Rockets: Martin leader a 29 anni
Ma il futuro resta un'incognita

Kevin Martin, 29 anni, nella foto contro Denver. Ap

C'è stato un momento in cui, dalla fine della scorsa stagione, Kevin Martin si sentiva come se fosse l'unica casa del vicinato che non fosse stata spazzata via dall'uragano. Giorno dopo giorno, un compagno di squadra se ne andava o in scambi, come free agent o con la clausola di amnistia. "È successo tutto in fretta - dice -. Era piuttosto difficile rendersi conto di cosa stava accadendo". Martin si è quindi concentrato sull'unica cosa che poteva garantirgli una certa stabilità: allenarsi duramente. "Ho trascorso un'estate nella quale è stato bello non giocare per un po' e concentrarmi sull'allenamento, cercando di acquisire un'ottima forma fisica e arrivare a un buon stato mentale. Mi sono seduto a un tavolo col mio preparatore, David Thorpe, e abbiamo parlato del mio fisico e della mia condizione atletica. Tuttavia, è stato anche un momento per liberare la mente da alcune cose".

passato da dimenticare — Le ruggini hanno cominciato ad accumularsi lo scorso dicembre quando Martin era stato incluso nel pacchetto che i Rockets erano intenzionati a spedire a New Orleans nell'ambito della controversa operazione per Chris Paul, sulla quale è stato poi imposto il veto del commissioner David Stern. Nel breve training camp post lockout ha giocato male, venendo poi gradualmente rimosso dagli schemi offensivi e diventando scontento di Kevin McHale, coach al primo anno, e se ne sarebbe potuto andare in qualsiasi momento se qualcuno l'avesse chiesto in scambio. "Tutte le persone coinvolte nell'Nba vivono prima o poi un periodo di emozioni contrastanti - dice la guardia alta 200 cm -. Succede ai giocatori, ai coach e addirittura a squadre intere. Se qualcuno dicesse di aver trascoro un'intera carriera in Nba vivendo esattamente nello stesso stato mentale, allora è un bugiardo. Sono i classici io penso che… forse potrei… se avessi fatto questo… non lo so… Insomma, la mia mente viaggiava ovunque. Adesso però posso dire di essere fisicamente e mentalmente pronto per qualsiasi sfida mi venga richiesta e per ogni peso che dovrò portare sulle mie spalle".

Martin contro Sacramento. Ap

giovane "senatore" — Il ruolo di marcatore estremamente efficace del 29enne Martin sarà sempre lo stesso. Ma adesso gli viene richiesto di svolgerlo in un roster che è stato resettato dopo che i Rockets hanno mancato l'appuntamento ai playoff della scorsa stagione per una sola partita. Adesso il giocatore è il secondo più vecchio in squadra ed è uno dei tre nel roster di 18 giocatori che si è presentato al training camp ad avere più di due anni di esperienza in Nba. "Stiamo ricostruendo e ripartendo da zero - dice Martin -. Non mentirò, a questo punto della mia carriera è molto difficile per me. Questi dovrebbero essere i miei migliori anni, quelli in cui si vuole andare ai playoff e lottare per un titolo. Comunque, sono sempre stato un professionista e mi sento davvero fortunato di poter giocare in Nba, questa è la cosa più importante. Adesso sono un membro degli Houston Rockets e ne sono molto felice. Devo solo provare a essere il leader di questi ragazzi e mostrargli come funziona davvero l'Nba. Io ho ricevuto il buon esempio da gente cme Doug Christie e Bobby Jackson a Sacramento. Ma loro lo hanno fatto quando ormai avevano 35, 36 anni ed erano a fine carriera. Io lo farò a 29, in maniera piuttosto inaspettata. Ma mi divertirò".

tutto ok con mchale — Martin ha anche dichiarato di essere felice di aver ristabilito il rapporto con McHale, il quale ha tessuto le lodi del giocatore durante il camp e gli incontri di preseason. "Credo davvero che molti dei nostri problemi nella scorsa stagione avevano a che fare con la velocità con cui era finito il lockout e che si sia fatto tutto di fretta - dice Martin -. Abbiamo cominciato l'anno scorso come una squadra di veterani con uno staff nuovo. Da quando ero arrivato qui facevamo le cose in un certo modo e non abbiamo davvero avuto maniera di adattarci al nuovo staff dei preparatori. Era facile quindi uscire dai binari. Ad alcuni giocatori andava bene e ad altri meno".

Kevin Martin tenta la via del canestro. Ap

incognita futuro — La media punti di 17.1 di Martin è stata la peggiore dalla sua seconda in stagione in Nba e addirittura di sei punti a partita più bassa di quella del 2010-2011. A McHale spesso non andava a genio il suo modo di difendere e la sua mancanza di mordente e a volte decideva di mandare il giocatore in panchina durante l'ultimo quarto. Martin dice che i suoi problemi in campo sono stati causati da un infortunio alla spalla destra dello scorso febbraio. "Io e Kevin ci siamo seduti a un tavolo, abbiamo parlato e adesso va tutto bene - dice Martin -. Capisco che tutto quello che ha fatto era perché voleva che diventassi un giocatore migliore a tutto tondo. E, sapete? Adesso credo di essere un giocatore migliore grazie a tutto quello che è successo l'anno scorso e sono pronto a dare tutto per i Rockets". Ma la domanda ora è: per quanto tempo? Il contratto in scadenza di Martin da 12.9 milioni di dollari diventerà particolarmente interessante verso la trade deadline per una squadra così giovane. Per il general manager Daryl Morey avrebbe più senso scambiarlo con un'altra giovane promessa o con una scelta del primo turno del draft, mentre i Rockets continuano la ricerca del giocatore di peso intorno al quale costruire la squadra. Sembra abbastanza improbabile che Martin finirà la stagione a Houston. "Provo a non vederla così - dice -. Non mentirò, non è la miglior situazione in cui trovarsi, ma devo accontentarmi. Io sarò quello che si allena duramente, che gioca al massimo e di cui il coach non si dovrà mai preoccupare. Se starò bene sarò una delle migliori guardie tiratrici del campionato. Il resto verrà da sé, qui o altrove".