Tim Duncan, 36 anni, e Tony Parker, 30, l'anima degli Spurs. Afp

La macchina perfetta non conosce soste. Liquidata la pratica Clippers in 4 partite, il minimo possibile, San Antonio ha già il mirino fisso sul prossimo obiettivo: la finale di Western Conference, la prima dal 2008 quando gli Spurs si arresero in 5 gare ai Lakers. La squadra oggi a disposizione di coach Gregg Popovich è ancora arroccata all'immortale trio delle meraviglie composto da Tim Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker (134 partite di playoff insieme, un record). Ma stavolta i texani sono in una forma strepitosa, con una striscia aperta di 18 vittorie, 8 delle quali nei playoff in cui hanno spazzato via anche i Jazz. E spaventano l'Nba, che non aveva molta fiducia nella truppa di coach Pop nonostante il miglior record a Ovest ottenuto in regular season.

calma — Le 8 vittorie per iniziare la postseason sono la terza miglior striscia nella storia della franchigia. Ma nessuno a San Antonio si sente già alle Finals: "E' prematuro fare paragoni tra questa versione degli Spurs e quelle vincenti del passato, almeno fino a quando non andremo fino in fondo - è il modo di predicare prudenza di Tony Parker -. Dobbiamo rimanere concentrati". "Non abbiamo ancora fatto nulla, solamente vinto due serie" gli fa saggiamente eco Tim Duncan. Coach Gregg Popovich si spinge anche oltre: "Serie vincente? Per noi non esiste, non ne parliamo e non ho mai sentito nessuno parlarne. Non è nemmeno un pensiero nelle nostre menti. Per noi ogni partita è un'entità separata dalla precedente".

numeri — Eppure la striscia vincente è realtà. Considerando anche la regular season, nessuno ha più battuto gli Spurs dall'11 aprile, quando la truppa di coach Popovich si arrese 98-84 in casa con i Lakers prima di chiudere il 2011-12 con 10 vittorie consecutive segnando sempre almeno 105 punti. Ma è dal 30 gennaio che San Antonio viaggia a un ritmo che nessun altro in Nba è in grado di sostenere: appena 7 sconfitte nelle ultime 45 gare di regular season, due striscie di 11 successi di fila interrotte solo perché coach Pop ha deciso di tenere contemporaneamente a riposo Duncan, Parker e Ginobili e quella finale di 10 vittorie. E poi il super inizio di playoff, con avversari tenuti sempre sotto quota 100 punti e battuti con almeno 10 punti di scarto in 6 delle 8 sfide. San Antonio è l'unica squadra che viaggia sopra quota 100 di media nella postseason (102,5 punti, tre in più dei Thunder, secondi) e quella che sta tirando meglio (49,1% dal campo, Thunder distanti secondi con 46,4%).

in gran forma — Con Manu Ginobili sotto tono (l'argentino viaggia a 11,3 punti di media nei playoff 2012, peggio aveva fatto solo nel suo primo anno in Texas), la chiave del successo degli Spurs sono l'alto rendimento di Parker e Duncan e delle innumerevoli armi a disposizione di coach Pop. Parker è il migliore dei suoi per media punti nei playoff con 19,1 nelle 8 gare disputate, ma sta anche servendo 7,1 assist a gara, il massimo della sua carriera. Duncan invece sembra ringiovanito: contro i Clippers ha viaggiato a 21 punti e 9,5 rimbalzi di media, vincendo il confronto diretto con l'astro nascente Blake Griffin. Tra le chiavi della fantastica post season di San Antonio anche la rinascita di Borsi Diaw, approdato in marzo alla corte di coach Pop dopo essere stato scaricato da Charlotte e rifiorito tanto da contribuire con 6,5 punti e 5,5 rimbalzi (secondo miglior rimbalzista dietro Duncan), la costanza di Danny Green (10,4 punti di media) che tiene fuori Ginobili dal quintetto e una panchina produttiva come sempre.

prossimo obiettivo — Ora gli Spurs si godranno qualche giorno di riposo, visto che la finale dell'Ovest contro Oklahoma City, che ha chiuso i conti in 5 gare con i Lakers non comincia prima di domenica sera. Ma coach Popovich terrà altissima la tensione, perché a San Antonio numeri e strisce vincenti non importano: l'obiettivo vero è tornare a mettersi al dito un anello Nba cinque anni dopo l'ultima volta.