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La storia della McLaren in F1: dalle origini "kiwi" al dominio Senna-Prost fino a Hamilton e Norris
Non semplicemente uno dei dieci team partecipanti al Mondiale di Formula 1, ma uno di quelli che ¨¨ riuscito per davvero a lasciare un segno indelebile. E anche se lĄŻultimo titolo risale ormai al lontano 2008, la McLaren resta comunque ancora oggi la scuderia con pi¨´ campionati e gran premi vinti dopo la Ferrari. UnĄŻeredit¨¤ inestimabile che supera i confini del tempo e le difficolt¨¤ patite negli ultimi anni con lĄŻarrivo dei grandi costruttori di automobili, iscrivendo di diritto la squadra nella storia delle corse. Con un doppio passaporto: se le radici del fondatore Bruce McLaren sono neozelandesi, il Dna ¨¨ inconfondibilmente british. Tanto che la piccola cittadina di Woking, 60.000 abitanti nella contea del Surrey nel sud-est dellĄŻInghilterra dove il team ha la sua storica sede, nel frattempo ¨¨ diventata una delle grandi capitali mondiali del motorsport.?
GLI ESORDI
ĄŞ ?Fondata il 2 settembre del lontano 1963 dallĄŻomonimo pilota neozelandese, la Bruce McLaren Motor Racing Ltd inizia schierando due Cooper (la casa per cui Bruce corre in F1) in Formula Tasman, ma in breve tempo si specializza nella costruzione e nella vendita ai privati di auto da corsa per le pi¨´ disparate categorie, dalla Formula 2 alla Indy fino agli sport prototipi per la CanAm. Nel frattempo, McLaren sceglie la strada del pilota-costruttore anche nella massima serie: il debutto ¨¨ nel Mondiale 1966 ma i risultati non arrivano in maniera costante anche a causa delle scarse prestazioni e dellĄŻaffidabilit¨¤ precaria. La scuderia non partecipa neppure a tutte le gare del campionato ma, dopo un ritiro a Montecarlo e una mancata partenza a Spa, nel GP di Gran Bretagna 1966 a Brands Hatch, la McLaren guidata dal suo fondatore arriva sesta a due giri dal vincitore Jack Brabham: ¨¨ il primo storico punto in Formula 1.?
PRIME VOLTE
ĄŞ ?Se i primi piazzamenti in campionato gi¨¤ nella stagione del debutto possono essere considerati di buon auspicio, per raccogliere qualche altra soddisfazione ci sar¨¤ ancora da attendere. Un paio dĄŻanni per la precisione, visto che ¨¨ solo nel 1968 che, al primo Mondiale in cui la McLaren schiera due auto in pista per tutta la stagione, iniziano ad arrivare podi e vittorie: Danny Hulme ¨¨ secondo in Spagna, lo stesso McLaren centra il primo trionfo in Belgio, mentre in Canada arriva addirittura una doppietta. Risultati di prestigio, che permetteranno alla giovane scuderia inglese di chiudere al secondo posto nella classifica a squadre alle spalle della Lotus del campione del mondo Graham Hill.?
DAL DRAMMA AI TITOLI
ĄŞ ?Al glorioso 1968 non segue per¨° un altrettanto positivo 1969. Anzi, le cose sono destinate a peggiorare rapidamente dopo la prematura scomparsa di Bruce McLaren, che perde la vita a 32 anni il 2 giugno 1970 durante un test sul circuito di Goodwood. La scuderia passa cos¨Ź nelle mani del braccio destro Teddy Mayer senza per¨° crescere particolarmente sul piano delle prestazioni, nonostante Danny Hulme riesca con una cadenza regolare a piazzarsi in zona punti portando a casa anche qualche podio e qualche vittoria. La svolta definitiva arriva con il debutto della M23, che esordisce gi¨¤ nella seconda parte del campionato 1973 e che nellĄŻanno successivo ¨¨ anche la prima monoposto del team ad abbandonare il classico colore arancione papaya usata sin dagli esordi: si passa invece alla livrea bianca e rossa voluta dal munifico sponsor tabaccaio Marlboro, che sar¨¤ un iconico tratto distintivo per oltre 20 anni. Quasi un segno del destino vincente della scuderia, che non a caso nel 1974 centra il primo titolo Piloti e Costruttori della sua storia, con Emerson Fittipaldi al volante. E se nel 1975 Ą°EmmoĄą ¨¨ piegato dalla Ferrari di Niki Lauda, per il secondo Mondiale Piloti basta aspettare il 1976, passato alla storia per il dualismo da film ¨C raccontato dal celebre Ą°RushĄą (2013) di Ron Howard ¨C tra lĄŻaustriaco e il campione James Hunt.?
LĄŻARRIVO DI RON DENNIS
ĄŞ ?Gli anni seguenti non portano grandi sorrisi se non, a posteriori, la soddisfazione per aver scoperto e lanciato in F1 (per una sola gara, il GP di Gran Bretagna 1977) un talento come Gilles Villeneuve. Intanto il team scivola nei bassifondi della classifica e la Marlboro spinge per uno scossone: agli inizi degli anni ĄŻ80 viene quindi promosso a capo della scuderia Ron Dennis, un giovane manager inglese che ¨¨ stato ex meccanico per la Cooper e la Brabham prima di iniziare a gestire in proprio un team che ha ben figurato nelle categorie minori. La sua Project 4 ¨¨ quindi inglobata nella McLaren, che intanto sposta la sede a Woking e si proietta nel futuro: nel 1981 debutta in pista la prima macchina della serie MP4 ¨C la fortunata sigla, usata fino al 2016, ricorda proprio la fusione tra McLaren e Project 4 di Dennis ¨C che torna a competere ai piani alti della classifica. Per il passo ulteriore serve per¨° un nome forte e la scelta ricade sullĄŻex grande rivale Niki Lauda: lĄŻaustriaco arriva nellĄŻ82 e, dopo un paio di stagioni difficili e lĄŻaccordo per i motori turbo TAG Porsche, centra il suo terzo titolo nel 1984 al termine di un emozionante duello con il compagno Alain Prost (sconfitto per mezzo punto).?
LĄŻET? DELLĄŻORO
ĄŞ ?? solo lĄŻinizio di unĄŻepoca dĄŻoro che porta la McLaren a vincere ben 13 titoli mondiali (6 Piloti e 7 Costruttori) in otto stagioni, tra il 1984 e il 1991. Nel 1985, Prost si prende la rivincita sullĄŻormai anziano compagno di squadra, concedendo il bis (ma senza centrare il successo nella classifica a squadre) anche lĄŻanno seguente. Nel 1987 la McLaren resta a secco di vittorie iridate, ma la striscia positiva evidentemente ¨¨ ben lontana dallĄŻesaurirsi, visto che nel campionato seguente?arriva Ayrton Senna al posto di Stefan Johansson e il motore Honda sostituisce quello Porsche: a partire dalla MP4/4, passata alla storia come una delle monoposto pi¨´ dominanti di sempre ¨C 15 vittorie su 16 gare disputate, di fatto solo la Red Bull RB19 del 2023 sapr¨¤ fare di meglio ¨C arrivano altri quattro anni di dominio totale, condizionati dal dualismo Senna-Prost. E cio¨¨ da una rivalit¨¤?capace, da sola, di canalizzare l'attenzione e dividere in due squadre contrapposte unĄŻintera generazione di appassionati.?
LE FRECCE DĄŻARGENTO
ĄŞ ?Il ciclo si esaurisce nel 1992 dinanzi al dominio della Williams di Nigel Mansell. Inizia una fase di transizione, segnata dallĄŻaddio di Senna e della Honda, e dal conseguente arrivo dei motori Ford Cosworth (1993) e Peugeot (1994). Stagioni di assestamento in attesa di una nuova partnership vincente, come quella instaurata nel?1995 con la Mercedes. Cambia tutto, radicalmente: terminato lĄŻaccordo di sponsorizzazione con Marlboro, dal 1997 le McLaren diventano Ą°Frecce dĄŻargentoĄą tornando sul tetto del mondo gi¨¤ nel 1998 con la coppia composta dal campione Mika Hakkinen e David Coulthard. Il finlandese si ripete anche nel 1999, sfruttando a proprio favore lĄŻassenza di Michael Schumacher, infortunato alla gamba in un grave incidente a Silverstone, e piegando allĄŻultima gara lĄŻaltro ferrarista Eddie Irvine. Il Cavallino centra per¨° il Mondiale Costruttori ed ¨¨ il preludio di un periodo forse irripetibile per Maranello, con Schumi in grado di raccogliere cinque trionfi iridati di fila, tra il 2000 e il 2004. Per tutti gli altri, McLaren compresa, restano solo briciole.?
LĄŻULTIMO TITOLO
ĄŞ ?CĄŻ¨¨ ancora tempo per un biennio da grande protagonista. Nel 2007 arriva dalla Renault il due volte campione del mondo in carica Fernando Alonso, insieme a un promettente giovane cresciuto sotto lĄŻala di Ron Dennis e della Mercedes, che ne ha finanziato la carriera sin dagli esordi sui kart: Lewis Hamilton. Bastano poche gare per capire che quello messo in piedi dalla squadra di Woking ¨¨ un dream team, cos¨Ź come si intuisce altrettanto in fretta che la convivenza con Alonso ¨¨ problematica. Non sono per¨° i problemi di Ą°spogliatoioĄą a segnare la stagione: lĄŻingegnere McLaren, Mike Coughlan, finisce al centro di un inedito caso di spionaggio insieme allĄŻamico ferrarista Nigel Stepney, che gli ha passato documenti riservati con i progetti della rossa. I due vengono scoperti e il team squalificato dalla classifica Costruttori (che altrimenti avrebbe vinto facilmente) con una multa da 100 milioni di dollari. Quanto al titolo Piloti, invece, Hamilton e Alonso dopo il GP conclusivo in Brasile si ritrovano appaiati a quota 109 punti, uno in meno di Kimi Raikkonen. Ma ¨¨ proprio in Brasile che, 12 mesi dopo, Lewis si prende la rivincita beffando Felipe Massa ¨C in un altro campionato di veleni e polemiche, di cui si discute ancora oggi a 15 anni di distanza ¨C grazie al sorpasso, allĄŻultima curva dellĄŻultimo giro del Mondiale, ai danni della Toyota di Timo Glock: una manovra decisiva che gli regala il titolo Piloti, ultimo dei 20 trionfi iridati della gloriosa storia McLaren.?
IL DECLINO
ĄŞ ?La Formula 1 ¨¨ in procinto di cambiare inesorabilmente, con lĄŻingresso di un sempre maggior numero di grandi costruttori. La Mercedes debutta con una propria scuderia ufficiale, relegando la McLaren al ruolo di semplice team clienti e non ¨¨ un caso che le vittorie si facciano sempre pi¨´ rare: solo nel 2010, Lewis Hamilton riesce a lottare fino allĄŻultima gara per il titolo. Dopo i quinti posti Costruttori del biennio 2013-2014, Ron Dennis sente che ¨¨ arrivato il momento di cambiare e punta tutto sul ritorno di Alonso e della Honda, nella speranza di tornare ai fasti del dominio con Senna e Prost. La power unit ibrida della casa di Tokyo ¨¨ per¨° poco potente e scarsamente affidabile. Cos¨Ź gli anni seguenti si trasformano in un calvario di ritiri, eliminazioni in Q1 e lotte fuori dalla zona punti contro piloti di fondo classifica. Un disastro che culmina con lĄŻuscita di scena di Dennis, che cede il timone al nuovo amministratore delegato Zak Brown, che inizia tagliando i ponti con il recente passato: le auto dismettono la storica sigla Ą°MP4Ąą e anche le livree tornano allĄŻiconico papaya usato fino al 1973.?
GLI ULTIMI ANNI
ĄŞ ?Anche lĄŻaccordo con Honda, incancrenito da anni di tensione per gli scarsi risultati, giunge al termine e, a partire dal 2018, ¨¨ la power unit Renault a spingere le McLaren. Senza risultati particolarmente degni di nota, ad eccezione di qualche sparuto podio e di un generale miglioramento delle prestazioni che consente a Woking di chiudere al terzo posto la stagione 2020. Nel 2021 torna la motorizzazione Mercedes e cĄŻ¨¨ anche spazio per unĄŻultima vittoria, centrata da Daniel Ricciardo nella rocambolesca domenica di Monza davanti al compagno di squadra Lando Norris. Il resto ¨¨ storia recentissima, con il giovane inglese affiancato dal 2023 al talento australiano Oscar Piastri e con la sfilza di secondi e terzi posti ¨C e anche con la vittoria nella Sprint Race in Qatar ¨C raccolti a partire dalla seconda parte della stagione alle spalle dellĄŻinarrivabile Red Bull di Max Verstappen. Risultati che hanno riportato la McLaren nella nobilt¨¤ della Formula 1 e che sono quasi un miracolo sportivo considerando la differenza tra la piccola scuderia di Woking e i colossi che hanno dominato nellĄŻultimo decennio. Merito del metodo di lavoro introdotto dal nuovo team principal Andrea Stella, e delle intuizioni degli ingegneri che hanno saputo trovare la chiave per ridare competitivit¨¤ alla macchina. Anche se i fasti di Fittipaldi, Hunt, Lauda, Prost, Senna, Hakkinen e Hamilton, a conti fatti, sono ancora un lontano ricordo. Per ora.
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