Gordon, incognita Hornets
La rinascita passa da lui

Eric Gordon, 23 anni, 18,2 punti di media in 205 gare Nba. US Presswire

Ricordate la prima legge del moto di Newton? Un corpo in uno stato di quiete tende a rimanere in quello stato, mentre un corpo in uno stato di moto tende a rimanere in moto, a meno che non si applichi una forza esterna. Un postulato che riguarda più da vicino l’Nba è la Prima Legge di Walton sugli infortuni (detta anche di Anfernee o di Oden): un corpo che subisce un infortunio tende poi a visitare spesso l’infermeria. Detto questo, i New Orleans Hornets sperano che Eric Gordon possa infrangere questa legge il prima possibile. Il giocatore è ancora infortunato allo stesso ginocchio e sta provando lo stesso dolore che gli ha fatto perdere praticamente tutta la scorsa stagione (in campo solo per 9 partite). Fino a oggi ha solo fatto allenamento differenziato, è stato depennato dalla lista dei convocati per le tre partite di preseason in programma questa settimana e ci sono grosse probabilità che non possa riprendere a giocare a basket fino alla settimana che precede l'opening night, fissata per gli Hornets il 31 ottobre contro San Antonio.

giorni decisivi — Per gli Hornets, insomma, i restanti giorni del mese di ottbre sono decisivi quasi quanto per il partito Democratico e quello Repubblicano in vista delle elezioni. Se Gordon sarà abile e arruolabile per inizio stagione, le speranze di New Orleans di riprendersi dalla scorsa stagione (21 vinte e 45 perse, secondo peggior record Nba) diventerebbero legittime e ben presto realizzabili. Altrimenti, l’entusiasmo per le scelte di altissimo livello Anthony Davis e Austin Rivers, l’arrivo di Ryan Anderson come free agent e di rookie come Brian Roberts o Darius Miller potrebbe essere minato dai problemi sia sul piano del gioco che economici dati dal riposo forzato di Gordon. Torniamo un attimo indietro, se ricordate lo scopo del veto dell’Nba sulla trattativa riguardante Chris Paul del dicembre scorso era quello di permettere agli Hornets un ritorno migliore dalla cessione del top playmaker del campionato rispetto al pacchetto di giocatori (Lamar Odom, Kevin Martin, Luis Scola) e scelte al draft offerti dai Lakers e dai Rockets. I Clippers hanno poi offerto Gordon, Chris Kaman, Al-Farouq Aminu e la scelta del primo turno del 2012, che poi sarebbe diventata Rivers. E oggi, a dieci mesi di distanza, Paul è a Los Angeles, Odom non si è mosso di lì (pur passando, via Dallas, dai Lakers ai Clippers) e Gordon, a causa dell’infortunio, ha fatto ben poco per giustificare la bontà di questo scambio: due partite all’inizio della scorsa stagione e sette verso la fine. Gli Hornets hanno vinto 6 di quelle nove gare e la guardia ha viaggiato a 20,6 punti, 2,8 rimbalzi e 3,4 assist a partita tirando col 45% dal campo. Le partite di fine stagione sono servite da provino di aprile in vista della restricted free agency, durante la quale il giocatore è riuscito a ottenere un contratto al massimo salariale da 58,3 milioni di dollari. Questa era la cifra dell’offerta di Phoenix firmata da Gordon e che gli Hornets hanno dovuto pareggiare per tenersi il giocatore (ignorando i commenti di Gordon che improvvisamente diceva che il suo cuore batteva per Phoenix).

rischio gordon — Il vecchio detto nello sport che dice "A volte il miglior accordo è quello che non va in porto" sembra avere molti esempi nel mercato dei restricted free agent. "A volte la miglior offerta è quella che viene pareggiata". L’ultima cosa di cui avevano bisogno i Suns nel loro periodo di ricostruzione post-Steve Nash era quella di avere una guardia da 14 milioni di dollari l’anno che neanche si siede in panchina durante le partite in abiti civili, vista quanta riabilitazione deve fare. Tutto questo a causa dell’intervento in artroscopia di otto mesi fa. "Bisogna davvero fare attenzione con i giocatori infortunati – dice un coach Nba parlando di Gordon -. C’è un motivo perchè questi ragazzi sono continuamente infortunati. Non stava bene nemmeno prima della scorsa stagione". Ed è vero, nelle ultime tre stagioni Gordon ha perso 103 partite su 230, sollevando dubbi sulla sua tenuta fisica ben prima che due squadre decidessero di offrirgli un contratto da 58 milioni. Quando tornerà in campo dovrà dimostrare altre cose agli Hornets. Prima di tutto, di essere degno delle cifre che guadagna. Per quanto riguarda le medie punti siamo sulla buona strada, ma le sue percentuali al tiro in carriera (45% da due, 37 % da tre e 80.7% ai liberi) devono migliorare. Inoltre, Gordon dovrà riguadagnarsi la simpatia e la fiducia dei tifosi di New Orleans dimostrando quella leadership che ci si aspetta dal giocatore, considerato il migliore in squadra e il più pagato. Ma niente potrà succedere fino a quando Gordon non tornerà in forma. Adesso è un corpo in stato di quiete con un bisogno disperato di essere messo in moto.