Lin-Houston, rinasce l'amore
"Entusiasta di essere qui"

Jeremy Lin immaginava di dover tenere una conferenza stampa del genere a New York. Invece, si è ritrovato a parlare del suo nuovo contratto con gli Houston Rockets nello stesso impianto dove si era allenato, in condizioni di virtuale anonimato, sette mesi fa prima di essere tagliato. Lin è di nuovo un giocatore dei Rockets, dopo che i Knicks hanno scelto di non pareggiare l’offerta di Houston, un triennale da 25 milioni di dollari. "È stato un percorso incredibile" – ha spiegato Lin -. "Si sono verificate varie situazioni che non pensavo potessero accadere, visto com’era andata la scorsa stagione. A volte è come se avessi bisogno di ricordare a me stesso quello che sta accadendo. Ma sono felicissimo, non riesco ancora a credere a tutto quello che è successo e al fatto di essere di nuovo qui. Sono assolutamente entusiasta, oltre che riconoscente nei confronti dei Rockets".

Jeremy Lin è nato il 23 agosto 1988. Ansa

errore — Lin ha ammesso che si sarebbe aspettato di rinnovare il contratto con i Knicks, dopo aver a lungo entusiasmato la Grande Mela nella scorsa stagione prima di essere costretto ai margini da un infortunio al ginocchio. Dopo la rinuncia ufficiale da parte di New York a pareggiare l’offerta dei Rockets, Si.com ha riportato una dichiarazione del playmaker: "Onestamente, avrei preferito rimanere ai Knicks". Lin ha poi spiegato di aver pronunciato questa frase prima dell’inizio del mercato dei free agent: "Mi è stato chiesto in quale squadra avrei preferito giocare, dal momento che ero in scadenza di contratto" – ha detto il cestista dei Rockets -. "Prima dell’1 luglio, non sapevo nemmeno quali squadre fossero interessate a me. Sentivo dire in giro che sarei rimasto a New York e in quel momento, prima dell’inizio del mercato, era la soluzione che preferivo. Ma quando è arrivata l’offerta di Houston, l’ho presa in considerazione con grande entusiasmo, così come sarei stato entusiasta di rimanere a New York". L’entusiasmo dei Rockets per aver concluso l’acquisto di Lin è sicuramente superiore a quello del giocatore: negli ultimi tre anni Houston non si è qualificata per i playoff e quando a New York è scoppiata la Linsanity il general manager Daryl Morey se l’è presa con se stesso per aver tagliato Jeremy il giorno della vigilia di Natale. Quando, a San Valentino, Lin ha segnato un canestro decisivo da tre punti a Toronto, il proprietario dei Rockets Leslie Alexander ha chiamato Morey chiedendogli come mai non giocasse più a Houston. "Mi ha letteralmente massacrato – ha scherzato il general manager -. Uno dei motivi per cui il signor Alexander è un ottimo proprietario è la sua costante capacità di valutare insieme a noi le decisioni prese in passato, cercando di capire quali elementi avevamo per compiere una determinata scelta, per poi riflettere su ciò che si sarebbe potuto fare meglio e su come è possibile evitare di commettere gli stessi errori in futuro".

Les Alexander con Jerenmy LIn. Reuters

pressione — "Molti dicono che abbiamo commesso un errore cedendo Jeremy– ha proseguito Morey -, ma l’unico modo per migliorare è proprio ammettere uno sbaglio e capire come fare per non ripeterlo". All’epoca della cessione di Lin, nel roster dei Rockets figuravano Goran Dragic e Kyle Lowry, due playmaker con una notevole esperienza nella Nba: nessuno sarebbe riuscito a immaginare l’esplosione della Linsanity. "Avevamo sicuramente dei validi motivi per tagliare Jeremy – ha spiegato Morey -, ma la verità è che non avremmo mai dovuto farlo". All’inizio nemmeno i Knicks avevano riconosciuto il potenziale di Lin, che a gennaio era stato mandato a giocare in D-League. All’inizio di febbraio, Jeremy è stato ripescato: New York aveva un record di 8-15 e D’Antoni ha deciso di puntare su di lui. Il 23enne Lin, che dopo aver frequentato il college a Harvard non era stato scelto da nessuna squadra nel draft 2010, segnò subito 25 punti nella vittoria dei Knicks per 99-92 contro New Jersey: era appena nato un fenomeno globale. Lin ha dimostrato che quella prestazione non era un caso isolato ed è diventato il primo giocatore nella storia della Nba a tenere 20 punti e 7 assist di media nelle sue prime cinque partite nella lega. La sua maglietta è diventata una delle più vendute della Nba, il suo volto è finito per settimane sulla copertina di Sports Illustrated e a New York sono stati ideati persino alcuni cocktail in suo onore. Inizialmente, Lin era stato schiacciato dalla pressione mediatica, adesso vive la situazione senza fare una piega: mercoledì sera è andato a cena a Houston con il suo nuovo compagno di squadra Chandler Parsons, che ha dichiarato che la serata è stata interrotta per circa 15-20 volte da alcuni tifosi che chiedevano foto e autografi. "Lo scorso anno è successo tutto a sorpresa ed è come se sulla mia vita si fosse abbattuta un’enorme tempesta – ha ammesso l'ex cestista dei Knicks -. È stato una sorta di battesimo di fuoco. Entri nel meccanismo e devi essere bravo a adattarti e a imparare, come ho dovuto fare io". Anche se Alexander ha dichiarato che l’acquisto di Lin risponde esclusivamente a motivazioni tecniche, il proprietario ha comunque riconosciuto che Jeremy potrebbe avere sul marchio dei Rockets lo stesso impatto che ebbe a suo tempo Yao Ming, permettendo a Houston di crescere sul mercato asiatico. Ma questo, ha spiegato Alexander, dipenderà dal rendimento di Lin e dai miglioramenti della squadra.

lieto fine — Lin è nato negli Stati Uniti, ma è di origine cinese-taiwanese, pertanto il numero di giornalisti cinesi presenti alla conferenza stampa di presentazione era quasi identico a quello di giornalisti statunitensi. "Se non vinciamo, sarà tutto inutile – ha dichiarato Alexander -. Se prendi un giocatore che poi delude le aspettative, vieni considerato un folle e ciò non ti è sicuramente di aiuto". Nella prossima stagione Lin e i Rockets avranno un ulteriore motivazione: l’All Star Game si disputerà infatti a Houston il prossimo 17 febbraio. Yao Ming ha partecipato a 8 edizioni della manifestazione, grazie soprattutto ai voti online ricevuti dai tifosi cinesi. "È fantastico per la città, per i tifosi, per tutti – ha ammesso il proprietario dei Rockets riferendosi all’acquisto di Lin -. È importante anche per gli sponsor e per tutti coloro che sono in qualche modo legati alla squadra". A livello tecnico, Houston aveva assolutamente bisogno di un playmaker. I Rockets hanno perso Dragic, che era unrestricted free agent e si è trasferito a Phoenix, poi hanno ceduto Lowry a Toronto in cambio di una scelta al primo giro del draft: nella scorsa stagione, Lin ha chiuso con una media di 14.6 punti e 6.2 assist in 35 partite (partendo 25 volte in quintetto) e il suo obiettivo è quello di migliorare ogni anno le sue cifre, anche se non è in grado di prevedere di quanto. "Non so quale sia il mio limite, non so qual è il mio potenziale – ha spiegato il nuovo playmaker dei Rockets -. Nessuno sa quale sarà il finale della storia, ma sarà bello scoprirlo".