Miami, riscossa all'overtime
Oklahoma e Houston a tutta

Scambio di complimenti fra Dwyane Wade e Chalmers. Reuters

Ci vuole un supplementare contro Orlando, giunta alla sesta sconfitta di fila, perché Miami torni al successo dopo due k.o. consecutivi, grazie al guizzo finale di Wade. Continua il gran momento di Oklahoma City, contro Phoenix, di Indiana, che batte Memphis nella sfida tra le difese Nba meno bucate, e di San Antonio, che soffoca nel terzo quarto Brooklyn alla prima sconfitta con Carlesimo in panchina. Houston riprende la marcia con Harden e Delfino, fermando quella di Atlanta.

Indiana Pacers–Memphis Grizzlies 88-83 (tabellino)
Non era dalla sfida tra le due migliori difese Nba che ci si potevano aspettare i colpi di fine anno, ma un airball di Rudy Gay, che a 5" dalla fine non prende neanche il ferro sulla tripla del possibile supplementare, decide a favore di Indiana una gara a basse percentuali, ma combattuta. Anche senza il play titolare George Hill, i Pacers chiudono perfino sotto i 92 punti di media stagionale, ma per la dodicesima gara di fila Memphis resta (ben oltre) sotto i 100 punti segnati: sei delle ultime undici le ha perse, stavolta complice una serata da 37,8% al tiro in cui spicca il misero 3/17 proprio di Gay. Dalla panchina i Grizzlies pescano solo 18 punti, tra cui due delle tre triple di una serata in cui ne sbagliano 8 su 11 tentativi. Ripartiti dopo lo stop ad Atlanta, i Pacers in ascesa si godono così il quarto posto a Est dopo otto successi nelle ultime dieci gare, arrivati tutti tenendo gli avversari entro i 91 punti segnati. George, per la 14ª gara di fila oltre i 20 punti, stavolta è l'unico a superarli, grazie anche a quattro triple. Altrettante ne segna Augustin, al massimo stagionale di 17 punti, alimentando il 12/25 casalingo da oltre l'arco, che cancella il misero 16/25 da due. Memphis è stata avanti per buona parte della ripresa, avanti anche a +11 nel terzo quarto, riacciuffata poi da due triple di Ben Hansbrough all'inizio del quarto periodo, dunque sorpassata da West e infine staccata nel finale da Augustin: il regista segna 7 punti di fila per i Pacers, a partire dall'82-76 a 2'06''dal termine. I Grizzlies tornano al massimo a -1, due volte, quando la loro difesa non trova di meglio che far fallo per mandare il lunetta proprio Augustin, che infila il 4/4, prima della tripla fallita da Gay sul 96-93.
Indiana: George 21 (3/6, 4/10, 3/4 tl), Augustin 17, West 13, Stephenson 10. Rimbalzi: West 9. Assist: Augustin 6.
Memphis: Randolph 21 (7/17, 0/1, 7/8 tl), Gasol 13, Allen e Gay 11. Rimbalzi: Randolph 15. Assist: Conley 7.

Orlando Magic–Miami Heat 110-112 dts (tabellino)
Miami non poteva chiudere con tre sconfitte consecutive quel 2012 che sulle spalle dei Big Three l'ha riportata sul trono Nba. Perché non succeda c'è bisogno non solo di un overtime ma che a 9" dalla sua fine, in difesa sul +2, Wade appaia dal nulla per intercettare un passaggio orizzontale da Redick a Turkoglu, che era libero con LeBron James a terra: scappato in campo aperto, Wade schiaccia a 6'' dalla fine il 106-110 della missione compiuta, riscattando con una sola giocata una notte con un brutto 3/10 dalla lunetta. All'overtime ce l'aveva portata la capacità di James di conquistare viaggi in lunetta in una serata da 6/21 di squadra da tre (3/4 solo Allen), e i due canestri nell'ultimo minuto di Bosh, che poi ha sbagliato sulla sirena il tiro della vittoria: finta dai 6 metri, palleggio verso destra, sospensione e tiro sul bordo del tabellone, pur lamentando un fallo di McRoberts. Perse 6 delle prime 12 gare fuori casa, di questi tempi gli Heat, che concludono un giro di quattro trasferte in cui avevano esultato solo a Charlotte, hanno bisogno di vincere così, al supplementare, contro i Magic che pure non sono al loro meglio se infilano la sesta sconfitta di fila, più lunga serie perdente da sette anni, privi di Glen Davis e Jameer Nelson (e del suo cambio in regia Moore). Eppure con il 5/9 da tre di Redick, con un super Afflalo, coi minuti di Turkoglu e coi rimbalzi di Vucevic (29 sono record franchigia di Orlando: 11 in attacco, di cui 4 solo in un'azione a metà quarto periodo), i Magic avevano anche costruito un +11 a fine terzo quarto, prima su Turkoglu e Nicholson, poi con McRoberts e Afflalo approfittando di qualche errore di Wade. Con Miller al suo posto hanno piazzato un 13-0 a cavallo degli ultimi due quarti per rimettersi in gara, salvo entrare 95-99 negli ultimi 67''. Qui la vita l'allunga Bosh, prima del colpo di reni – letterale – di Wade.
Orlando: Afflalo 28 (7/13, 2/6, 8/9 tl), Redick 23, Vucevic 20, McRoberts 12, Nicholson 10. Rimbalzi: Vucevic 29. Assist: Turkoglu 8.
Miami: James 36 (9/16, 1/6, 15/16 tl), Bosh 22, Wade 21, Allen 17. Rimbalzi: James 8. Assist: James 11.

Houston Rockets–Atlanta Hawks 123-104 (tabellino)
Dopo i 24 palloni di media persi nelle due sconfitte (Spurs e Thunder) che avevano interrotto il momento d'oro da sette vittorie in otto gare, Houston taglia a 9 le perse e può riprendere la marcia dopo la peggior sconfitta stagionale con la sua ricetta di sempre: attacco, triple, ritmi alti. Troppo anche per questi Hawks che, pur senza Harris e Morrow, avevano vinto le ultime quattro partite con 107,3 punti di media. Atlanta si tiene in partita rispondendo con 12/23 da tre punti al 16/29 texano, ma paga alla lunga i soli 11 falli subiti e 6/7 dalla lunetta, visto che di là Harden da solo (da 13 gare segna almeno 20 punti) fa 12/13. Houston era scappata anche a +21 prima del riposo con un 16-0 costruito su un frangente da 0/7 in 4' senza segnare degli Hawks punito dalle triple di Patterson e Delfino, che torna protagonista nella ripresa: al massimo stagionale, l'ex reggino e bolognese segna 11 punti con tre triple (chiuderà 6/8) in sei minuti da fine terzo periodo in poi per il +15 Rockets. Poi, dopo la ricucitura di un sorprendente Jenkins sul 102-97 a 5'22'' dalla fine, di nuovo Delfino con una tripla e un'entrata, completata da un gioco da tre punti di Harden, chiude la porta in faccia agli Hawks (110-97 a 4'13''), prima che Asik e le triple di Morris (3/4) e Lin puniscano gli errori di Jenkins fino al 118-100 a 2'14'' dal termine.
Houston: Harden 28 (5/11, 2/6, 12/13 tl), Delfino 22, Lin 16, Morris 15, Asik 11, Douglas 10. Rimbalzi: Asik 17. Assist: Lin e Delfino 8.
Atlanta: Williams 21 (6/10, 3/6), Horford 18, Smith 17, Jenkins 15, Teague 10. Rimbalzi: Horford 13. Assist: Teague 9.

San Antonio Spurs–Brooklyn Nets 104-73 (tabellino)
Reduce da due vittorie dopo il cambio in panchina, ai Nets manca il terzo indizio per fare una prova sulla soluzione dei problemi che avevano portato a 10 k.o. su 13 gare in dicembre. In passato anche assistente di Popovich, il coach ad interim di Brooklyn, Carlesimo, sa che nessuno più degli Spurs avrebbe potuto evidenziarlo. E succede in un terzo quarto in cui i texani tengono gli ospiti a soli 5 punti con 2/20 al tiro, con 12 errori di fila di cui 4 da sotto, il tutto mentre dall'altra parte San Antonio faceva 13/19 al tiro, di cui 11 assistiti. Ancora a 50-47 a un paio di minuti dal riposo, i Nets crollano così 85-52 a fine terzo quarto, e poi anche a -35, prima che Brooks (pochissimo spazio con Avery Johnson in panchina) approfitti dell'apertura finale delle gabbie per un ultimo periodo da 13 punti, 11 negli ultimi 6'. Brooklyn è tradita dalle sue individualità perché, a parte Brooks, quello che segna più canestri (5) è Joe Johnson, in una serata da 37,8% al tiro dopo i 100 punti di media nelle prime due gare con Carlesimo: senza il collante Wallace per una contusione al ginocchio, ha solo 3/11 da Deron Williams e 11 punti col 36% da Lopez, che ne segnava 25,3 col 62% nelle precedenti tre uscite. Ma è anche dall'altra parte del campo che i Nets non oppongono resistenza ai canestri a centro area e poi agli scarichi sul perimetro degli Spurs, che girano come un orologio e chiudono col 58,9% al tiro, con 6/8 da tre messo insieme dal trio Leonard, Bonner, De Colo e Parker pur alla quarta gara di fila senza Neal (polpaccio). San Antonio infila così la più lunga striscia vincente stagionale con sei successi di fila, approfittando del fatto che cinque di queste sei gare sono state tra le mura amiche, dove le vittorie di fila sono otto. Gli ultimi cinque successi neroargento sono arrivati con 24 punti di margine medio, tranne Houston tutti sopra i 20 punti.
San Antonio: Parker 20 (8/12, 1/1, 1/2 tl), Duncan 15, De Colo 11, Splitter Leonard e Bonner 10. Rimbalzi: Diaw 6. Assist: Parker 6.
Brooklyn: Brooks 16 (6/10, 1/2, 1/1 tl), Johnson 12, Lopez 11. Rimbalzi: Evans 9. Assist: cinque con 2.

Durant, stella dei Thunder, al tiro contro P.J. Tucker. Reuters

Oklahoma City Thunder–Phoenix Suns 114-96 (tabellino)
I Thunder chiudono il 2012 con 15 successi in 17 partite che li portano a una vittoria dal miglior record Nba dei Clippers. I Suns sono un avversario più presente di quanto dicano la sesta sconfitta di fila, la nona in trasferta, e il punteggio finale. Oklahoma City è sempre avanti nella ripresa sulle spalle di un Durant sontuoso e del ritorno di Westbrook dopo che una gomitata di Scola nel primo tempo gli aveva aperto una ferita vicino all'occhio. Ma con O'Neal Phoenix è ancora a -2 a inizio quarto periodo e sotto 92-87 a 7' dalla fine, prima di crollare sotto il 2/9 con tre perse in 6'30'' (errori soprattutto con Morris, Dragic e Dudley) fino al 104-89 a 3' dal termine, esteso nel finale fino al +20 dai Thunder. Confermatosi miglior attacco Nba (105,9 di media), Oklahoma City conquista il dodicesimo successo interno di fila – più lunga striscia Nba – nascondendo il 2/12 e i soli 6 punti di Martin dietro un'eccellente gestione della palla con sole 5 perse, e grande presenza a rimbalzo d'attacco: 9 in coppia di Perkins e Collison, 14 di squadra.
Oklahoma City: Durant 30 (11/31, 0/3, 8/8 tl), Westbrook 24, Ibaka 16, Sefolosha 14, Collison 10. Rimbalzi: Collison 9. Assist: Westbrook 9.
Phoenix: Scola 24 (10/16, 0/1, 4/5 tl), Dragic 16, O'Neal e Gortat 12. Rimbalzi: Gortat 10. Assist: Dragic 8.