Malik Hairston, 25 anni, guardia di Milano. Ciam-Cast

Nella seconda giornata di ritorno del campionato di basket cade la capolista Varese vince al supplementare ad Avellino, 82-83 con una tripla di Polonara. Vittorie squillanti per Milano, che batte Bologna per 91-68 e torna a vincere in casa dopo cinque gare interne, e Sassari, che supera sul proprio parquet Montegranaro per 106-90. Roma espugna Cantù. In coda, importante successo di Pesaro su Biella. Colpi esterni per Venezia, a Reggio Emilia e Caserta, a Cremona.

Il quadro della 2ª giornata di ritorno

Milano-Bologna 91-68

(Paolo Bartezzaghi) Dopo più di tre mesi, Milano torna a vincere in casa in campionato. Anzi stravince, come non succedeva dall'esordio stagionale con Caserta. Per una brutta Virus è la settima sconfitta di fila. Da salvare solo la partenza quando arriva a 7 punti di vantaggio sull'asse Poeta-Gigli. Il play segna 8 punti nel primo quarto con 3 assist tutti per il lungo che vola sulla testa di Bourousis. Come spesso succede, l'Olimpia recupera con la panchina da cui parte Fotsis cui coach Scariolo ha preferito Melli. Buono l'impatto di Radosevic in difesa, eccellente quello di Giachetti, ripescato dal fondo della panchina vista l'assenza di Basile, oltre a quella di Gentile. A cavallo tra il primo e il secondo quarto, Milano realizza un 12-2 che la porta dal 15-22 al 27-24. Sempre grazie a Giachetti, che trova anche una tripla di tabellone dall'angolo, Milano allunga fino a +15 (45-30). Dopo i primi 20 minuti, l'Olimpia è in vantaggio 49-37 e il play ha segnato già 13 punti in 13', senza un errore al tiro, con due assist e un recupero. La Virtus segna 6 punti di fila all'inizio del terzo quarto sempre con Poeta e Gigli, torna a -9 e poi scompare. Milano si diverte con Langford e Hairston, arriva al +20 con un bell'assist di Bremer per Chiotti (70-50) e, indisturbata, vola fino al +31 al 35' (85-54). Entrano anche Dario Piva (che segna) e Paolo Gorla.
Milano: Hairston 15, Giachetti e Langford 13.
Bologna: Poeta 20, Gigli 15, Moraschini 10.

Drake Diener esulta: Sassari spazza via Montegranaro. Ciam-Cast

Banco Sardegna Sassari-Montegranaro 106-90

(Giovanni Dessole) Ancora una vittoria per la Dinamo Banco di Sardegna al PalaSerradimigni, dopo un primo quarto in equilibrio i biancoblu dilagano e superano la Sutor Montegranaro per 106-90. Vanuzzo, infortunato, a referto solo pro forma, Devecchi capitano biancoblu. Montegranaro senza Steele e con Slay a guardare da bordo campo. La Sutor piazza il break da 6-0, due trple di Travis Diener scrivono 6-8 sul tabellone, quella di Cinciarini dice +5. Sassari prova a correre, Montegranaro ordinata e presente a rimbalzo. Sul 12-20 è timeout sassarese, Recalcati butta dentro Amoroso, difesa ai 24” della Dinamo che sull'inchiodata di Easley si porta a due punti dalla Sutor e poi, con i liberi di Travis, pareggia a quota 20. A fil di sirena Drake Diener pesca il jolly dall'arco e i primi 10' si chiudono sul 28-24. Burns prova a caricarsi la Sutor sulle spalle, la Dinamo si getta su ogni pallone e affonda i colpi dalla linea dei tre punti. Sassari in controllo, rapida e presente, Sutor che fatica a trovare la via del canestro e soffre l'arrembante azione offensiva isolana. A metà gara è 52-39. La Dinamo riparte da dove era rimasta, Ignerski segna da sotto con facile regolarità, sul 60-40 è timeout Recalcati. Il ritmo cala leggermente, Montegranaro recupera (80-63) ma alla testa della corsa c'è sempre il Banco. Thornton colpisce dalla lunga, il terzo periodo va in archivio sull'85-63. A cavallo dei due quarti è 8-0 sardo, tripla di Amoroso, Sassari corre verso quota 100 e tocca la vetta sul contropiede di Devecchi (101-82). Si chiude sul 106-90, la corsa al vertice continua.
Sassari: Diener T. 19, Easley 17, Diener D. e Ignerski 15
Montegranaro: Burns 19, Cinciarini 16, Amoroso 15 .

Il play di Pesaro, Rok Stipcevic, contro Rochestie. Ciam-Cast

Scavolini Pesaro-Angelico Biella 85-76

(Camilla Cataldo) Dopo due mesi di martirio, la Scavolini abbandona l’ultima piazza in classifica lasciandola a Biella, che ora ha due punti in meno e lo 0-2 nello scontro diretto. Un successo che vale doppio per Pesaro, che non vinceva in casa da tre mesi e con una prova convincente condanna l’Angelico alla settima sconfitta consecutiva. Biella ha vinto solo il secondo parziale, per il resto ha inseguito, pur non sbracando. La squadra di Cancellieri si è presentata senza Renzi, rimasto a casa con l’influenza. La Scavolini parte a razzo: 9-1 al 3’. Biella fa acqua in difesa e Pesaro si porta sul 14-4 al 5’. All’8’ arriva il secondo fallo di Johnson, il migliore dei piemontesi e la situazione precipita. E’ 22-9 al 9’, Kinsey (pure 11 rimbalzi) è il trascinatore dei locali. Poi la situazione si capovolge e la seconda frazione è favorevole agli ospiti. E’ 24-20 al 13’, 26-26 al 15’ con Laganà e Johnson sugli scudi. Non è una novità che Pesaro accusi grossi problemi sotto canestro, il terzo fallo di Crosariol porta Markovski a giocare con Mack da centro e Barbour da quattro, visto che Bryan non è mai un fattore. Il massimo vantaggio esterno è il 26-31 del 16’ ringraziando ancora Johnson e Laganà. Biella infila 23 punti in 8’ di seconda frazione, Stipcevic una tripla allo scadere del secondo quarto: al 20’ è 36 pari. Barbour suona la carica con quattro punti consecutivi nella ripresa (41-38 al 23’), Biella ricuce e controsorpassa (41-42 al 25’). Si va avanti a strappi e la Vuelle ne trova un altro: 51-44 al 26’. Le magie di Stipcevic e i tiri pesanti di Mack riportano Pesaro a più 13 (57-44) al 27’, per la legge dei quarti alternati, il terzo è tutto dei padroni di casa. Tsaldaris mette qualche pezza, la Scavolini Banca Marche attacca bene la zona dell’Angelico. Pesaro è più squadra e vola sul 61-47 del 29’, Biella però non affonda. Stipcevic è ispiratissimo e con i piazzati dai 6,75 la Scavolini si issa sul 69-51 al 32’. Il margine si dilata: 74-54 al 34’ con schiacciata all’indietro di Barbour. Tsaldaris ci crede ancora e trova due triple che danno un 6-0 a Biella (74-61 al 35’). L’Angelico lotta fino alla fine (78-70 al 38’), Pesaro resiste con un monumentale Stipcevic, Mvp. L’85-72 al 39’ chiude definitivamente i conti. In settimana Pesaro potrebbe inserire un’ala, che prenderebbe il posto di Mack (lo vorrebbero in Germania o in Asia). Non è facile però arrivare a Mancinelli e forse la buona prova di Mack nello spareggio potrebbe far mantenere il posto in squadra all’americano.
Pesaro: Stipcevic 25, Kinsey 19, Barbour 16, Mack 15.
Biella: Johnson 25, Pinkney 16, Tsaldaris 15.

Achillle Polonara, di Varese: tripla decisiva ad Avellino. Ciam-Cast

Sidigas Avellino- Cimberio Varese 82-83 dts

(dal nostro inviato Mario Canfora) Non fallisce un colpo, la capolista Varese. Trova ad Avellino il settimo successo esterno (su otto totali) al termine di una gara agonisticamente valida, conclusasi con l’appendice dell’overtime. Prima parte sostanzialmente equilibrata, seppur a strappi. Lakovic, la stella slovena arrivata in settimana in Irpinia, va subito in quintetto e dispensa assist e bel gioco. Ma il resto dei compagni sembra intimorito da tanta bontà e fa fatica a seguirlo, tanto è vero che la Sidigas smarrisce ben presto il filo consentendo alla capolista (bene Dunston e Green) di andare sul velluto. Dopo 12’, il tabellone segna 13-26: Avellino doppiata e in crisi totale. Ma l’ingresso di Shakur dà la svolta: 10-0 di parziale e gara riaperta. Anzi, stavolta sembra nelle mani dei padroni di casa che sempre con Lakovic (4 assist a metà gara, chiuderà con 9) hanno un altro passo. Proprio un assist del play a Johnson provocano l’antisportivo fischiato a Polonara (mvp con 17 punti, 8 recuperi e 27 di valutazione): a -2’39" dal riposo lungo arriva il pareggio sul 31, poi nel finale un gioco da 4 punti di Dragovic fissa il punteggio sul 39-38. Nella terza frazione Varese cerca di allungare martellando da tre: il suo 5/7 dai 6,75 (Polonara 2/2) mette alle strette la Sidigas che insegue sempre, chiudendo il quarto sul -7 (56-63). La musica non cambia negli ultimi 10’: la Cimberio riprova l’allungo ancora con Talts (tripla del 56-66), Avellino non molla e a -1’56" un triplone di Lakovic la riporta avanti (73-72). Si arriva a -10"71 con la Sidigas che ha la palla per la vittoria, ma Dean fallisce il tiro in entrata a 3" dalla sirena. Nel supplementare, Green segna la tripla del sorpasso (82-83) a -11", quindi ancora Dean fallisce il tiro della vittoria.
Avellino: Richardson 17, Dean 16, Lakovic 14
Varese: Banks 23, Polonara 17, Green 15

Akindele, decisivo per Caserta a Cremona. Ciam-Cast

Vanoli Cremona-Caserta 73-74

(Michele Talamazzi) In una girandola di emozioni, è un semigancio di Akindele a 1”49 dalla sirena a dare a Caserta la terza vittoria esterna nelle ultime cinque gare, con il PalaRadi ammutolito dall'incredibile doppio errore sulla sirena, con Peric che sbaglia la schiacciata al volo e Harris il tap-in. Il nigeriano è, con gli ultimi 6 punti dell'incontro, il match winner di una Juve che passa anche nel segno del miglior Jonusas stagionale (20 punti) dopo 40' di equilibrio che non potevano che essere risolti dagli episodi; ed alla Vanoli, entrata negli ultimi 2' sul +6 (il massimo vantaggio per Cremona, +4 quello per Caserta) e alla seconda sconfitta casalinga consecutiva, è mancato proprio l'uomo decisivo, tra un Chase negativo dopo il canestro della vittoria a Bologna e Vitali ancora out. Con gli esterni tenuti sottoritmo, sin dall'inizio Cremona ha fatto la partita sui lunghi, trovando terreno fertile sul pick and roll prima per Stipanovic (7 punti nel 13-8 dei primi 5') e poi per Kotti (8 punti nel 2° quarto, 31-26 al 17'), entrambi poi con problemi di falli contro la coppia Akindele-Michelori nel ritorno della Juve (9-0, 31-35 al 19'). Dopo l'intervallo, Caserta è salita di tono insieme a Jonusa nel duello personale con Harris, 7 punti a testa in un 3° quarto di transizione verso gli ultimi emozionanti 10': con Johnson, Jackson e Peric a dare due possessi di vantaggio a Cremona (73-68 al 39'), sono la tripla di Mordente e 6 punti in fila di Akindele a decidere il match.
Cremona: Jackson 15, Peric 15, Kotti 14
Caserta: Jonusas 20, Akindele 12, Mordente e Mavraides 9

Trenkwalder Reggio Emilia-Umana Venezia 69-75

(Daniele Barilli) L’Umana Venezia espugna il parquet della Trenkwalder conducendo il match dal primo all’ultimo secondo. La squadra di Mazzon è partita fortissimo, togliendo ossigeno ai reggiani con un’efficace difesa mista e affidandosi al talento di Szewczyk (16 punti a metà gara con 3/4 da 3 punti) e Diawara per scavare un fossato che ha condizionato tutta la partita. Venezia infatti è volata via fino al + 13 (12-25) in chiusura di primo quarto dando l’impressione di poter chiudere con largo anticipo. Reggio Emilia, però, è stata brava a non arrendersi e aspettare che passasse la bufera. E non appena l’Umana ha calato la propria intensità è rientrata prepotentemente in partita con un break di 13-2 negli ultimi 4' prima del riposo (37-40 all’intervallo). Nella ripresa la Trenkwalder ha cercato di mettere la testa avanti, ma Venezia ha sempre reagito con grande sicurezza tornando a +12 (54-66) a 6' dalla fine del match. L’ultimo assalto dei reggiani, agevolato dalle troppe palle perse degli ospiti (ben 26 alla fine...) e dai canestri di Taylor riportava la Trenkwalder a -3 (69-72). Nell’ultimo minuto, però, prima un pallidissimo Antonutti (il miglior tiratore da 3 punti del campionato ha chiuso con 0/4 dal perimetro) poi proprio Taylor fallivano la tripla del pareggio. L’Umana ringraziava e dalla lunetta chiudeva i conti vincendo meritatamente.
Reggio Emilia: Taylor 26, Brunner 15, Cinciarini 11.
Venezia: Szewczyk 27, Diawara 19, Young 10.

Gigi Datome, anche a Cantù il migliore di Roma. Ciam-Cast

Cantù-Roma 60-65

(dal nostro inviato Vincenzo Di Schiavi) Esulta Roma (60-65) quando Manu Markoishvili stampa sul ferro la tripla del possibile supplementare. Poi, alla fine, il capitano canturino guarda la curva e saluta. Andrà al Galatasaray: l’affare è ormai ai dettagli. L’offerta è irrifiutabile (ingaggio triplicato e al club va un corposo buyout) e l’addio è questione di ore. Il Pianella si svuota sulle grida di giubilo di Roma che vince con merito, grazie soprattutto a Datome e Taylor e a una perfetta gestione dei tre minuti finali (11-0 di parziale). L’avvio è, diciamo così, delle difese, tra stoppate, vaccate offensive, e quella zona aggressiva di Roma che sporca tutte le linee di passaggio e manda Tabu in confusione. Segnano soprattutto Aradori con penetrazioni spettacolari e Lawal da sotto, ma è Cantù ad andare per prima in affanno: il break di 10-2 Roma lo costruisce su difesa e contropiede e alla prima sirena è davanti (12-16). Quando, nel secondo quarto, Tabu prova a scuotere la chebolletta con la prima tripla della gara, immediato arriva il trepunti di D’Ercole (tra i migliori) e il 10-0 Roma che la riporta davanti (24-28), grazie all’impatto sotto canestro di Lawal. Al riposo è 30-28 Cantù, ma negli occhi rimane solo una mediocre pallacanestro e percentuali loffie (chebolletta 11/30, Acea 11/34). Poi il diluvio. Di triple. Taylor e Datome spingono Roma avanti di 10 con un terzo periodo da urlo: l’americano ne imbuca 3, Datome 2 più due penetrazioni da canestro più fallo. Roma vola sul 51-41 e Trinchieri prova ad abbassare il quintetto per reagire al corri e tira devastante dei romani. Da Anderson e Mazzarino il coach canturino spreme poco o nulla, ma non da Tabu: il play infila le due triple, Roma sbanda, Leunen e Markoishvili la puniscono per il nuovo vantaggio Cantù (60-56) dopo un parziale di 12-0. Si va avanti punto a punto. E nel finale Roma è più fredda.
Cantù: Aradori e Tabu 12, Markoishvili 10
Roma: Datome 18, Lawal 14, Taylor 11