I Lakers tornano a vincere
Ok Brooklyn e Oklahoma City

I Lakers tornano al successo dopo sei sconfitte consecutive, approfittando del rientro di Dwight Howard e del fatto che di fronte ci fosse la squadra col secondo peggior record della Nba. I Thunder si confermano miglior squadra della lega vincendo col batticuore a Portland, dove i Blazers non perdevano da 9 partite. Alle spalle San Antonio allunga a 12 la striscia casalinga di successi travolgendo Minnesota. Ancora super Brooklyn, che all'ottava vittoria in nove gare dopo il cambio di panchina supera Indiana e ne insidia ora molto da vicino il terzo posto a Est.

Deron Williams, 22 punti. Reuters

Brooklyn Nets – Indiana Pacers 97-86 (tabellino)
I Nets non si fermano più e con la sesta vittoria di fila (striscia positiva più lunga dal 2006) vincono il “derby” tra squadre in ascesa a Est contro i Pacers, che venivano da sei successi nelle ultime sette gare. Decide il quarto periodo da 28-11 in cui Indiana sbaglia 19 dei propri 22 tiri: anche a +12 nel terzo quarto, gli ospiti restano quattro minuti senza segnare e dal 69-77 subiscono il 17-0 casalingo che in 4' ribalta la gara. Ancora a tiro sull'88-83 a 4'45'' dal termine, i Pacers mandano a vuoto con Hill, Green e George altri sei attacchi di fila e alzano bandiera bianca. In una partita prevedibilmente a basse percentuali e indirizzata dalle difese, la differenza la fa sulla lunga distanza la capacità di Brooklyn di conquistare un maggior numero di possessi con i 16 rimbalzi d'attacco (5 di Humphries) e di capitalizzarli con più viaggi in lunetta (25/31). Protestando per l'arbitraggio, con falli tecnici a Vogel e Hill nel quarto periodo, a Indiana non basta il rientro dopo una gara di assenza del miglior realizzatore Paul George, che pure mette insieme 4 rimbalzi d'attacco, 6 recuperi e 3 triple in una giornata in cui il resto della squadra fa 3/17 da oltre l'arco. Dopo la tripla doppia dell'uscita precedente, West chiude con 11/19 ma è troppo poco per Indiana, già di per sé secondo peggior attacco della lega con 91,1 punti di media. Brooklyn, che si appoggia per una volta all'affidabilità delle sue stelle Deron Williams e Joe Johnson, anche per non sentire l'assenza (costole incrinate) del collante Gerald Wallace, tocca così l'ottavo successo in nove gare dalla promozione in panchina dell'ex assistente PJ Carlesimo al posto di coach Avery Johnson.
Brooklyn: Williams 22 (5/13, 2/5, 6/6 rl), Johnson 20, Lopez 15, Humphries 10. Rimbalzi: Humphries e Lopez 9. Assist: Williams 9.
Indiana: West 27 (11/19, 5/6 tl), George e Green 15, Hill 13. Rimbalzi: George 12. Assist: Augustin 4.

Tim Duncan. Reuters

San Antonio Spurs – Minnesota Timberwolves 106-88 (tabellino)
In una ripresa da 38 punti segnati, Minnesota non oppone la minima resistenza a San Antonio, ora un po' in apprensione in attesa di capire l'entità dell'infortunio al tendine di Ginobili, uscito prima del riposo quando aveva già messo insieme 12 punti e 5 assist. Ancora zoppicanti in trasferta, i texani intanto consolidano tra le mura amiche il terzo miglior record della lega (29-11, .725) con il dodicesimo successo interno consecutivo, gli ultimi 7 dei quali a 111,1 punti segnati di media. Sono circa 23 in più di quelli che gli Spurs hanno segnato nelle ultime tre gare fuori casa e sono sicuramente troppo per questi Wolves che non vanno oltre il 37,1% al tiro (0/17 di Shved, Rubio e Hayward messi insieme): senza gli infortunati Love, Budinger, Roy e Lee, con coach Adelman ancora assente al capezzale della moglie ricoverata, hanno solo 4 punti (con 3 recuperi e 2 assist) di un Rubio da 0/6 al tiro (e 6/33 complessivo dal rientro: 18,2%) e 8 di un Derrick Williams inefficace dalla panchina. Il resto lo fa Tim Duncan che, pur reduce da tre gare a 11,3 punti con 4,7 perse e il 34,1% al tiro, è un fattore in difesa: tiene a soli 12 tiri e 14 punti lo spauracchio Pekovic, piazzando 5 delle sue 7 stoppate nel primo quarto per mettere da subito in chiaro le cose. E 7 dei 12 punti di Duncan arrivano quando a inizio ripresa la partita prende con decisione la strada di San Antonio, con un 11-0 in 4' costruito su quattro errori e due perse dei Wolves per scappare 66-54 a metà terzo quarto. Poi 10 punti in 5' di Neal all'inizio del quarto periodo valgono l'allungo sul 90-75, esteso poco dopo con Splitter e Jackson sul 99-80 mentre Popovich si faceva espellere per un doppio fallo tecnico: gli Spurs chiuderanno col 56,3% al tiro. Per Minnesota è la nona sconfitta nelle ultime 13 partite, la settima nelle ultime otto trasferte.
San Antonio: Parker 20 (10/14, 0/1), Neal 15, Ginobili e Duncan 12, Splitter 10. Rimbalzi: Duncan 9. Assist: Parker 6.
Minnesota: Barea 15 (3/6, 1/5, 6/6 tl), Pekovic 14, Ridnour 13, Cunningham 11, Stiemsma 19. Rimbalzi: Kirilenko 11. Assist: Ridnour e Barea 6.

Kevin Durant. Ap

Portland Trail Blazers – Oklahoma City Thunder 83-87 (tabellino)
Avanti 74-84 a 3'34'' dalla fine, Oklahoma City rischia restando senza canestri dal campo negli ultimi 200 secondi, con due errori a testa per Westbrook e Durant. Aggiungono una palla persa ciascuno, sulle quali i Blazers quasi completano la rimonta: sul +4 Thunder, Durant a centrocampo perde la sfera e Batum corre in attacco per la tripla dell'84-83 a 21'' dal termine, poi sulla rimessa è Westbrook a smarrire il pallone ma stavolta Batum in sottomano sbaglia. Dopo un libero segnato da Perkins, Portland ha la palla dell'overtime o della vittoria ma Aldridge in uno contro uno contro il centro ex Celtics trova solo un tiro dai sei metri abbondanti che non prende neanche il ferro, e Oklahoma City tira un sospiro di sollievo. Senza gli infortunati Ibaka e Sefolosha, con al loro posto in quintetto Collison e Liggins (che chiude con 4/6 al tiro, 3/3 da tre e 9 rimbalzi in 40'), i Thunder consolidano il miglior record Nba (29-8, .784) con un successo di valore perché Portland in casa aveva vinto le ultime nove partite subendo in questo periodo solo 92,1 punti di media. Così Oklahoma City, uno dei miglior attacchi con 105,7 punti di media, finisce impantanata in una giornata da 5/21 di Westbrook e 1/8 (con 0/5 da tre) di Martin, 6/23 di squadra da oltre l'arco e il solo Durant sui propri standard offensivi. A suo agio anche in una partita difensiva, i Thunder a loro volta tengono i Blazers al 36% al tiro con 6/21 da tre, lasciando che sia solo Aldridge a fare la partita, peraltro con 26 tiri per fare 33 punti (dopo il minimo stagionale di 7 con 3/14 a Oakland). Al suo fianco Lillard, che comunque orchestra per gli altri con 9 assist, è limitato a 3/14 al tiro e 3 perse subito dopo il massimo in carriera di 37 punti di 48 ore prima, e anche Batum chiuderà con 6/17. Per i Blazers è la seconda sconfitta di fila dopo una serie di 12 successi in 15 gare, ma ancora una volta con l'onore delle armi. Chiudendo con 10/12 da due, Kevin Durant conferma l'incredibile inizio di 2013: in sette partite sta tirando col 57,7% complessivo dal campo.
Portland: Aldridge 33 (15/26, 3/3 tl), Batum 21, Lillard 9. Rimbalzi: Aldridge 11. Assist: Lillard 9.
Oklahoma City: Durant 33 (10/12, 2/9, 7/8tl), Westbrook 18, Liggins 11. Rimbalzi: Perkins 12. Assist: Westbrook 9.

Los Angeles Lakers – Cleveland Cavaliers 113-93 (tabellino)
Il rientro di Dwight Howard e soprattutto il valore dell'avversaria permettono ai Lakers di rinascere, almeno per una sera. Sul calendario gialloviola era cerchiata in rosso la data della sfida a Cleveland, squadra col secondo peggior record della lega (9-30), che ci mette molto del suo con una giornata da 41,1% al tiro (4/21 da tre, 19%) e 16 perse per far permettere ai Lakers di subire molto meno del solito in difesa e assaporare di nuovo un successo che mancava da due settimane: le sei sconfitte arrivate nel frattempo, concedendo una media di 111,8 e il 49,1% al tiro, erano la più lunga striscia negativa dei californiani da quando l'arrivo di Gasol li aveva fatti tornare una big Nba. Ma il catalano è ancora fuori per infortunio per la quarta gara di fila, e come lui Hill che salterà con ogni possibilità il resto della stagione. Torna però dopo tre gare di assenza per i problemi alla spalla, a ripopolare lo sguarnito reparto lunghi ma anche a portare i suoi talenti da All Star, un Dwight Howard da 9/11 al tiro e 14 rimbalzi, oltre a 7 perse, disponendo a piacere dei Cavs ormai da tempo privi là sotto di Varejao. Con un buon contributo di Jamison e Morris dalla panchina, Nash ancora una volta gioca solo per gli altri (solo 4 tiri) e Kobe Bryant evita di fare straordinari: la sua giornata di “pochi” tiri e grande pulizia (6/10 da due, 3/4 da tre) è la ciliegina di una gara per i Lakers da 27/44 da due (61,4%) e 13/25 da tre (52%). La partita finisce a metà primo quarto, quando un 17-2 fa volare i gialloviola sul 34-16 dopo 10', da cui Cleveland tornerà al massimo a -9 poco prima del riposo, travolta di nuovo dopo 4' della ripresa sul 69-49 firmato World Peace, prima che i Lakers dilaghino nel finale fino al 111-81 a 3' dalla fine.
LA Lakers: Bryant 23 (6/10, 3/4, 2/4 tl), Howard 22, Jamison 16, Morris 14, Clark 13, Nash 10. Rimbalzi: Howard 14. Assist: Nash 9.
Cleveland: Irving 15 (6/12, 1/3), Waiters 15 (6/14, ¼), Gee 14, Thompson 10. Rimbalzi: Thompson 8. Assist: Irving 7.