Saranno San Antonio e Memphis a giocarsi la Western Conference. Gli Spurs si sono guadagnati la sfida con i Grizzlies (capaci di eliminare Oklahoma City) chiudendo 4-2 la serie con Golden State: gara-1 domenica in Texas alle 21.30 italiane. New York intanto ha battuto Indiana e prolungato alla sesta partita la semifinale a Est: nuova sfida sabato a Indianapolis.

Tony PArker sfida Harrison Barnes. Reuters

Golden State Warriors-San Antonio Spurs 82-94

San Antonio vince la serie 4-2

Ancora Spurs, sempre Spurs. San Antonio centra l’ottava finale di conference nei 16 anni dell’era Tim Duncan chiudendo 4-2 la serie con gli indomabili Warriors, piegati in una tirata gara-6 in cui i giovani di coach Mark Jackson hanno dimostrato di non arrendersi mai. Ma nello scontro generazionale ha prevalso l’esperienza degli uomini di coach Popovich, che hanno saputo adattarsi nel corso della serie ai punti di forza degli avversari (il backcourt formato da Steph Curry e Klay Thompson, tenuti a bada nelle ultime 4 partite dopo gli exploit individuali delle prime due). San Antonio da domenica si giocherà il titolo dell’Ovest contro Memphis (gara-1 in Texas, alle 21.30 ora italiane), mentre Golden State si godrà i primi giorni di vacanza dopo una stagione che ha portato una squadra di giovani talenti a cui non credeva nessuno fino alle porte dell’Olimpo Nba. I Warriors hanno alzato bandiera bianca solo negli ultimi 4’ di gara-6, dopo aver cancellato spinti dall’entusiasmo della caldissima Oracle Arena un vantaggio che aveva toccato anche quota 13 punti. Curry, gioiello che ha incantato col suo tiro fatato e sofferto per una caviglia sinistra malandata, aveva riportato Golden State sotto 77-75 con 4’52” da giocare.

Poi ci ha pensato Tony Parker a dare a San Antonio quello di cui aveva bisogno. A 3’35” dalla fine il francese viaggiava a 1/13 dal campo, ma una sua tripla dall’angolo imbeccata da un’invenzione di Manu Ginobili (11 assist per cancellare l‘1/6 al tiro) ha dato via al 17-7 (10 punti di Parker) con cui gli Spurs hanno soffocato i sogni dei Warriors, spenti da un paio di triple che hanno beffardamente danzato sul ferro prima di uscire. San Antonio è riuscita a chiudere i conti senza Duncan, alla 200ª nei playoff, punito da da Popovich con la panchina negli ultimi 4’20” dopo una palla persa in modo troppo banale per un veterano della sua classe. Golden State si è arresa alla fatica e a qualche malanno di troppo: Curry, 1/5 nell’ultimo quarto, è stato limitato dai problemi alla caviglia come Andrew Bogut (tanto che Jackson ha dovuto chiedere aiuto a Andris Biedrins, mai impiegato prima d’ora nei playoff); il rookie Harrison Barnes, rivelazione dei playoff, ha sbattuto violentemente la testa sul parquet a fine primo tempo e dopo aver giocato 12’ nel terzo periodo con 6 punti vicino all’occhio destro ha fatto da spettatore nel quarto conclusivo per un forte mal di testa. I Warriors hanno chiesto gli straordinari a Jack e Landry dalla panchina, ma con Klay Thompson (10 punti, 4/12 al tiro) incastrato nella difesa di San Antonio (altra super prova di Leonard, fondamentale anche in attacco) ai Warriors sono mancate le opzioni offensive (38,8% al tiro, 4/16 da tre). E San Antonio ha scritto l’ennesimo capitolo della favola di un gruppo che ha deciso di diventare immortale.

Golden State: Curry 22 (8/17 da due, 2/8 da tre), Jack 17, Landry 11. Rimbalzi: Bogut 7, Ezeli 7. Assist: Curry 6.
San Antonio: Duncan 19 (7/13, 5/5 tl), Leonard 16, Splitter 14. Rimbalzi: Leonard 10. Assist: Ginobili 11.

Carmelo Anthony contro Ian Mahinmi. Reuters

New York Knicks-Indiana Pacers 85-75

Indiana conduce la serie 3-2

Ancora in vita. New York rimanda le vacanze e si guadagna gara-6 a Indianapolis piegando i Pacers nella quinta sfida. Carmelo Anthony ci mette 28 punti (con 28 tiri), ma l’ossigeno per i Knicks arriva dalla panchina: il 28enne rookie Chris Copeland fa la differenza con 13 punti, 5 dei quali nel terzo quarto in cui i Knicks costruiscono la loro vittoria, mentre J.R. Smith dimentica i club, il gossip e Rihanna. “Non siamo ancora pronti per andare in vacanza - racconta Melo, che ha ancora una volta sofferto la guardia serrata di Paul George -. Affrontiamo una partita alla volta ma abbiamo fiducia, perché sappiamo di poter vincere fuori casa”. Per stare all’altezza di Indiana, che ha patito l’assenza di George Hill (commozione celebrale scoperta a poche ore dalla partita, dovrà superare il rigido protocollo Nba per esserci in gara-6), i Knicks hanno dovuto migliorare di molto il gioco sotto canestro: Indiana ha vinto la sfida a rimbalzo 43-40, ma lo scarto medio a favore dei Pacers era di 10 nelle prime 4 sfide. Colpa anche dei problemi di falli di Roy Hibbert (9 punti e 7 rimbalzi), con Paul George (18 punti nella ripresa) e compagni tenuti al 36,2% dal campo e costretti sempre ad inseguire.

New York torna al quintetto “piccolo” (Prigioni titolare al posto di Kenyon Martin) e vola sul 7-0 in avvio, con Shumpert a mordere George e Chandler (8 rimbalzi e 2 stoppate) che regge la sfida con Hibbert. Indiana torna in partita ma è una sfida a chi gara di più: i Knicks che chiudono il primo quarto avanti 19-15 grazie a 9 punti di Melo e le due squadre complessivamente sbagliano 34 tiri su 48. J.R. Smith e Copeland portano New York sul 32-23 a 7’03” dal riposo, ma Indiana (29,3% al tiro nel primo tempo) torna sotto grazie ai punti di West e al riposo il tabellone dice 40-34 Knicks. George, sempre formidabile in difesa su Melo, prende offensivamente in mano Indiana con 11 punti nel terzo periodo (per i Pacers 8/13 al tiro), ma New York riesce comunque a scappare, trascinata dalle triple di Copeland sul 59-48 con 4’22” da giocare, vantaggio che alla sirena è di 10 punti, 67-57. Indiana non molla, rientra fino al 75-71 ma incassa un 6-0 chiuso da un layup di Felton che mantiene il vantaggio di New York in doppia cifra (81-71), sigillato dagli ultimi 4’39” in cui le difese prendono il sopravvento. Mentre Knicks e Pacers si preparano per la nuova battaglia di gara-6 Miami esulta: il prolungamento della serie ha fatto fissare a mercoledì l’inizio delle Finali della Eastern Conference. Gli Heat ci arriveranno con una settimana di riposo.

New York: Anthony 28 (11/25, 1/3, 1/2 tl), Smith 13, Copeland 13. Rimbalzi: Chandler 8. Assist: Felton 4.
Indiana: George 23 (5/12, 2/6, 7/10 tl), West 17, Augustin 12. Rimbalzi: West 10. Assist: Augustin 6.