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Giro d'Italia 1953
Coppi doma lo Stelvio
Il 2 gennaio si celebra il cinquantenario della morte di Fausto Coppi. Gazzetta.it vuole onorarlo chiedendo l'aiuto dei lettori. La nostra giuria ha scelto le 10 imprese più grandi del Coppi corridore. Ecco la decima e ultima: Giro d'Italia 1953, tappa Bolzano-Bormio... Da oggi potete votare quella che ritenete l'impresa delle imprese
Le prova tutte, Coppi. Giro d’Italia 1953, 31 maggio, terzultima tappa, da Auronzo a Bolzano. A spaventare non sono i chilometri, 164, ma i passi, tre. Sul Falzarego, Fausto attacca, sorprende scrolla sbriciola il gruppo, gli rimangono appiccicati solo la maglia rosa Hugo Koblet e Pasqualino Fornara. Sul Pordoi, Fausto recupera mezzo minuto dei due che Koblet gli ha preso in discesa. Sul Sella, Fausto riprende Koblet e lo molla, in discesa esagera, sul piano si difende, ma a una decina di chilometri dall’arrivo Koblet lo cattura. L’accordo è fra gentiluomini: tappa a Coppi, maglia a Koblet. E il Giro — con Fausto a 1’59" da Hugo — sembra finito lì.
- Coppi sui tornanti dello Stelvio al Giro del 1953.
bolzano-bormio — Il giorno dopo, 1° giugno, penultima tappa, da Bolzano a Bormio. A spaventare non sono i chilometri, ma un passo. Lo Stelvio: 2.752 metri, la guglia più alta e vertiginosa della cattedrale gotica del ciclismo. Coppi ha dato la sua parola a Koblet, anzi, gli ha già fatto i complimenti finali. Ma quelli della Bianchi provano a fargli cambiare idea: prima Aldo Zambrini, il patron, poi Giovanni Tragella, il direttore sportivo, quindi Ettore Milano e Sandrino Carrea, gli angeli custodi, infine Biagio Cavanna, il mago. Quando Coppi cede all’istinto del campione, del Campionissimo, e promette di tentare, la tribù della Bianchi si riunisce, si rincuora, si riscalda, e Pinela De Grandi, il meccanico, decide di montare anche il 46x23: il massimo, a quel tempo, dell’agilità. La mattina, a Bolzano, l’atmosfera sa di pace, l’aria sa di guerra. Koblet firma autografi. Milano gli chiede se possono fare una foto, loro due, insieme, per ricordo. Milano chiede a Koblet anche di togliersi gli occhiali scuri da sole. È una scusa: "Volevo guardarlo negli occhi — sostiene Milano — perché gli occhi non dicono mai bugie". E gli occhi del campione svizzero sono un po’ arrossati: febbre, insonnia, tensione. Chissà. Milano, comunque, riferirà al suo capitano.
- Un altro momento della fuga di Coppi.
fausto schianta tutti — Il via alle 13.15. Scatta Fiorenzo Magni, placcato dai biancocelesti Stefano Gaggero e Michele Gismondi. Poi ci prova Guido De Santi, il solito anarchico, inseguito da Armando Barducci, e poi inghiottito da Donato Piazza, più Gaggero e Gismondi, tutti uomini Bianchi. Quindi è Koblet a dare uno scossone, tanto per far capire che lui c’è: forse ha respirato, più che l’atmosfera di pace, l’aria di guerra. A Prato allo Stelvio, quando l’asfalto si esaurisce e comincia lo sterrato, quando la valle si trasforma in calvario e il calvario si arrampica in 48 tornanti, Carrea pesta sui pedali, abbassa il crapone, alza l’andatura, incendia la corsa. Il gruppo esplode. Carrea continua, forza della natura e dell’agricoltura, Coppi segue Carrea come un rimorchio, Koblet segue Coppi come un’ombra. A 12 chilometri dalla vetta, scatta il ragazzino, il Cit, Nino Defilippis. Lo si saprà, solo molti anni dopo, che è stato Coppi ad accenderlo. E con la scusa di inseguirlo, Fausto può finalmente sentirsi libero di fare la corsa, sciogliere il patto di non belligeranza e attaccare Hugo. Fausto vola, Koblet si pianta. A 6 chilometri dalla vetta, Coppi ha 40" su Fornara, 1’20" su Gino Bartali e Defilippis, 1’30" su Angelo Coletto, 1’40" su Koblet. Sul Gran premio della montagna, Coppi ha 2’17" su Fornara, 2’48" su Bartali, 3’27" su Defilippis, 4’20" su Carrea e 4’25" su Koblet. Mancano 22 chilometri al traguardo. Solo discesa. Coppi rischia, sbanda, si salva. Koblet rischia, vola, vola due volte, prima per terra, poi al traguardo. Primo Coppi, secondo Fornara, terzo Bartali, Koblet finisce a 3’28". E Coppi lo sorpassa anche in classifica, con un margine di 1’29". La rosa, la quinta della carriera, sarà sua.
Marco Pastonesi© RIPRODUZIONE RISERVATAPer saperne di più
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