Indiana domina i Knicks, San Antonio, invece, ha la meglio su Golden State.

Indiana (3)-New York (2) 93-82 (3-1 nella serie)
Per i Knicks adesso si fa davvero dura. Indiana domina anche gara-5 e vede così il traguardo del passaggio del turno vicinissimo. La difesa dei Pacers mette in grande difficoltà la compagine newyorchese che tira con il 36% e fa una fatica incredibile al rimbalzo (54-36 a favore della squadra di casa). Mike Woodson le prova tutte, aumenta i centimetri del quintetto, facendo partire titolare Kenyon Martin, ma i Pacers non fanno sconti e tengono in mano le redini del match dal primo minuto di gioco. Un problema al ginocchio sinistro limita Iman Shumpert il quale resta sul parquet solamente 16’ e chiude con 0/6 dal campo. Continua anche il calvario di un irriconoscibile Jason Kidd. Il veterano di New York per la sua ottava partita consecutiva incredibilmente non mette punti a referto (0/16 dal campo nelle ultime otto gare), il suo oramai, quindi, è un blocco psicologico del quale i Knicks farebbero volentieri a meno. La brutta prestazione offensiva di New York però non deve togliere i meriti a Indiana che ancora una volta produce una prova da applausi, difende con un’intensità straordinaria e in attacco si affida alle giocate di Hill e George. Anche con un Hibbert sottotono i Pacers dominano la zona pitturata, l’ennesima brutta notizia per la truppa di Mike Woodson. Paul George mette subito le cose in chiaro e Indiana nei primi minuti trova ottime soluzioni dal campo. Carmelo Anthony risponde ma con l’andare dei minuti l’attacco newyorchese diventa prevedibile. L’ingresso di un JR Smith reduce da una brutta influenza non aiuta, i padroni di casa accelerano a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto e arrivano al vantaggio in doppia cifra. La coppia George-Hill fa quello che vuole in attacco, New York, invece, fa una fatica incredibile a mettere punti sul tabellone. Le cose si mettono male per la squadra ospite che nel finale del primo tempo subisce il parziale di 13-4 che la fa andare al riposo sotto 48-34.

George Hill tra Smith e Chandler. Reuters

orgoglio — Kidd non pervenuto nel primo tempo e Smith 1/8 dal campo sono due dei tanti problemi che Woodson deve affrontare nell’intervallo. Il brutto inizio di terzo quarto allontana i Knicks che arrivano fino al -18 prima di tirare fuori l’orgoglio nella seconda metà della frazione. Contro la difesa dei Pacers non e’ facile recuperare un passivo così pesante ma perlomeno Melo e compagni provano a spaventare i padroni di casa. Smith tenta di tornare in carreggiata e sfruttando il passaggio a vuoto dell’attacco di Indiana New York rientra in partita e all’inizio del quarto periodo, con Anthony in panchina, arriva al -7. Incoraggiante, ma il tentativo di rimonta dei Knicks finisce qui. Indiana, infatti, accelera, trova i canestri di Stephenson e in poco più di tre minuti piazza il parziale di 11-2 che la riporta al +17. La partita in pratica si chiude qui e Indiana mette così i Knicks con le spalle al muro nella serie.
Indiana: Hill 26 (7/8, 2/6), George 18. Rimbalzi: George 14, Hibbert 11, West 10. Assist: George 7.
New York. Anthony 24 (7/17, 2/6), Smith 19. Rimbalzi: Chandler 10. Assist: Felton 6.

San Antonio (2)-Golden State (6) 109-91 (3-2)
Gli Spurs giocano da Spurs, mettono la museruola al temibilissimo backcourt di Golden State e portano a casa gara-5, passando a condurre nella serie. Un Stephen Curry chiaramente limitato dall’infortunio alla caviglia destra subito in gara-3, chiude con un deludente 1/7 dalla lunga distanza per soli nove punti, il suo compagno di reparto, Klay Thompson fa anche peggio (2/8 dal campo per quattro punti), San Antonio così parte fortissimo e gioca sul velluto, chiudendo la gara in crescendo. La squadra di Gregg Popovich non vuole correre rischi e parte con il piede sull’acceleratore. Gli Spurs attaccano la frontline di Golden State e muovono benissimo il pallone in attacco, trovando anche ottimi tiri del perimetro. Ne viene fuori così un parziale di 15-0 che incanala la gara sui binari preferiti da Tony Parker e compagni. Con la tripla di Ginobili San Antonio scappa al +12 e chiude così un eccellente primo quarto con 37 punti a referto dopo aver tirato con il 72% dal campo nella frazione. Mark Jackson avrebbe bisogno dei punti della coppia Curry-Thompson che però stentano ad arrivare. Giungono, graditissimi dal tecnico della squadra californiana, invece quelli dell’ex di turno Richard Jefferson e di Harrison Barnes. Golden State si avvicina con l’unica tripla del match di Stephen Curry, a 1’45’’ dal riposo, zittisce l’ AT&T Center e torna al -1.

carica — Tutto da rifare quindi per i padroni di casa nella ripresa. Ci pensa Tony Parker però a suonare la carica nel terzo quarto. San Antonio torna a difendere come sa e in attacco ritrova la produzione del playmaker francese e i punti dal perimetro di un ottimo Danny Green. Gli Spurs riprendono in mano le redini del match e tornano al vantaggio in doppia cifra, l’attacco di Golden State sonnecchia e a risvegliarlo ci prova il veterano Jarrett Jack, davvero positivo in questa serie. Torna in carreggiata all’inizio del quarto periodo anche Barnes, i Warriors avvicinano gli Spurs tornando al -8 a metà frazione ma i padroni di casa questa volta respingono il tentativo di rimonta di Golden State e mettono il risultato in naftalina con il parziale di 12-2 che li riporta a un confortevole +18 a quattro minuti dalla sirena. Gli ospiti così alzano bandiera bianca.
San Antonio: Parker 25 (9/16), Leonard 17, Green 16. Rimbalzi: Duncan 11. Assist: Parker 10.
Golden State: Barnes 25 (8/15, 2/3), Jack 20, Landry 16. Rimbalzi: Barnes 7. Assist: Curry 8.