Si completa il programma di gara-2 dei quarti di finale dopo le vittorie che ieri hanno lanciato Siena e Sassari sul 2-0 con Bologna e Varese nelle serie al meglio delle 5 sfide.

Stefano Mancinelli lotta sotto canestro. Ciam/Cast

EA7 Milano-Umana Venezia 89-83
(Milano avanti 2-0 nella serie)
di Guido Guida (twitter@GuidoGuida)
Milano non fa sconti alla Reyer, bissa il successo di 48 ore prima seppur faticando molto (eufemismo) più di venerdì, e si porta a un passo dalle semifinali. Venezia, che nella sua storia ha vinto solo una volta (nel 1987-88) su 34 partite giocate nel capoluogo lombardo, raccoglie la sesta sconfitta consecutiva mentre l’Olimpia si conferma la squadra più calda del campionato avendo vinto le ultime 10 partite in fila con uno scarto medio a favore di 12,9 punti. L’EA7 parte con l’intenzione di offendere, attacca quasi sistematicamente il canestro avversario come prima opzione e dopo meno di quattro minuti conduce 13-8 con 6/6 al tiro. La forza d’urto milanese è davvero notevole e la coperta veneziana corta: o si chiude sulla batteria di tiratori subendo lo strapotere interno di Bourousis e compagni oppure l’unica chance è che le mani dei tiratori Olimpia siano fredde. Così non è, Fotsis prima e Gentile poi sanciscono dall’arco il +10 prima del 26-18 di fine primo quarto. Come in gara-1 Clark è spettatore non pagante; come in gara-1 Szewczyk si trova in fretta tre falli e ci pensa l’arbitro Facchini – un maestro nella lettura del gioco, ma con un rapporto storicamente conflittuale con le sanzioni disciplinari - a rifilargli la quarta sanzione con un tecnico ridicolo al 12’ per essersi appeso al ferro dopo una schiacciata. L’Umana reagisce alla tegola con tre triple per tornare a contatto (32-31 dopo 14’), ma appena l’Emporio Armani torna farsi spazio nell’area avversaria ecco un 13-1 che lascia il segno: Bourousis prima e Rocca poi, con l’aiuto prezioso di Fotsis, sembrano mettere una pietra sulla partita. Già, sembrano: Alvin Young, classe 1975, è indomito e si inventa un 8-0 che al riposo riaccende sul 45-40 le speranze lagunari. Bourousis e Hairston spingono Milano, Bowers e Young tengono Venezia aggrappata e per tutto il terzo periodo sono i veneti a giocare meglio a difesa schierata. L’EA7 butta via qualche pallone e un acuto del ritrovato Clark impatta a quota 65, poi è Rosselli sulla sirena del 30’ a firmare il primo vantaggio Umana dopo il 2-4 del 1’. E’ un clima da battaglia: contatti duri, qualche giocata di classe e Fotsis si esalta. Ma più di lui ora brilla K. Clark che come un Clark Kent sfoggia la divisa da Superman e rimette gli ospiti avanti 77-76 dopo 36’. Milano balbetta come non accadeva da tempo ed entra nell’ultimo minuto sotto 83-81 dopo che per tre volte Venezia poteva allungare a +4. Rocca impatta dalla lunetta a 55” dalla fine, Young sbaglia in entrata e con 16” da giocare Fotsis fa 2/2 ai liberi (85-83) dopo un rimbalzo offensivo su errore di Rocca. Rimessa in zona d’attacco e Rosselli, sul filo dell’infrazione di 5 secondi, sbaglia il passaggio. Gentile fa 2/2 ai liberi, Rosselli sbaglia da 3 e Venezia alza bandiera bianca. Per 48 ore: martedì gara-3 a Treviso.
Milano: Bourousis 20, Fotsis 19, Hairston 15
Venezia: Young 21, Clark 17, Bowers 14

Nicolas Mazzarino, 36 anni, viaggia a 15 punti di media nei playoff. Ciam/Cast

Bennet Cantù-Scavolini Pesaro 74-47
(Cantù avanti 2-0 nella serie)
La Bennet mantiene il servizio casalingo contro la Scavolini grazie ad una prestazione collettiva di assoluto rilievo. Più squadra per tutti i 40', gli uomini di Trinchieri, dopo le "paure" finali di gara-1, hanno avuto la forza mentale di aggredire ancora una volta da subito l'avversaria. Il che nel basket significa semplicemente difesa, difesa e ancora difesa. Qualche dato? Pesaro nel secondo quarto ha realizzato il primo canestro su azione a 24” dalla sirena. E' questa la fotografia di un incontro dominato dai padroni di casa su entrambi i lati del campo, con tutti i giocatori pronti a cedere qualcosa di personale pur di mettersi al servizio della collettivo. Come Basile (5 punti, 2/8 al tiro) sacrificatosi in difesa su Hackett (3 punti e 1/7) estromettendolo sin da subito dalla contesa e per questo estremamente nervoso. O come Leunen (5 assist, 22 di valutazione, il migliore), uomo ovunque nello scacchiere difensivo di Trinchieri. Sono queste le pietre angolari sulle quali la Bennet, che ha recuperato dopo parecchio tempo Micov (“Non ha ancora le gambe ma per fortuna non era infortunato al cervello”), ha costruito, mattone dopo mattone, un successo che va al di là del risultato. Significa che la Bennet, nonostante la lunga serie di infortuni patiti c'è. Eccome se c'è. Per contro la Scavolini, sulla quale hanno pesato le basse percentuali al tiro (13/33 da 2 punti, 2/13 da 3) ha, per dirla alla Dalmonte, “ancora l'ultima possibilità, la terza”. (Pietro Terraneo)
Cantù : Leunen 13, Perkins 13, Mazzarino 10.
Pesaro: Hickman 18, White 14, Jones 8.