Una schiacciata di Russell Westbrook, di Oklahoma City. Ap

Oklahoma City continua la sua marcia fatta di 5 vittorie e nessuna sconfitta battendo Phoenix. New York ritrova la vittoria a Sacramento pur giocando senza l’infortunato Stoudemire. Prime sconfitte per Indiana (a Detroit) e Atlanta (a Houston). Festa invece per San Antonio e Philadelphia.

Detroit Pistons-Indiana Pacers 96-88
C’è la firma di Jonas Jerebko, svedese che prima di sbarcare in Nba giocava a Biella, sulla prima vittoria stagionale dei Detroit Pistons, che contro Indiana cancellano la striscia di tre sconfitte iniziali e restituiscono al loro nuovo coach Lawrence Frank la vittoria che gli mancava da 20 partite. Jerebko, tornato titolare dopo un anno di stop per un infortunio al tendine d’Achille, si regala la prima doppia doppia della sua stagione, dimostrando che l’infortunio è solo un lontano ricordo: “Sapevo di poter giocare come ho fatto in questa partita - ha detto lo svedese -. I miei tiri sono entrati, ho fatto bene”. Indiana incassa invece la prima sconfitta dopo aver aperto il 2011-12 con tre vittorie, tirando col 39,5% dal campo e perdendo 49-36 la sfida a rimbalzo. Nonostante il 31,2% al tiro dei Pacers c’è equilibrio nel primo quarto, che Detroit chiude avanti 21-18 prima di arrivare a +12 (42-30) nel secondo ripiegando però su un 52-44 al riposo, con Jerebko già a quota 16. I Pistons viaggiano col 62,5% dal campo nel parziale dopo il riposo e chiudono avanti 82-64, controllando poi negli ultimi 12’ il ritorno di Indiana.

Detroit: Jerebko 20 (5/10 da due, 3/4 da tre, 1/3 tiri liberi), Monroe 19, Gordon 16. Rimbalzi: Jerebko 12. Assist: Stuckey 7.
Indiana: Hansbrough 16 (5/14, 6/7 tl), Hill 16 (6/8, 1/3, 1/2 tl), Collison 15. Rimbalzi: West 5, Hibbert 5, Collison 5, Hansborugh 5, Hill 5. Assist: Collison 8.

Houston Rockets-Atlanta Hawks 95-84
La mente e il braccio. Kyle Lowry ispira con 18 assist, massimo in carriera e massimo nella Nba 2011-12, Kevin Martin finalizza con 27 punti, suo massimo stagionale, e Houston centra la seconda vittoria su due in casa, fermando a 3 la serie iniziale di vittorie di Atlanta. “I miei compagni hanno fatto canestro, che è quello che devono fare - ha spiegato il play dei Rockets, limitato a 2 punti e 0/6 dal campo -. Il mio lavoro è quello di far arrivare loro la palla e farli sentire in grado di fare canestro”. I Rockets gettano le basi per la vittoria fin dall’avvio: segnano i primi 6 punti del match, fanno canestro in 9 dei primi 11 tentativi dal campo e a fine primo quarto sono avanti 31-22. Atlanta riesce a rientrare fino a 43-40 a 1’59” dal riposo, ma torna negli spogliatoi sotto 51-44 e poi sbaglia 10 dei primi 13 tiri tentati nella ripresa, concedendo a Houston di volare sul 70-53 prima di ricucire sul 72-60 con cui si chiude il terzo quarto. Atlanta prova ancora a rientrare, ma gli assist di Lowry e i canestri di Martin e Scola la tengono a distanza.

Carmelo Anthony: 23 punti nel successo controSacramento. Ap

Houston: Martin 27 (3/9, 6/11. 3/3 tl), Scola 21, Budinger 17. Rimbalzi: Hill 15. Assist: Lowry 18.
Atlanta: Horford 15 (6/11, 3/4 tl), Johnson 15 (6/10, 1/5), McGrady 13. Rimbalzi: Smith 7. Assist: Teague 5.

Oklahoma City Thunder-Phoenix Suns 107-97
Cinque su cinque. Oklahoma City batte anche Phoenix, rimanendo avanti dall’inizio alla fine, e continua nel suo perfetto inizio di stagione, il migliore della franchigia dal 1998-99, quando si chiamava ancora Supersonics, giocava a Seattle e l’Nba si era ridotta a 50 partite per lockout. “Stiamo giocando alla morte, e in difesa tutti si impegnano e aiutano i compagni”, svela Thabo Sefolosha. Per una volta la vittoria dei Thunder non è un one-man-show di Kevin Durant, che si ferma a 12 punti e fallisce l’assalto a uno dei tanti primati di Michael Jordan (almeno 30 punti in ognuna delle 5 gare stagionali): Russell Westbrook è il miglior realizzatore di una squadra che tira col 53,2% dal campo e tiene gli avversari al 39.8%. Oklahoma è sul 15-5 a metà primo quarto, che chiude avanti 27-22. L’assolo decisivo i Thunder lo mettono insieme nel secondo periodo, con un 22-3 ispirato da 4 triple in 5’ di Daequan Cook che vale ai padroni di casa il 54-35 a 4’24” dal riposo, nonostante i soli due punti di Durant. I Thunder continuano l’assolo anche nel terzo quarto, chiuso avanti 89-67 e si permettono di tenere in panchina i titolari negli ultimi 12’. Per i Suns è la terza sconfitta in 4 gare.

Oklahoma City: Westbrook 18 (8/13, 0/1, 2/2 tl), Durant 12, Sefolosha 12, Cook 12. Rimbalzi: Perkins 8. Assist: Harden 8.
Phoenix: Morris 15 (2/4, 3/4, 2/3 tl), Warrick 15 (5/8, 5/7 tl), Dudley 14. Rimbalzi: Gortat 6, Morris 6. Assist: Nash 6.

Sacramento Kings-New York Knicks 92-114
Vittoria ritrovata. I Knicks passano a Sacramento, ritrovando la vittoria dopo due sconfitte di fila pur senza Amar’e Stoudemire, fermato per un problema alla caviglia sinistra e sostituito in quintetto dal rookie Josh Harrellson, che lo ha sostituito mettendo insieme una doppia doppia. Ma New York nella sua interezza ad aver girato bene: titolari tutti con almeno 14 punti e Kings tenuti al 34,9% al tiro nonostante il 51-43 (con 22 rimbalzi offensivi) che i padroni di casa rifilano agli ospiti. “E’ stata una bella vittoria - commenta Landry Fields, guardia dei Knicks che ha messo il massimo dei punti stagionali -. Speriamo che ci dia l’inerzia giusta per la prossima partita”. New York scappa con un 15-0 alimentato da 9 punti di Douglas che vale il 20-10 a 5’33” dalla prima sirena, poi allunga fino al 35-20 con cui si chiude il primo quarto, vola a +21 con le triple di Walker e Harrellson che inaugurando il secondo periodo, chiuso sul 56-42 con Anthony già a quota 15. Nella ripresa i Knicks tengono Sacramento sempre a distanza di sicurezza grazie ai punti di Chandler (18 nel secondo tempo) e Fields (12).

Sacramento: Thornton 14 (3/7, 2/6, 2/3 tl), Evans 13, Thompson 13. Rimbalzi: Hayes 13. Assist: Cousins 4.
New York: Anthony 23 (6/12, 0/3, 11/13 tl), Chandler 22, Fields 21. Rimbalzi: Harrellson 12. Assist: Douglas 8.

Manu Ginobili, a destra, con Blair: per l'argentino 23 punti. Ap

San Antonio Spurs-Utah Jazz 104-89
800 di questi successi. Manu Ginobili con la terza gara su 4 sopra quota 20 punti aiuta gli Spurs a vincere la terza gara su quattro e a regalare a coach Gregg Popovich la vittoria numero 800 da allenatore, il terzo più vincente dopo George Karl e Rick Adelman tra i tecnici in attività. “Non credo che il numero di per sé sia significante - dice Ginobili del traguardo raggiunto da Popovich -. A fare la differenza sono le 16 stagioni in panchina allenando grandi squadre, arrivando le finali e diventando uno dei coach più rispettati della lega. Sono felice per lui, che è l’unico coach che io abbia mai avuto in Nba”. San Antonio, che tiene Utah al 37,1% dal campo, comincia a costruire la numero 800 di coach Popovich chiudendo il primo quarto sul 23-18 dopo essere stata anche a +9, e ipoteca il traguardo nel secondo periodo, quando grazie a 14 punti di Ginobili il vantaggio dei padroni di casa si dilata fino al 54-39 del riposo. Utah, alla terza sconfitta in quattro gare, cerca da Jefferson e Howard i punti per risalire, ma precipita fino all’83-60 di fine terzo quarto e deve alzare bandiera bianca.

San Antonio: Ginobili 23 (4/4, 5/6), Blair 17, Parker 14. Rimbalzi: Blair 10. Assist: Parker 8.
Utah: Jefferson 21 (10/19, 1/1 tl), Howard 18, Millsap 8, Harris 8. Rimbalzi: Jefferson 11. Assist. Hayward 4.

Golden State Warriors-Philadelphia 76ers 79-107
All’inferno e ritorno. Philadelphia finisce sotto di 13 punti nel primo quarto della gara con Golden State, sbaglia 13 dei 31 tiri liberi tentati eppure riesce a battere Golden State, tenuta al 38,2% al tiro, con una bella prova di squadra che manda 5 giocatori in doppia cifra e vale la seconda vittoria in 4 esibizioni stagionali. In più, ci sono i progressi di Spencer Hawes, centro 23enne alla terza doppia doppia stagionale, e il gran contributo dalla panchina di Lou Williams, per la terza volta nel 2011-12 sopra quota 20 punti. Golden State ritrova Stephen Curry ma perde Monta Ellis (che ha lasciato la squadra per il funerale della nonna) e non riesce ad evitare la sconfitta che interrompe una serie di due vittorie consecutive. I Warriors partono meglio e sono avanti 20-7 a 4’35” dalla prima sirena, dove chiudono avanti 25-19 prima di venire risucchiati da Philadelphia, che va al riposo avanti 50-42 con Williams già a quota 13 punti. Il vantaggio dei Sixers si dilata nella ripresa, sfondando quota 20 punti ma assestandosi sul 72-54 al suono della terza sirena. Per Golden State, con Curry e Lee uniche armi offensive efficaci, è un baratro da cui è impossibile risalire.

Golden State: Curry 21 (6/7, 3/8), Lee 19, Smith 9. Rimbalzi: Udoh 9. Assist: Smith 5.
Philadelphia: Williams 23 (3/7, 4/4, 5/7 tl), Young 18, Hawes 14, Iguodala 14. Rimbalzi: Hawes 12. Assist: Iguodala 7.