Roy, una seconda chance
"A Minnesota torno grande"

Il coach dei Timberwolves, Rick Adelman, ha fatto sentire la sua presenza fin dal primo giorno in cui ha preso in mano le redini della squadra, nella scorsa stagione. La sua ventennale esperienza come capo allenatore e i suoi precedenti di successo gli hanno permesso di acquisire un’immediata credibilità all’interno di uno spogliatoio impaziente di uscire dai bassifondi della Nba e di compiere il passo decisivo per parlare finalmente di playoff. Adelman ha un’idea ben precisa sulla tipologia di giocatori che vuole nel roster: elementi versatili, disposti a lavorare duro e a costruire una chimica di squadra e che siano in grado di dare il massimo contributo nel giorno della partita. Le sue idee, i suoi successi e il modo in cui lavora con i giocatori hanno consentito ad Adelman di diventare un allenatore rispettabile: in molti vorrebbero giocare alle sue dipendenze.

Il sorriso di Brandon Roy, ex Washington University. Ap

roy come ai vecchi tempi — Per questo quando la guardia Brandon Roy ha deciso di tornare nella Nba, e Minnesota ha mostrato interesse nei suoi confronti, c’è stato un messaggio particolare che è diventato subito più chiaro per il giocatore. "Ho parlato con alcune persone nell’ambiente della Nba e mi hanno detto di sfruttare al volo l’opportunità di giocare per coach Adelman – ha dichiarato Roy -. Mi ha colpito in particolare il modo in cui gestisce giocatori che magari sono reduci da qualche infortunio, riuscendo comunque a tirare fuori il massimo da loro. Lui è stato il principale motivo della mia scelta". Adelman è stato una delle numerose persone che hanno aiutato Roy, rientrato ufficialmente nella Nba ieri al Target Center, a scegliere la sua futura squadra. Il giocatore, che ha saltato l’intera stagione 2011-12 a causa di persistenti problemi alle ginocchia, è l’acquisto più recente dei Timberwolves: torna dopo aver lasciato il basket, dopo aver messo a riposo le ginocchia e dopo essersi sottoposto a una terapia con iniezioni di Regenokine che gli hanno permesso di tenere sotto controllo il gonfiore e il dolore che, in precedenza, gli avevano dato numerosi problemi. Roy ha precisato ieri di non aver mai considerato la sua assenza come un ritiro, ma solo come una pausa dal gioco che ha sempre amato, necessaria per capire se era ancora in grado di essere competitivo ai massimi livelli. Dopo uno stop di un paio di mesi per recuperare in modo naturale prima di sottoporsi al trattamento con il Regenokine, Roy ha iniziato a verificare se le sue capacità erano ancora intatte. Si è allenato a Los Angeles con Bill Bayno, assistente dei Wolves con il quale aveva lavorato anche ai tempi di Portland, che ha ammesso di essere rimasto assolutamente impressionato dalla qualità del gioco di Roy e di aver rivisto il "B-Roy di un tempo". Del resto il cestista dei Wolves ha spiegato che è proprio questo l’obiettivo: Roy non sta cercando di tornare per essere solo il decimo giocatore in panchina, ma ha comunicato ufficialmente il suo rientro nella lega solo quando ha capito di essere ancora in grado di giocare agli stessi livelli del passato.

Nuova maglia per Roy: i Twolves sono in crescita. Ap

seconda chance — Roy ha incontrato Bayno, Adelman e David Kahn, presidente delle basketball operation di Minnesota, a Los Angeles ed ha subito avuto l’impressione di un interesse reciproco. Con l’arrivo dell’ex giocatore di Portland, che ha partecipato a tre edizioni dell’All Star Game e che è noto per essere una delle persone più piacevoli nella Nba, i Wolves si sono assicurati un giocatore esperto, con un grande talento in fase conclusiva e con la personalità giusta per inserirsi nello spogliatoio e mettersi al servizio della squadra. Per questo l’acquisto di Roy, pur essendo un’operazione abbastanza inaspettata, giustifica l’entusiasmo sprigionato ieri dai Wolves. "L’arrivo di Brandon è del tutto inatteso - ha ammesso Kahn – visto che lui ha deciso di tornare a giocare solo in tarda primavera dopo aver lasciato il basket per una sola stagione. Posso solo dire che sono felicissimo del fatto che abbia scelto noi e non un’altra squadra per riprendere la sua carriera". Dopo gli incontri iniziali con Bayno - con il quale ha un legame forte fin dai tempi di Portland - e dopo aver parlato con Kahn e Adelman, Roy ha capito che Minnesota poteva essere una buona soluzione per la seconda fase della sua carriera. Di conseguenza si è messo in contatto con alcuni amici vicini alla dirigenza dei Wolves, con la guardia di Minnesota Luke Ridnour, con l’ex guardia-ala dei Wolves Martell Webster e con Will Conroy, che aveva partecipato al training camp della squadra: ognuno di loro ha accolto favorevolmente la decisione di Roy di giocare nei Timberwolves e anche per questo, oltre che per il fatto che il club sta prendendo una direzione ben precisa, il giocatore ha capito che Minnesota sarebbe stata una destinazione accogliente per lui. Nella scorsa stagione i Wolves, che possono contare su una squadra ricca di talento trascinata dall’All Star Kevin Love, dal brillante playmaker Ricky Rubio e da Nikola Pekovic nell’area pitturata, hanno dimostrato di essere pronti a lottare per un posto nei playoff prima che una serie di infortuni mettesse fine alle loro speranze. Lo scorso 9 marzo, nel giorno dell’infortunio al legamento crociato anteriore che ha costretto Ricky Rubio a chiudere in anticipo la stagione, Minnesota aveva un record di 21-19.

minnesota rinforzata — In questo precampionato, i Wolves si sono messi all’opera per cercare di risolvere uno dei punti deboli che si portavano dietro fin dalla scorsa stagione, vale a dire il gioco sulle ali. Con l’acquisto dell’ala ex All Star Andrei Kirilenko, delle ali Chase Budinger e Robbie Hummel e della guardia Alexey Shved, i Wolves hanno acquisito forza e atletismo rinforzando la difesa, ma in vista della stagione 2012-13 hanno anche dato profondità alla squadra, che sarà sicuramente più versatile nella fase offensiva. Con Roy, che per due anni ha segnato più di 20 punti a stagione ed è stato tra i primi dieci marcatori della Nba, i Wolves si sono assicurati un’altra arma offensiva nota per la capacità di segnare canestri decisivi quando il risultato è in bilico. "Volevo solo ricominciare ad allenarmi ed essere un giocatore importante, in grado di aiutare una squadra a compiere il passo decisivo - ha spiegato Roy - e ho capito che a Minnesota c’era tutto quello che stavo cercando. David mi ha parlato a lungo dei giocatori che aveva intenzione di prendere e credo che quello di Andrei Kirilenko sia un acquisto importantissimo. Credo che ci siano tutte le componenti giuste, la dirigenza ha intenzione di andare avanti con questa squadra e di continuare a migliorarla e io desideravo far parte di questa crescita". Kahn ha spiegato a Roy che dipenderà solo da lui guadagnarsi un ruolo importante all’interno della squadra. La tenuta e la longevità del suo ginocchio sono ancora un’incognita ed è ancora da capire quanti minuti sarà in grado di giocare Roy all’inizio e nel corso dell’anno: il giocatore ha ammesso che essere nelle migliori condizioni fisiche durante i playoff è fondamentale per la stagione di una squadra. Ma ieri, quando Roy ha incontrato i membri della dirigenza dei Wolves, gli abbonati e i media, non c’era il minimo dubbio su come si sentisse dopo la decisione di trasferirsi a Minneapolis. Brandon è veramente entusiasta di tornare nella Nba e di guardare al futuro insieme alla dirigenza dei Timberwolves: nonostante abbia dovuto trascorrere l’intera giornata tra interviste, incontri e spot pubblicitari, non ha mai perso il sorriso ed è pronto a iniziare la seconda fase della sua carriera. "Sognavo di far parte di una squadra e di aiutarla a compiere passi in avanti – ha ammesso Roy –. Per questo sono felice di essere qui, insieme a mia moglie. Siamo entusiasti di far parte di questa comunità e non vedo l’ora di creare un legame con i tifosi: spero che abbiano l’opportunità di applaudire una grande squadra".