Minnesota cerca il rilancio
Rubio-Love, ma c'è di più

Ricky Rubio e Kevin Love, i fari di Minnesota. US Presswire

Per un allenatore Nba che ha lavorato altrove, trovare una nuova squadra è come muoversi in una casa arredata: servono occhio, un forte senso degli odori e un intero rotolo di sacchi della spazzatura. L’hai acquistata perché ti piacevano la posizione e la pianta del piano ma, caspita, quel divano deve sparire. E a cosa stavano pensando i precedenti proprietari quando hanno comprato quella lampada? Per non parlare poi di quelle macchie sul tappeto…Per Rick Adelman e il suo staff la scorsa stagione a Minnesota è andata più o meno così. Adelman, fino a quel momento estraneo al modo di perdere e ai gusti eclettici di Minnesota, è sopravvissuto alla situazione, si è messo a sgobbare e ha portato i Timberwolves a 26 vittorie in 66 partite, un totale che la squadra non aveva mai ottenuto nei cinque anni precedenti con un calendario completo e che equivale, su 82 partite, a 32 successi, un notevole balzo in avanti rispetto al record di 17-65 della stagione 2010-11. Lo scorso anno nessuno staff alla guida di una nuova squadra ha ottenuto dei simili risultati. Adesso il coach si presenta al via con un progetto ancora più ambizioso – riportare la franchigia ai playoff per la prima volta dal 2004 -, con qualche problema legato agli infortuni e con una barcata di volti nuovi. Il cassone dell’immondizia non c’è più: quando inizierà la stagione 2012-13, saranno solo tre i giocatori nel roster – Kevin Love, Nikola Pekovic e Luke Ridnour - a essere scesi in campo con la maglia dei Timberwolves prima dell’arrivo di Adelman.

dov'erano i wolves — Quando Ricky Rubio si è infortunato contro i Lakers all’inizio di marzo, i Wolves erano due gare sopra il 50% di vittorie (21-19), alla pari con i Rockets nella corsa all’ottavo posto a Ovest. Da quel momento, Minnesota è diventata un caso interessante ai fini della candidatura del playmaker spagnolo al premio di "Most Valuable Rookie" della Nba, una miscela immaginaria tra i premi di Mvp e di Rookie of the Year: senza Rubio, i Wolves hanno ottenuto un record di 5-21, chiudendo la stagione con una penosa striscia di 1-13. Forse Adelman in quei momenti non sarà riuscito a dare abbastanza calci nel sedere ai suoi giocatori e a fare quindi la differenza, ma sicuramente avrà preso nota: infatti molti degli acquisti dei Wolves sono arrivati dopo delle cessioni. Michael Beasley, Darko Milicic, Wes Johnson, Wayne Ellington e un paio di altri giocatori sono stati costretti a fare le valigie.

dove sono adesso — Non sappiamo se Adelman abbia convinto il presidente David Kahn o se sia stato il proprietario Glen Taylor ad ascoltarlo, ma il roster dei Wolves ha guadagnato esperienza, maturità e volti quantomeno familiari, se non del tutto conosciuti: Brandon Roy, Andrei Kirilenko, Greg Stiemsma e Dante Cunningham. Minnesota aveva una scelta al primo giro del draft? Adelman ha preferito prendere da Houston un tiratore utile come Chase Budinger. Il successo di Rubio ha inoltre incoraggiato i Wolves ad acquistare la guardia russa Alexey Shved e a proseguire per la seconda stagione consecutiva la transizione verso l’Europa. Love, dopo aver conquistato la medaglia d’oro all’Olimpiade di Londra e aver giocato nella nazionale statunitense con alcune stelle della Nba con esperienza nei playoff, dovrebbe essere più in forma che mai: trarrà sicuramente beneficio da un anno di esperienza in più dopo essersi immerso nel sistema di gioco di Adelman. Pekovic è una macchina e lo scorso anno si è fatto strada fino al terzo posto nella votazione per eleggere il giocatore più migliorato della Nba.

l'ostacolo più duro — Purtroppo molte delle speranze di Minnesota dipendono da tre ginocchia: quello sinistro di Rubio, ricostruito dopo un intervento chirurgico, ed entrambi gli arti di Brandon Roy, che dovrebbe essere guarito. Capiremo molto della stagione dei Wolves quando scopriremo quanto ci metterà il primo a tornare ai livelli della sua annata da rookie - quando i suoi passaggi e la sua difesa avevano impressionato e sorpreso tutti - e se il secondo riuscirà ad arrivare, o quantomeno ad avvicinarsi, alla forma da All Star dei giorni di Portland. A metà estate si è detto che Rubio sarebbe stato pronto per tornare a gennaio e la dirigenza si è ripromessa di non mettergli fretta: ma se i Wolves partissero male? Se non fossero soddisfatti del rendimento di Luke Ridnour e J.J. Barea? Se Shved non avesse un impatto immediato? Se Roy, anche se magari non c’entra niente, dovesse avere delle difficoltà o i suoi problemi fisici dovessero riacutizzarsi? L’ex guardia dei Blazers ha grandi qualità ed è potenzialmente un leader, ma nonostante i trattamenti di centrifuga del sangue, se la cartilagine non c’è c’è poco da fare.

dove andranno — Ci sono altri punti di domanda su una squadra che dovrebbe essere quantomeno spettacolare, con alcune storie interessanti sia dentro che fuori dal campo (78 delle 82 partite dei Wolves saranno trasmesse in diretta televisiva, anche da tre trasmissioni nazionali). Kirilenko tornerà rinvigorito dopo un anno di assenza dalla Nba o, a 31 anni, avrà perso qualcosa? Shved riuscirà a reggere l’urto? Derrick Williams, seconda scelta assoluta nel 2011, riuscirà a difendere da ala piccola, il ruolo nel quale ha più possibilità di avere minuti a disposizione? Anche senza aver preso Nic Batum (Minnesota è partita all’assalto, ma i Blazers hanno pareggiato l’offerta e lo hanno trattenuto a Portland) i Wolves sono convinti di avere un roster versatile, con giocatori che possono coprire due o tre posizioni diverse. Adelman crede che con un vero e proprio training camp, con dei giorni di allenamento e con un’altra stagione a contatto con il suo sistema di gioco Minnesota sarà in grado di accelerare lungo la curva inclinata che conduce ai playoff. E questo è sicuramente positivo, perché a 66 anni il coach non è a Minneapolis solo per aggiungere altri anni di lavoro alla sua pensione. Il 71enne Taylor ha cominciato a cedere gradualmente le sue quote di maggioranza e le lancette dell’orologio cominciano a ticchettare sul contratto rinnovato da Love: nessuno sa ancora dove sarà l’ala dopo il 2015. Prima della scadenza del mercato, fissata per febbraio, Williams dovrà cominciare a dimostrare qualcosa. Minnesota ha ambizioni e necessità di rilanciarsi nella Nba: e forse è davvero il momento.