Boston-New York 97-90 d.t.s. (1-3 nella serie)
L’orgoglio dei Celtics allunga la serie. Boston spreca un vantaggio di 20 punti ma riesce a superare New York, tradita da un confusionario Carmelo Anthony (10/35 dal campo) , al supplementare.

L'esultanza di Jason Terry. Ap

La gomitata rifilata a Jason Terry costa a JR Smith una giornata di squalifica, il sesto uomo dell’anno nella Nba quindi non può dare il suo contributo in gara-4 e la sua assenza si fa sentire. I Knicks nel primo tempo fanno una fatica incredibile in attacco. Carmelo Anthony non riesce a trovare ritmo al tiro, la panchina newyorchese non aiuta: per i Celtics, che non hanno nessuna intenzione di subire l’onta del cappotto, diventa tutto facile. La squadra di Doc Rivers dopo un discreto primo quarto accelera all’inizio della seconda frazione. Boston segna i primi nove punti del periodo e scappa al +14. Anthony si guadagna la pagnotta dalla lunetta ma non basta. Il leader dei Knicks tira con un bruttissimo 3/15 dal campo nel primo tempo, così le triple di un caldissimo Paul Pierce nel finale della frazione permettono ai padroni di casa di andare negli spogliatoi in vantaggio 54-35. Davvero brutto il primo tempo della truppa di Mike Woodson che tira con il 29% dal campo e a tratti gioca con l’arroganza di chi crede di aver già in tasca il biglietto per il prossimo turno.

Il volo di Jeff Green. Reuters

Gli arbitri si mettono a fischiare anche il minimo contatto nel terzo quarto, Kevin Garnett ne fa le spese e deve tornare in panchina con quattro falli a carico. Anche Chandler, Anthony e Bass devono pagare dazio al nuovo metro arbitrale, New York comunque dopo essere finita a -20 riesce finalmente a fare male alla difesa di Boston che deve subire il parziale di 8-0 che rimette in corsa la compagine newyorchese. Jeff Green risponde, le produzione di Raymond Felton però avvicina i Knicks. Giusto per chiudere in bellezza Felton (16 punti nella frazione) trova proprio allo scadere del terzo quarto la tripla da distanza siderale che riduce il passivo a soli tre punti. Boston fatica in attacco anche nell’ultimo quarto, Shumpert e un Melo comunque troppo altalenante guidano i Knicks che con il canestro del caldissimo Felton passano a condurre per la prima volta nel match a 1’18’’ dalla fine. Garnett pareggia i conti, Anthony si intestardisce e tenta un paio di conclusioni difficilissime che muoiono sul ferro, Pierce così ha l’occasione di vincere il match con l’ultimo possesso della gara ma non trova la retina, si va quindi al supplementare. Si gioca punto a punti fino agli sgoccioli dell’overtime, poi cinque punti consecutivi di Terry regalano a Boston il +3 a 28’’ dalla fine. Ci prova Melo dalla lunga distanza ma non e’ serata, l’ex Mavericks così chiude il discorso e trascina la serie a gara-5.

Boston: Pierce 29 (5/12, 4/8), Green 26, Terry 18. Rimbalzi: Garnett 17. Assist: Garnett, Pierce 6.
New York: Anthony 36 (10/28, 0/7), Felton 27. Rimbalzi: Shumpert 12, Chandler 11. Assist: Felton 3.

Milwaukee-Miami 77-88 (Miami vince la serie 4-0)
Tutto come da copione. Miami inserisce il pilota automatico e per buona parte della gara resta attaccata a Milwaukee, poi nell’ultimo quarto LeBron James cambia marcia e i campioni n carica strappano lo scontatissimo biglietto per il secondo turno.

Coach Spoelstra concede un turno di riposo a Dwyane Wade, alle prese con un problema al ginocchio destro, nessun dramma per i campioni in carica che fanno partire in quintetto Mike Miller e chiedono la solita produzione di questa postseason a Ray Allen. Milwaukee non vorrebbe salutare la stagione con un cappotto davanti al proprio pubblico ma contro questi Heat c’è poco da fare. Miami sa di essere più forte e come spesso le è capitato in questa serie, decide di sonnecchiare per buona parte del primo tempo. I Bucks provano a restare in scia con l’orgoglio più che con la testa, Brandon Jennings però non aiuta la propria causa disputando un primo tempo da dimenticare. Ai campioni in carica così bastano un paio di accelerate e alcune giocate di LeBron James per tenere in mano le redini di un match che stenta a decollare.

LeBron James tallonato da Mbah a Moute. Reuters

Milwaukee torna negli spogliatoi in ritardo di quattro lunghezze, ma chi si aspetta un inizio di ripresa di grande intensità da parte dei padroni di casa resta deluso. Miami peraltro contribuisce a rendere la prima metà del terzo quarto più simile a una partita di preseason che alla sfida che può decidere una serie di playoff. Errori da entrambe le parti e concentrazione ai minimi livelli. Ci pensa Haslem con i suoi classici canestri dalla media distanza a svegliare i campioni in carica, il resto lo fa LeBron firmando gli ultimi nove punti della frazione di Miami. Milwaukee comunque, grazie alla produzione di Monta Ellis, resta li e all’inizio dell’ultimo quarto e’ sotto 67-62. E’ solo un’illusione per i tifosi del Bradley Center. Come da copione appena Miami sembra minimamente in pericolo, “King” James cambia marcia e sui Bucks cala il sipario. Milwaukee con il canestro di Ellis arriva al -2 a 9’33’’ dalla sirena, gli Heat recepiscono il messaggio e con un parziale di 19-5 fanno partire i titoli di coda e mandano in vacanza Jennings e compagni.

Milwaukee: Ellis 21 (9/16, 1/4), Dunleavy 17. Rimbalzi: Sanders 11. Assist: Ellis 8.
Miami: James 30 (13/18, 0/2), Allen 16. Rimbalzi: Chalmers, James 8. Assist: James 7.