Brandon Roy non si arrende
"Lotto per tornare a giocare"

Brandon Roy, 28 anni, 326 gare in carriera in Nba. US Presswire

Brandon Roy non è ancora pronto a mettere fine (di nuovo) alla sua carriera nella Nba. La guardia di Minnesota ha annunciato che si sottoporrà a un ulteriore trattamento per curare il dolore cronico alle ginocchia, nella speranza di tornare presto a giocare. "Negli ultimi giorni ho valutato tutte le opzioni possibili per cercare di proseguire la mia carriera – ha spiegato il 28enne Roy -. Ho deciso di prendere in considerazione delle ulteriori opzioni di trattamento e un programma di riabilitazione estensiva: il mio obiettivo è sempre stato, ed è tuttora, quello di tornare a giocare nelle migliori condizioni possibili e di dare il mio contributo alla squadra".

dolore cronico — Roy, che ha partecipato a tre edizioni dell’All Star Game, aveva già annunciato il ritiro prima dell’inizio della scorsa stagione quando giocava con Portland a causa del dolore dovuto alla mancanza di cartilagine nelle ginocchia. La miglior matricola del 2006-07 aveva perso quello stile di gioco elegante e quell’efficacia in fase realizzativa che gli avevano permesso di imporsi come una delle migliori guardie della lega e come una delle colonne portanti dei Blazers. Ma dopo aver saltato l’intera stagione, durante l’estate Roy si è sottoposto a una terapia di plasma arricchito e le sue condizioni sono migliorate a tal punto da spingerlo a tornare. Le lusinghe dei Twolves sono risultate più convincenti rispetto a quelle di Dallas, Chicago e Golden State, e Roy ha firmato un biennale da 10 milioni parzialmente garantito. Durante il training camp Brandon sembrava in grado di tornare ai livelli di Portland, ma durante una partita di preseason contro Milwaukee Roy ha subito un colpo alle ginocchia in uno scontro con Ersan Ilyasova, e da quel momento tutto si è complicato. A novembre Brandon si è sottoposto a un intervento chirurgico in artroscopia al ginocchio destro: tre giorni fa è tornato ad allenarsi e si è dichiarato ottimista sulla sua possibile presenza in campo contro i Suns. Ma due giorni fa Roy non ha preso parte all’allenamento, poi non si è presentato alla seduta prima del match contro Phoenix. Negli ultimi due giorni Brandon è stato tormentato dai dubbi: ritirarsi o sottoporsi a un ulteriore trattamento medico e a un’ulteriore riabilitazione.

futuro — Il presidente dei Twolves David Kahn è stato piuttosto vago sullo specifico trattamento a cui potrebbe sottoporsi Roy, ma ha dichiarato che il club spera di cominciare a vedere qualche risultato in 3-4 settimane. "Siamo fiduciosi che tutto vada per il meglio, ma siamo anche pronti al peggio - ha detto Kahn -: la squadra deve capire che la situazione di Roy potrebbe anche non risolversi. Faccio il tifo per Brandon e spero che tutto si risolva, ma dobbiamo prepararci all’eventualità che questo non succeda ed essere ancora più pronti in tutto quello che facciamo". Quest’anno Roy ha collezionato solo 5 presenze: ha una media di 5.8 punti e 2.8 rimbalzi a partita e non gioca dal 9 novembre. Come previsto dal contratto collettivo, a inizio gennaio Minnesota potrebbe recuperare 5 milioni di dollari di spazio salariale se Roy decidesse di ritirarsi. L’opzione prevista dal contratto di Roy, che il prossimo anno consentirebbe a un’altra squadra di non iscrivere quei soldi a bilancio, potrebbe aprire degli interessanti scenari di trade. "C’è stata una discussione molto salutare e franca in merito, siamo pronti a salvaguardare gli interessi del club - ha spiegato Kahn – e anche Roy sa come tutelare i suoi. Brandon sa che dovremo prendere la decisione più giusta per il bene della squadra: lo accetta e ci ha persino incoraggiato a farlo". È una scelta difficile anche per i Wolves, che speravano che in questa stagione Roy potesse assicurare 25-30 minuti a partita e che potesse essere quel giocatore d’esperienza sul perimetro di cui avevano assolutamente bisogno, in grado di spezzare la difesa avversaria e andare al tiro nelle fasi decisive del match. In questo senso l’inizio di stagione del rookie Alexey Shved è stato molto promettente, ma il russo ha ancora bisogno di fare esperienza e finora è stato molto discontinuo. I Wolves hanno perso Josh Howard e Malcolm Lee, sempre a causa degli infortuni, e contro i Suns hanno dovuto fare a meno anche di Ricky Rubio a causa di alcuni spasmi alla schiena, restando con tre sole guardie a disposizione. "La Nba non aspetta – ha dichiarato il tecnico dei Wolves, Rick Adelman -. Le partite non vengono fermate e poi rinviate, bisogna solo continuare a giocare". Adelman ha ammesso di essere molto dispiaciuto per Roy, un giocatore di 28 anni che molto probabilmente dovrà mettere fine alla sua carriera agonistica se la situazione non dovesse migliorare in modo drastico e, a questo punto, inaspettato. "Roy si è impegnato moltissimo per cercare di rientrare, ma ci sono state alcune complicazioni – ha spiegato Adelman -. Adesso sta continuando a lottare: sta a lui valutare quello che sarà in grado di fare e se ci sono i margini per tornare a giocare".