Canadese, aveva un carattere e uno stile tutto suo: soprannominato ¡°Flying Frog¡±, era diventato il re dell¡¯Ama Sbk degli Anni ¡®70 con la Kawasaki e oggi il suo nome ¨¨ nell¡¯albo d¡¯oro delle leggende del motociclismo
Motociclismo in lutto per la scomparsa dell¡¯ex pilota canadese Yvon Duhamel, morto il 17 agosto dopo breve malattia all¡¯et¨¤ di 81 anni. Era nato marted¨¬ 17 ottobre 1939 e aveva corso quasi sempre con il numero 17. Insomma, il 17 al centro della vita e delle corse di questo corridore-personaggio fra i protagonisti per oltre un ventennio negli anni ¡®60-¡¯80 del secolo scorso. Duhamel ¨¨ stato con Mike Duff il motociclista canadese pi¨´ significativo e vincente a livello internazionale, sia nelle competizioni in Usa, particolarmente nella 200 Miglia di Daytona, che nel Motomondiale nelle classi 250 e 500.
Il tifo tricolore per la flying frog
¡ª ?Yvon la ¡°rana volante¡±, pilota eclettico e d¡¯assalto, era conosciuto e benvoluto anche in Italia, specie dopo il Gran Premio delle Nazioni del 19 maggio 1974, disputatosi sul circuito di Imola, a cui il centauro canadese partecip¨° in sella alla Kawasaki 500. Oltre al via nella 200 Miglia imolese con la scorbutica verdona 750 tre cilindri. Non ebbe fortuna, rimedi¨° una brutta botta per una caduta nelle prime prove di venerd¨¬, e domenica in gara, dopo una sfuriata iniziale con Gianfranco Bonera (MC Agusta), Teuvo Lansivuori (Yamaha), Phil Read (MV Agusta), fu costretto al ritiro per noie meccaniche - cos¨¬ come Giacomo Agostini (Yamaha) ¨C confermando comunque le sue doti di gran manico. Un pilota d¡¯assalto poco interessato alla classifica e dedito allo show, capace anche di curvare con una sola mano alla Tosa strapiena, impennando per salutare la folla che lo acclamava.
Pilota a modo suo
¡ª ?Piccolo di statura, Yvon era geloso dei suoi baffi neri spioventi che curava come i suoi bolidi. Arrivato per la prima volta sul circuito di Imola, dal gioved¨¬ mattina si inchin¨° alla verifiche davanti al patron Checco Costa tirandogli, con gran divertimento, i suoi baffetti imbiancati dall¡¯et¨¤. Aveva gran rispetto di tutti e non c¡¯era corridore e persona nel paddock con cui non si intrattenesse per un saluto, uno scambio di idee sulle moto e sui piloti ma anche sui fatti del mondo. Un professionista scrupoloso sul piano tecnico che, come altri piloti del Continental Circus, viveva le corse a modo suo, avendo come modello l¡¯amico Barry Sheene, con cui incrociava le lame in corsa e faceva l¡¯alba anche la notte prima del Gran Premio, fumando e attaccandosi alla bottiglia. Spesso nel weekend di gara incappava in incidenti, per lo pi¨´ solo per sfortuna o problemi di motore, soprattutto per grippaggio.
L¡¯ingaggio con Kawasaki
¡ª ?Amava l¡¯Italia ma preferiva gareggiare in America perch¨¦, diceva sempre tirandosi i baffi, ¡°l¨¤ pagano in dollari e i dollari pesano¡±. In effetti, dopo un inizio carriera precoce a 15 anni con una Triumph 500 nel dirt track (era la sua seconda specialit¨¤) e dopo numeri da brividi nei circuiti di velocit¨¤ di secondo livello, nel 1967, poco pi¨´ che ventisettenne, debutta con il noto Team di Fred Deeley alla 200 Miglia di Daytona finendo con la Yamaha bicilindrica 2 tempi settimo assoluto nella 250 ¡°Lightweight¡±, dopo aver guidato in testa per met¨¤ corsa. Con la stessa Yamaha entra nel Motomondiale, sfiorando il podio nel GP di casa, in Canada. Nel 1968 e 1969 diserta il Motomondiale rimanendo in America dove domina a Daytona, sempre nella 250 e dove sfiora il gran colpo nella 200 Miglia (sempre nel ¡¯68) finendo gran secondo, mancando la vittoria l¡¯anno dopo solo per noie meccaniche, dopo aver fatto la pole con record della pista. Insomma, un gran bel manico. Tant¡¯¨¨ che nel 1971, con un assegno pesante, Yvon viene ingaggiato ufficialmente dalla Kawasaki con cui vince al debutto del campionato Ama sul circuito di Talladega, ripetendosi pi¨´ volte nel corso della stagione e in quelle successive, per tre anni di seguito.
Yvon nella Hall of Fame
¡ª ?In quel periodo fu il pilota Kawasaki pi¨´ vittorioso con la ciliegina dorata, nel 1973, dei record di velocit¨¤ a Daytona con la Kawasaki 900 Z1, superando i 280 km/h! Nelle sue rare apparizioni nel Motomondiale, sfior¨° ancora il podio nel 1975 nella 250 del GP d¡¯Olanda ad Assen, conquistando poi un gran terzo posto al Bol d¡¯Or e altri piazzamenti significativi nella Formula 750, all¡¯epoca molto seguita e apprezzata, con un forte impegno di grandi case e Team. Quindi Yvon cominci¨° a dividersi fra la carriera di pilota e quella di talent scout dedicandosi a tirare su i figli Miguel e Mario, correndo addirittura insieme a loro il Bol d¡¯Or 1988. Dieci anni dopo era ancora competitivo, affamato di corse e di¡ ingaggi, tanto da salire sui podi del monomarca Harley-Davidon Sportster. Ma non basta. Duhamel conquista nel 1970 il titolo di campione del mondo di motoslitte. Dal 1999 ¨¨ nel prestigioso albo Motorcycle Hall of Fame. Ciao, Yvon.
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