assist: Holiday 13.

Per Damian Lillard 35 punti Reuters

San Antonio Spurs – Portland Trail Blazers 106-136
Con una torrida giornata al tiro che vale il massimo realizzativo stagionale e una ripresa da ben 79 punti, e un quarto periodo in cui ha quasi doppiato i padroni di casa da 46-24, Portland (29-32) sfodera tutto il proprio arsenale e ferma gli Spurs (48-15), che per pochi punti percentuali perdono il miglior record della lega a scapito di Miami. I Blazers hanno una giornata super da 61,6% al tiro con 13/21 da tre, con Aldridge-Hickson oltre il 60% vicino a canestro e trascinata dal 5/7 da oltre l'arco di Matthews e da tre triple nell'incredibile giornata da 35 punti di Lillard, affiancato dalla panchina da un Maynor da 6/8 da due, 2/3 da tre e 6 assist. Certo San Antonio era senza Parker, fuori un mese, a innescare un attacco per potersela giocare a chi segna di più, ma ai texani e mancata la consistenza: difensiva, anche contro una squadra in giornata inarrestabile, e mentale, senza il leader tecnico al timone. Dopo aver vinto sette partite nelle nove trasferte di fila, le sei gare consecutive in casa (serie che si chiuderà lunedì nella sfida in vetta a Ovest coi Thunder) sono state un boomerang per gli Spurs, che nelle cinque giocate fin qui hanno perso contro i Suns ultimi a Ovest e hanno rimediato in questa gara con Portland la seconda peggior sconfitta interna della loro storia. Anche senza Neal, non è bastato un Ginobili da 17 punti nelle ultime tre partite, stavolta 7 perse in coppia con Duncan in una gara in cui il 38/65 finale da due ha tenuto comunque gli Spurs in partita fino al -6 prima che Lillard chiudesse con un canestro il terzo periodo. E' stato quello per il rookie dei Blazers, alla quinta gara di fila da almeno 20 punti, e in una trance da 14 punti in 4' segnati in tutti i modi (da tre, dalla media, in entrata, con fallo, dalla lunetta...), l'inizio del break di 15-2 che ha spaccato la partita, guidando Portland all'84-103 a 10' dalla fine con Maynor. Ancora Lillard segna 9 punti in un minuto a metà quarto periodo, quando ormai gli argini Spurs hanno ceduto fino al -31 nell'ultimo giro di lancette. I Blazers, il quarto successo in sei partite, si portano a due vittorie e mezzo di distanza dall'ottavo posto a Ovest che vale i playoff.
San Antonio: Duncan 18 (8/14, 2/2 tl), Ginobili e Leonard 16, Joseph 13, Green 10. Rimbalzi: Duncan 8. Assist: sei con 3.
Portland: Lillard 35 (9/16, 3/4, 8/8 tl), Aldridge 26, Hickson 23, Maynor 20, Matthews 15. Rimbalzi: Hickson 11. Assist: Lillard 9.

Sacramento Kings–Phoenix Suns 121-112
Nella sfida in coda alla Western Conference, Sacramento (22-42) trivella da ogni posizione la retina di Phoenix e lascia i Suns (21-41) all'ultimo posto a Ovest in coabitazione con New Orleans. Reduci da nove sconfitte in undici partite, i Kings hanno una serata super del trio Evans-Thomas-Thornton, che chiudono con 13/18 da tre, intorno a un ritrovato Cousins (9/13 e miglior rimbalzista e assistman dei suoi dopo 5 gare da 9.8 punti con 30.9% al tiro). Di fronte non aveva Gortat, che Phoenix ha appena perso fino a fine stagione per un infortunio al piede destro, e O'Neal, assente per motivi di salute della figlia. Anche senza Shannon Brown, i Suns pescano un buon contributo dalla panchina con Beasley e con gli 11 punti in 15' di Dudley non partito titolare. Le ultime speranze degli ospiti si infrangono quando sotto 116-112 palla in mano a 17" dalla fine Thomas ruba il pallone a Dragic. Ma Sacramento aveva guidato per tutta la ripresa, anche 98-87 a 8' dalla fine prima dell'8-0 di Phoenix firmato dalle entrate di Dragic, Scola e Marcus Morris per il -3 a 6'50" dalla fine. Qui però i californiani ipotecano il successo con 11 punti in due minuti, grazie a tre triple di cui due di Thornton per andare 111-100 a 4' dalla fine e ribadire il +11 con la tripla di Evans a 2'44" dal termine. Da qui in poi non segneranno più dal campo ma è già abbastanza per reggere ai 10 punti in fila di Beasley e poi al 7-0 che riporta i Suns sul -4 nell'ultimo minuto. Prima della gara, la doccia fredda per i Kings arriva dal commissioner David Stern, che ha dichiarato troppo bassa l'offerta degli imprenditori locali capeggiata da Mark Mastrov e Ron Burkle per tenere la squadra a Sacramento, rispetto a quella da 341 milioni del gruppo di imprenditori di Seattle capeggiato da Chris Hansen e Steve Ballmer di Microsoft. Il sindaco californiano Kevin Johnson, peraltro ex Suns, si è detto fiducioso che l'offerta locale salirà. I proprietari Nba metteranno ai voti il futuro dei Kings a metà aprile.
Sacramento: Thomas 27 (4/8, 4/5, 7/7 tl), Evans 25, Thornton 23, Cousins 22, Thompson 12. Rimbalzi: Cousins 14. Assist: Cousins 7.
Phoenix: Beasley 24 (8/17, 2/4, 2/3 tl), Johnson 19, Dragic 17, Scola 14, Marc.Morris 12, Dudley 11. Rimbalzi: Scola 9. Assist: Dragic 16.

Golden State Warriors–Houston Rockets 88-94
Due dei miglior attacchi della Nba si impaludano in una serata rispettivamente da 37.9% al tiro per Golden State e 36.5% Houston, così a decidere è la capacità dei texani di conquistare viaggi in lunetta. A pesare nel 25/34 ai tiri liberi dei Rockets sono il 6/8 di Harden e il 2/2 di Lin quando, dall'86 pari a 3'49'' dalla fine, loro riescono a segnare (e vincere) muovendo solo così il tabellone mentre di fronte i Warriors si impantanavano sbagliando 7 dei loro ultimi 8 tiri. Sull'88-89 i californiani sbagliano una tripla con Jack, poi dopo un libero di Harden sbagliano un jumper con Barnes in serata no, e comunque dopo il +4 dalla lunetta di Lin avrebbero ancora con Curry la tripla del -1 a 33'' dalla fine ma la sbagliano, così come poco dopo Delfino ruba palla a Lee per il successo che rimette in discussione le gerarchie a Ovest. I Rockets infatti (34-29) non solo tengono a distanza di sicurezza di due vittorie i Lakers noni, ma si riavvicinano a un solo successo di differenza dal sesto posto nella Western Conference proprio di Golden State (35-28). In una disastrosa giornata da 0/9 da due (12/39 di squadra), James Harden riesce a essere comunque decisivo con le sue penetrazioni, da cui nascono i falli per l'11/14 ai liberi e i mille “penetra e scarica” a esaltare l'assetto a lungo scelto dei quattro piccoli, con in campo un positivo Delfino da 12 punti con due triple. Degli 11 assist di Harden, molti innescano la gran serata da 6/8 da tre (nel 15/35 di squadra) di un super Parsons da 26 punti in serata e 24.3 di media nelle ultime sei partite con un incredibile 61.3% da oltre l'arco. Golden State si reggie solo sulla coppia Curry-Thompson, che in coppia fanno 7/14 da tre e 46 punti, ma 42 il resto dei Warriors.
Golden State: Curry 24 (5/13, 3/8, 5/7 tl), Thompson 22, Lee 16. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Curry 8.
Houston: Parsons 26 (3/5, 6/8, 2/2 tl), Harden 20, Lin 15, Delfino 12. Rimbalzi: Asik 17. Assist: Harden 11.

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