Show di Parker, colpo Spurs
Orlando ride dopo 12 k.o.

Tony Parker esulta, Keith Bogans è furioso. Reuters

San Antonio batte un super colpo, andando a dominare a Brooklyn pur senza Duncan e Ginobili, per confermarsi miglior squadra Nba. Oklahoma City risponde battendo per la seconda volta in 48 ore il fanalino di coda a Ovest, Phoenix, ma con l'autorità di 59 punti di scarto in due gare senza spremere Durant. Orlando mette il silenziatore a Lillard e interrompe una serie negativa che durava da 12 sconfitte consecutive, la più lunga Nba e non di poco. Il neo arrivato Prince (perfetto al tiro) è decisivo nel successo di Memphis su Minnesota.

Orlando Magic–Portland Trail Blazers 110-104 (tabellino)
Orlando interrompe la serie di dodici sconfitte consecutive approfittando del rientro dopo tre gare di assenza di Redick e della peggior serata in Nba di Damien Lillard, che sbaglia 15 tiri su 16, tra cui tutte e 8 le triple tentate, e perde 4 palloni. Ingannevole il distacco finale, ricucito negli ultimi minuti solo da Batum, Aldridge e Smith su un bugiardo -6: i Blazers, alla terza sconfitta di fila (111 punti subìti di media) e la settima su otto trasferte pagano la difficoltà a contenere la capacità di creare dal palleggio di Nelson, impreciso (4/18) ma capace di accendere la circolazione di palla (15 assist), col supporto decisivo in area di Vucevic (6 dei 17 rimbalzi d'attacco di squadra) e di Ayon (11 rimbalzi in tutto). Sempre all'inseguimento, Portland tiene fino al -4 di inizio quarto periodo poi incassa un 18-5 che la fa piombare 101-88 a 4' dalla fine in cui metà dei punti arrivano (direttamente o su assist) da Nelson, con la collaborazione di Redick e Vucevic, approfittando degli errori di Batum (5 perse) e Matthews.
Orlando: Redick 22 (7/9, 2/4, 2/2 tl), Vucevic 17, Ayon 16, Afflalo e Nicholson 14, Nelson 10. Rimbalzi: Vucevic 19. Assist: Nelson 15.
Portland: Aldridge 25 (12/21, 1/1 tl), Batum 19, Matthews 17, Hickson 11. Rimbalzi: Batum 8. Assist: Lillard 12.

Tayshaun Prince in azione. Ap

Memphis Grizzlies–Minnesota Timberwolves 105-88 (tabellino)
Dopo lo scalpo dei Warriors, Memphis infila la seconda vittoria di fila ma con molta minore sofferenza contro i Wolves alla sconfitta numero 15 in 17 partite, di cui 8 di fila in trasferta, senza Barea (distorsione al piede sinistro) e Kirilenko, oltre a Love, Budinger, Lee e Roy. Senza storia nella ripresa, è la partita perfetta di Prince, che chiude con 8 su 8 al tiro e 11 punti in 4' per volare 58-39 a inizio ripresa, dopo il 47-35 del primo strappo con un 15-3 prima del riposo. Serata brillante anche per l'altro ultimo arrivato Austin Daye, 16 punti, con la gara solida di Gasol a un punto, un rimbalzo e due assist dalla tripla doppia. Toccato anche il +21, i Grizzlies vedono tornare Minnesota (una valanga di perse, 19: 5 di Shved, 4 di Ridnour) al massimo sull'83-72 a 7'30'' dalla fine, ristabilendo 18 punti di distanza nel giro di tre minuti. Rubio chiude da top scorer dei Wolves.
Memphis: Prince 18 (7/7, 1/1, 1/2 tl), Randolph Daye e Conley 16. Rimbalzi: Gasol 9. Assist: Gasol e Conley 8.
Minnesota: Rubio 17 (6/10, 0/1, 5/8 tl), Ridnour 17 (5/7, 2/6, 1/1 tl), Gelabale 14, Shved 10. Rimbalzi: Williams e Pekovic 6. Assist: Shved 9.

Phoenix Suns–Oklahoma City Thunder 69-97 (tabellino)
Thabo Sefolosha ha messo insieme 38 punti in 48 ore contro Phoenix e, nel rematch a campi invertiti della sfida già vinta di 31 venerdì a casa Thunder, col massimo in carriera di 5/7 da tre stavolta guida i suoi al +28: è la quarta vittoria di fila per Oklahoma City, tutte con almeno 21 punti di scarto, ottava su dieci. Al terzo ko di fila, ma due contro i vicecampioni, i Suns evitano solo con un canestro di Wesley Johnson a 7" dalla fine il minimo storico di punti segnati nella storia della franchigia. I Thunder sono andati sul velluto, senza l'infortunato Martin, chiedendo solo 28' a Westbrook e 29' a Durant che, chiudendo con soli 11 tiri, è rimasto 11 punti sotto la sua media da capocannoniere Nba. Oklahoma City ha giocato al gatto col topo, con 15 recuperi, soprattutto sull'asse Sefolosha-Westbrook-Perkins, tenendo i Suns al miserrimo32,6% al tiro, con 10 triple sbagliate su 14: tra i padroni di casa solo Morris in doppia cifra in una giornata da 3/11 per Scola, 3/10 per Tucker e 2/22 per Beasley. Non c'è mai partita da quando i Thunder cambiano marcia a 4' dalla fine del primo tempo, piazzando il 20-2 per iniziare la ripresa sul 34-55, volando pio con un nuovo 17-2 a cavallo degli ultimi due quarti fino al 48-83.
Phoenix: Morris 12 (4/12, 1/1, 1/1 tl), Tucker 8. Rimbalzi: Beasley e O'Neal 8. Assist: Dragic 4.
Oklahoma City: Durant 24 (6/12, 2/3, 6/8 tl), Sefolosha 20, Durant 18, Ibaka 12. Rimbalzi: Durant e Jackson 7. Assist: Westbrook 6.

Brooklyn Nets–San Antonio Spurs 86-111 (tabellino)
Non ci sono gli infortunati Duncan e Ginobili, ma con una prestazione di onnipotenza cestistica Tony Parker trascina gli Spurs a scherzare a casa propria una delle migliori difese Nba come i Nets, travolta nonostante le assenze importanti dai texani sotto 111 punti, il 58,9% totale al tiro e 12/19 da tre (63,2%). Per Brooklyn, alla sconfitta numero 6 nelle ultime 9 partite, è crisi aperta, mentre sul mercato il club è pesantemente sulle tracce di Josh Smith di Atlanta. Alla terza di nove trasferte di fila, vogliosa di rimettersi in cammino dopo che a Detroit si era interrotta una serie di undici successi di fila, San Antonio scappa solo con un 11-2 a cavallo degli ultimi due quarti: sono i canestri di Neal a suggellare il 73-85 a 10' dalla fine, esteso poi on un nuovo 21-4 fino all'ingeneroso 75-95 di metà quarto periodo quando anche le triple di Bonner e Diaw (5/5 in coppia da oltre l'arco, 4/8 anche Danny Green) puniscono con continuità i Nets, che mandano a vuoto 12 attacchi su 14 e affondano fino al -25 finale. I Big Three di casa segnano ma non riescono a essere trascinanti, impotenti quando San Antonio mette il turbo.
Brooklyn: Johnson 19 (7/12, 1/4, 2/2 tl), Lopez 18, Williams 15. Rimbalzi: Evans e Lopez 9. Assist: Lopez 4.
San Antonio: Parker 29 (11/20, 1/1, 4/4 tl), Gren 14, Splitter 13, Bonner 11, Diaw 10. Rimbalzi: Splitter 9. Assist: Parker 11.

Non sono bastati 30 punti di James Harden. Reuters

Sacramento Kings–Houston Rockets 117-111 (tabellino)
Il gran finale di Isaiah Thomas e John Salmons conferma le difficoltà in trasferta di Houston, che fuori casa ha perso 17 partite su 27 e ora andrà in casa di Warriors e Clippers. I due esterni segnano in coppia 27 punti nel quarto periodo di una partita che chiuderanno con 23 punti a testa, mettendo insieme sul loro asse a fine partita 6 triple e soprattutto 20/20 dalla lunetta. Con l'incitamento addirittura di un tifo organizzato, messo su a Sacramento dopo la notizia della cessione con trasferimento della franchigia, i Kings tornano dal -10 di inizio quarto periodo grazie a un 14-5 firmato per metà da Thomas, per ricucire sul 100 pari a 5' dalla fine. Negli ultimi tre minuti a Sacramento basta segnare solo dalla lunetta i suoi ultimi 11 punti: le triple sbagliate da Delfino, più gli errori di Beverley, Harden e Patterson, fanno fallire per i texani sei opportunità di fila per restare in partita, così con 7 liberi conquistati da Thomas Sacramento va 113-107 a 25" dalla fine. Quando i Rockets torneranno sul -2 a 10'' dalla fine, ci pensano quattro liberi in fila di Salmons per la seconda vittoria di fila dei Kings dopo aver perso 8 delle 9 partite precedenti, grazie pure a una giornata da 11/20 da tre, col contributo di Cousins (20 e 7 rimbalzi) e Garcia dalla panchina, mortifero al tiro da fuori. Robinson e Asik le danno e le prendono sotto i tabelloni ma Houston (2/12 Parsons con 0/6 da tre) butta via con una difesa soft una hiornata da 34/56 al tiro da due. I Rockets avevano vinto 6 delle precedenti 8 gare.
Sacramento: Thomas 23 (2/7, 2/3, 13/13 tl), Salmons 23 (2/7, 4/7, 7/7 tl), Cousins 20, Thompson 12, Garcia 11. Rimbalzi: Hayes 12. Assist: Salmone e Thomas 6.
Houston: Harden 30 (8/13, 2/7, 8/11 tl), Patterson 18, Asik 17, Delfino 15, Lin 12. Rimbalzi: Asik 12. Assist: Beverley 8.