Nba, la partenza è vicina
In 5 rivogliono i playoff

Mancano ormai pochi giorni all’inizio dei training camp, e ci sono 30 squadre profondamente convinte che questo sia l’anno giusto, nel quale tutto andrà per il meglio. Per Miami sarà la stagione della riconferma, per Oklahoma City quella in cui finalmente riusciranno a vincere il titolo o, nel caso di squadre come Sacramento, Detroit e New Orleans, l’anno in cui si può far bene ai playoff. Il potere dell’ottimismo si materializzerà in tutto il suo spendore quando i giocatori si riuniranno per le fasi inziali della stagione 2012-13. Non tutti questi sogni saranno realizzati e ovviamente vedremo squadre convinte di essere pronte a fare il salto di qualità, quando in realtà il campo decreterà il contrario. Oggi però vogliamo soltanto concentrarci sugli esempi positivi e proveremo a guardare nella nostra sfera di cristallo per cercare di indovinare quali sono le squadre con le carte in regola per mantenere le promesse, basandoci su ciò che hanno fatto vedere l’anno scorso, cosa hanno fatto al draft e durante l’offseason (sia nel mercato dei free agent che con gli scambi). Ovviamente non c’è alcuna garanzia; gli infortuni e altri imprevisti possono cambiare il destino di una squadra in qualsiasi momento. Dopo questa premessa, siamo pronti ad illustrarvi quelle che, a nostro parere, sono le cinque squadre emergenti, cinque franchigie andate in lotteria che possono puntare a un posto nei playoff.

Kyrie Irving è la speranza principale di Cleveland. Archivio

CLEVELAND CAVALIERS — (21-45 la scorsa stagione) – L’addio di LeBron James ci aveva portati a credere che la squadra sarebbe rimasta nei bassifondi della classifica per 5-6 anni, avviando un processo di ricostruzione senza colpi di rilievo. L’arrivo di Kyrie Irving ci ha però costretti a cambiare idea. Il roster della squadra si sta rafforzando piano piano per fornire a una stella come Irving un gruppo di comprimari capaci di dar fastidio ai playoff nel prossimo futuro. Anderson Varejao sembra essere ancora lo stesso visto a Londra durante i Giochi Olimpici e anche Tristan Thompson ha dimostrato durante la scorsa stagione di avere buone prospettive future. I due saranno i pilastri di un pacchetto lunghi che comprende il rookie Tyler Zeller e il lavoratore infaticabile Samardo Samuels. L’unica cosa che ci preoccupa riguardo ai Cavaliers è se il rookie Dion Waiters sia pronto o meno per essere il braccio destro di Irving. Siamo rimasti sorpresi della sua scelta nel Draft di giugno, ma poi abbiamo cambiato idea quando vari coach e dirigenti fidati ci hanno parlato del giocatore dopo il Draft. In sintesi, con lo spavaldo Irving al comando (ha imparato dai migliori durante questa estate a Las Vegas), i Cavaliers quest’anno hanno una seria chance.

MILWAUKEE BUCKS — (31-35 la scorsa stagione) – Non è un caso che nel 2010 John Hammond, gm dei Bucks, sia stato eletto Dirigente dell’Anno. Se crede che il duo Monta Ellis-Brandon Jennings sia la chiave per riportare la squadra ai playoff, noi ci fidiamo delle sue parole. E nemmeno abbiamo bisogno che tenti di convincerci, Ellis è da sempre stato inserito nella nostra personale lista dei giocatori più sottovalutati, mentre Jennings continua a fare il suo senza che gli venga dato il rispetto che merita per i miglioramenti che ha fatto da quando è in Nba. Hammond non ha avuto paura ad ammettere che Andrew Bogut non era il tassello giusto per la squadra e cederlo è stata una manovra che poterà rivelarsi un fiasco completo o un colpo di genio, a seconda di cosa farà il giocatore con la maglia dei Golden State Warriors. I Bucks, invece, punteranno sulla fisicità dei lunghi in questa stagione, potendo contare su Sam Dalembert, Drew Gooden, Larry Sanders, Ekpe Udoh e il rookie John Henson a dar battaglia nell’area pitturata. Ersan Ilyasova ha fatto vedere buone cose durante la scorsa stagione e questo dovrebbe costituire un’ulteriore dose di speranza per i tifosi riguardo a questa stagione e al futuro della franchigia. Giocatori come Ilyasova, lavoratore altruista bravo su entrambi i versanti del campo, abile al tiro dalla stanza e con il fisico e la flessibilità che gli permettono di ricoprire tre ruoli, non si trovano tutti i giorni. In sintesi, la pressione è tanta e Scott Skiles, coach dei Bucks, ha dimostrato di lavorare bene in questo tipo di situazioni.

MINNESOTA TIMBERWOLVES — (26-40 la scorsa stagione) – Prima di perdere Ricky Rubio durante la scorsa stagione, i Timberwolves sembravano una squadra in anticipo di un anno sulla loro tabella di marcia e in grado di rovinare la festa ad alcuna squadre nei playoff della Western Conference. Lo spagnolo starà fuori fino a dicembre, ma ci sono comunque dei motivi che ci fanno credere che la squadra di Rick Adelman sia pronta a fare un salto di qualità durante questa stagione, sia che Rubio possa tornare fin da subito a dettare i tempi sia che le cose vadano diversamente. Con un rivitalizzato Brandon Roy a tenere il campo insieme all’ala forte All Star Kevin Love, sarà divertente guardare questa squadra. Roy, inoltre, è un altro tiratore decisivo a fine partita a disposizione dei Timberwolves. Ci si aspetta che Love faccia ancora un passo avanti nel suo percorso che lo porterà a diventare l’ala forte più completa di questo sport (sì, avete letto bene); e riceverà l’aiuto di giocatori rocciosi come Nikola Pekovic, Greg Stiemsma e il nostro favorito, Dante Cunningham. Quest’anno, il valore aggiunto dei Timberwolves è una panchina migliore. Aleksey Shved, Andrei Kirilenko e Chase Budinger saranno utili nel backcourt e nelle rotazioni. Quando Rubio tornerà, la squadra avrà coperto tutte le posizioni. In sintesi, se Derrick Williams riuscirà a trovare i suoi spazi durante questa stagione, questa squadra diventerà molto pericolosa.

NEW ORLEANS HORNETS — (21-45 la scorsa stagione) – C’è un gran movimento di giovani a New Orleans, con la prima scelta Anthony Davis, la guardia rookie Austin Rivers e il sottovalutatissimo rookie Darius Miller pronti a suonare la carica degli Hornets. Abbiamo già visto e sentito abbastanza dai compagni e dai preparatori della nazionale durante le Olimpiadi su Anthony Davis per dire che la sua presenza in campo farà una gran differenza sul fronte difensivo fin da subito per gli Hornets, già ben organizzati in questo versante grazie alla guida di Monty Williams. Non dimentichiamoci di Eric Gordon e la sua capacità di segnare a livelli alitissimi e di essere un leader in attacco quando la sua squadra ne ha bisogno. Gordon è un professionista tra i professionisti e non riteniamo che possano esserci ancora dei problemi derivati dalla sua estate trascorsa come restricted free agent. E, ripensando ai suoi tempi al liceo (quando d’estate giocava a basket insieme a Derrick Rose), Gordon non dovrebbe avere nessun problema a condividere i riflettori o il peso del backcourt con un’altra guardia di alto livello. L’arrivo di Ryan Anderson dà agli Hornets un’altra dimensione offensiva non presente la scorsa stagione. Ci sono poi giovani talenti, per la maggior parte ancora da dimostrare, a dare una mano con le rotazioni anche se nessuno di loro è ancora pronto per fare grandi cose. In sintesi, Robin Lopez e Jason Smith dovranno essere pronti a dare una mano per reggere il peso della squadra cosicché Davis possa crescere in attacco e potenziare il fisico il prima possibile.

PHOENIX SUNS — (33-33 la scorsa stagione) – Abbiamo già parlato di cosa aspetti Goran Dragic nell’anno in cui sostituirà Steve Nash come leader dei Suns. Possiamo quindi azzardarci a dire che i due mesi strepitosi di Dragic a Houston vogliono dire che il giocatore sia pronto a guidare la squadra a tempo pieno? Certo che sì. Stiamo facendo la stessa cosa che hanno fatto i Rockets quando hanno lasciato andar via Dragic per investire su Jeremy Lin credendo che i suoi due fantastici mesi a New York siano solo un anticipo di ciò che ci aspetta. Chiamateci pazzi se tutto dovesse rivelarsi solo una nuvola di fumo. La squadra è piena di giocatori scartati da altre franchigie, a partire da Michael Beasley fino a Luis Scola, sui quali si dovrebbe puntare molto a pieno diritto. Il rancore è spesso stato uno dei motivatori più efficaci della styoria del campionato (vedere i Pistons che hanno vinto il titolo nel 2004, una squadra piena di giocatori emarginati almeno una volta nell’arco delle loro carriere). Almeno Alvin Gentry, coach dei Suns, potrà puntare su questo per stimolare i suoi ragazzi. Se da una parte l’evoluzione di Marcin Gortat dovrebbe continuare anche senza Nash a dargli una mano, la squadra potrà contare in futuro su un altro pezzo pregiato man mano che il rookie Kendall Marshall prenderà sempre più confidenza con un ruolo di primo piano. Non dimentichiamoci Markieff Morris che potrebbe esplodere in questa stagione. In sintesi, questa è un po’ un’eccezione nella nostra lista, ma c’è qualcosa in questa squadra ancora disordinata che suscita il nostro interesse. Se Beasley decidesse finalmente di giocare come sa, allora fate attenzione.