Nba, rincorsa ai playoff ad Est: Miami domina, ma poi tutto può succedere

Il selvaggio Est è pronto al finale col botto. Nella geografia ribaltata della Nba, è la Eastern Conference il terreno della lotta senza quartiere in quest'ultimo mese di stagione regolare per il miglior piazzamento ai playoff. Un solo incrocio del primo turno pare certo già oggi, quello tra Miami inattaccabile prima (ha undici partite e mezzo di vantaggio sul secondo posto) e Milwaukee probabile ottava, a meno di tracolli di chi davanti ha nel mirino piazzamenti più nobili.

Paul George, stella degli Indiana Pacers. Reuters

SECONDO POSTO — La lotta per la sfidante degli Heat a Est è apertissima. A oggi è avanti Indiana con un record di 41-26, ma le incognite arrivano dal calendario. La “strenght of schedule”, ovvero il rapporto vittorie-sconfitte delle squadre ancora da affrontare (indicatore della difficoltà dei prossimi impegni) dice che ha il peggior calendario tra le squadre in lotta: dovrà sfidare squadre col 50% totale di record. Delle 15 gare rimanenti, 8 saranno in trasferta, dove i Pacers hanno un record perdente (15-18), e 9 contro squadre da playoff, tra cui Clippers e Thunder. Ma soprattutto è New York (39-26, terza) ad avere un calendario interessante: 10 delle 17 partite sono contro squadre da playoff, deve andare a Miami e Oklahoma City, ma le due gare in più da giocare sono casalinghe, e sempre in casa giocherà lo scontro diretto del 14 aprile con Indiana, che alla terzultima gara sarà un vero spareggio per quel secondo posto. Certo, poi ci sono i guai fisici, e i Knicks dovranno affrontare quest'ultimo mese senza Stoudemire, e con le altre due stelle, Anthony e Chandler, al momento ancora da recuperare.

TERZO INCOMODO — A una lunghezza di distanza dai Knicks, e con due di vantaggio sugli Hawks, Brooklyn (39-28, quarta) è proiettata più alla lotta per avere il fattore campo al primo turno che a guardarsi le spalle. Al di là del ritrovato smalto di Deron Williams (23.8 punti di media a marzo), è proprio il calendario a sorridere ai Nets. Non solo il 46% di record delle future avversarie è il migliore tra le squadre in lotta playoff. Ci sarà sì da andare a casa dei Clippers e dei Pacers, ma, delle 15 partite rimanenti, “solo” 6 sono contro squadre da playoff, volendo includere nell'accezione anche Utah. Non è un problema che 10 siano in trasferta, perché il 17-14 di Brooklyn è il secondo miglior record esterno a Est dietro Miami. A queste condizioni non è un miraggio perfino il secondo posto oggi di Indiana, distante due successi.

DAL QUINTO AL SETTIMO — Il massimo dell'equilibrio è dal quinto posto in giù, con Atlanta (37-30), Chicago (36-30) e Boston (36-30) in un fazzoletto. È una giungla, mettiamo solo qualche paletto per provare a orientarci: 8 delle 15 partite degli Hawks saranno contro squadre da playoff (ma tre solo con Milwaukee), mentre sono “solo” 5 su 16 per Chicago, a sua volta non preoccupata di avere metà delle gare restanti in trasferta, dove ha un confortante 18-15. Per i Bulls, peraltro, c'è sempre il possibile colpo in canna del rientro di Derrick Rose. Più che dalle 7 sfide contro squadre playoff che l'attendono, Boston rischia di rimanere schiacciata proprio dalla debolezza in trasferta, dove è 12-20 in stagione (.375) e dove giocherà 9 delle ultime 16 gare. Ma non è tutto oro quello che luccica: il quinto posto significa andare nella parte del tabellone di Miami, e anche facendo saltare il fattore campo al primo turno poi ci si troverebbe di fronte il muro Heat. Non ci penserà nessuno?

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