Dopo il successo di Milano nell'anticipo del sabato, si completa iil programma della 26ª giornata. Ad aprire le sfide domenicali il travolgente successo di Reggio Emilia su Sassari, poi cadono tutte le big, dalla capolista Varese a Rona, passando per Siena e Cantù. Ecco i resconti delle partite.

Sutor Montegranaro-Cimberio Varese 93-91
È un risultato che ha dell'incredibile quello che arriva dal Palarossini. La Sutor Montegranaro, già salva, batte la capolista Varese all'ultimo respiro sotto gli occhi di due osservatori degli Orlando Magic (Matto Lloyd e Marti Artigas I Towle). Una partita dalle mille emozioni decisa all'ultimo minuto dove Di Bella, dalla lunetta, porta a due i possessi di vantaggio per i gialloblù (93-89). Dall'altra parte Dunston (è probabilmente lui l'osservato speciale) accorcia il punteggio. Montegranaro perde l'ultimo possesso e Varese ha 19” per cercare il canestro della vittoria ma Ere coglie il ferro e Cinciarini vola più in alto di tutti a rimbalzo. È lo sgambetto che compie coach Recalcati (osannato prima della partita con tanto di standing ovation per la salvezza ottenuta con cinque giornate d'anticipo) alla sua ex squadra. Che sarebbe stata una gara combattuta si era intravisto sin dalle prime battute. Grazie a un Di Bella in grandissima condizione la Sutor va sul 15-6 costringendo coach Vitucci al time-out. E' a quel punto che Varese inizia la rimonta sfruttando i centimetri sotto canestro di Dunston e Polonara (da 15-6 a 17-12). Cerella impatta il punteggio dai 6,75, quindi è ancora Polonara a firmare il primo sorpasso (17-19 al 3'). Col passare dei minuti Green cresce e Varese impone un break di 11-2 sfruttando la presenza sotto i tabelloni di Talts (36-43 al 15'). Montegranaro non molla, con Recalcati che alza anche il quintetto (Slay, Burns, Mazzola e Campani con il solo Cinciarini tra i piccoli) e torna incollata (49-49 al 18'40"). In avvio di terzo quarto la Cimberio tenta un nuovo strappo con Green e Dunston (59-67 al 24'10) ma la Sutor trova la forza per impattare nuovamente (71-71 con Slay al 28'). L'intensità del match non scende anche nell'ultimo periodo e a giovarne è lo spettacolo. Da una parte Amoroso e Slay, dall'altra Green ed Ere attaccano il canestro con convinzione ma alla fine è Burns a salire in cattedra e permettere alla Sutor di mettere il muso avanti. L'ultimo minuto è quello decisivo e i gialloblù mostrano una convinzione maggiore che vale la partita, forse l'ultima giocata tra ad Ancona. (Aaron Pettinari)

Montegranaro: Burns 24, Cinciarini 19, Amoroso 17.
Varese: Dunston 15, Green 14, Ere 14.

Trenkwalder Reggio Emilia-Banco di Sardegna Sassari 101-75
Un dominio. La Trenkwalder spazza via il Banco di Sardegna, alla quarta sconfitta nelle ultime cinque gare, e plana dolcemente nei playoff. La partita dura, in pratica, solo 15 minuti (32-30). Fin quando, cioè, i sardi riescono, bene o male, a reggere il passo dei padroni di casa. Poi i reggiani alzano un muro quasi invalicabile davanti al proprio canestro e per Sassari il match diventa un calvario senza fine. Lo scatenato Bell (28 punti in 24 minuti di utilizzo con 8/9 al tiro) e il ritrovato Filloy martellano il canestro ospite e la Trenkwalder in 4 minuti mette insieme un parziale di 17-3 che spacca in due la partita e spedisce i biancorossi fino al più 16 (49-33). La partita è finita lì. Da quel momento è iniziata la festa reggiana. Durata, in pratica, per tutta la ripresa. Perché Sassari, che ha scelto di tenere il neo-acquisto Gordon in tribuna, ha continuato a sbattere contro la difesa della Trenkwalder e non ci ha capito più niente concludendo con il 29% al tiro da 3 punti (10/34), affondando impietosamente e perdendo anche il vantaggio negli scontri diretti con i reggiani (all’andata era finita 105-84 per il Banco). E d’altronde se Sassari si ferma a 75 punti (ha il miglior attacco della Serie A con quasi 88 punti realizzati a partita) è difficile che possa vincere. Al contrario, la Trenkwalder ha messo insieme la partita quasi perfetta. Con parziali straordinari (32-19 nel secondo quarto e 30-21 nell’ultimo quarto), con percentuali da record (13/24 da 3 punti pari al 54% di realizzazione), con 8 rimbalzi conquistati in più rispetto agli avversari e con una difesa da manuale. Per tutto questo il Banco non è più riuscito a rientrare in partita e non è mai sceso sotto i 14 punti di margine (57-43 al 25°). Reggio, così, si candida per un posto nobile nei playoff. (Daniele Barilli)
Reggio Emilia: Bell 28, Taylor 22, Brunner 14, Cinciarini 13.
Sassari: T. Diener T. 17, Ignerski 14, Thornton 12, D. Diener 12.

Vanoli Cremona-Montepaschi Siena 81-71
Con un break di 17-0 nel cuore del 4° periodo la Vanoli si regala un altro scalpo eccellente: dopo Milano e Sassari, quello di Siena vale la quarta salvezza in serie A di Cremona, che guidata da un Vitali vicino alla tripla doppia (17 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, 34 di valutazione) tiene botta per 30' e poi viola il tabù Montepaschi nella giornata amarcord (tra il pubblico Bell e Portaluppi) dove in tribuna si rivede l'imprenditore bresciano Franchini. Siena, in attesa di Dionte Christmas, chiude invece una settimana da viaggiante in riserva (13 perse nel 2° tempo, 2/14 al tiro negli ultimi 10'), con l'11esima sconfitta esterna consecutiva tra campionato ed Eurolega, pur dopo 30 minuti davanti. Con Brown a punire l'inizio distratto della difesa Vanoli con 10 punti nel 6-19 del 7', infatti, Siena sembrava mettere in discesa un match dove con Kangur su Peric aveva già forzato 5 perse a Cremona. Gresta, come spesso accade, trova la scossa dalla panchina: non solo Vitali e Chase, ma anche Kotti, che sugli assist del play bolognese riporta la Vanoli in partita (20-21 al 9'). Nei quarti centrali, la Montepaschi tiene la leadership ma non trova continuità restando sempre sotto la doppia cifra di vantaggio: nel 2° quarto il massimo vantaggio è il +8 fissato da Brown (18 punti in 14') e Hackett (24-32 al 16'), nel 3° arriva al +9 con il risveglio di Janning (49-58 al 28'), così Cremona non smette di crederci grazie ai canestri di Jackson, e quando la stanchezza di Siena affiora può girare la partita. Con la zona e con Vitali, 7 punti nel 10-2 di fine periodo, la riapre (59-60 al 30'), poi, dopo la tripla di Moss del 59-63, esce in tutta la propria freschezza con il break decisivo con Vitali che ispira la coppia Kotti-Peric e il tecnico a Banchi (Siena chiude con 12 possessi senza segnare) per il -14 (78-64 al 37') che manda i titoli di coda. (Michele Talamazzi)
Cremona: Vitali 17, Kotti 16, Jackson 14
Siena: Brown 28, Moss 14, Eze 8

Acea Roma-Sidigas Avellino 75-81 (d.t.s.)
Roma perde in casa da Avellino dopo un overtime e fallisce l’aggancio al secondo posto, mentre gli irpini covano ancora una fiammella di speranza per i playoff. Primo tempo su alti ritmi, ma anche dai tanti errori, soprattutto nei liberi (4/9 Roma, 4/13 Avellino all’intervallo lungo): nessuno dei giocatori delle due squadre tocca la doppia cifra nei punti e il pomeriggio scorre via molto sulle iniziative individuali. Come quelle di Goss che all’inizio ne mette sette di fila, salvo uscire in seguito per due falli con Calvani che preferisce tenerlo in panchina l’intero secondo quarto, eccezion fatta per gli ultimi 15". L’Acea (partita con Czyz in quintetto al posto di Lawal) prova a fuggire ma oltre i sette punti di vantaggio non va (l’ultima sul 33-26 del 16’) mentre la Sidigas (con Johnson in campo dopo quasi due mesi) si tiene a galla con due triple di Dragovic, andando al riposo sotto di 6, 41-35. Si rientra col +8 Roma (43-35) che poi va in corto circuito tra un’infinità di errori al tiro, palle perse e poca aggressività. Così, due liberi di Lakovic al 25’ consegnano il +1 Avellino (43-44). Si andrà avanti sempre punto a punto, una tripla di Taylor fissa il 57-52, ma Avellino replica con un 10-0 che porta il punteggio sul 57-62 al 36’. Roma è confusa, non le riesce più nulla, sul 58-64 sembra aver gettato la spugna. Czyz, Goss e una tripla di Datome (fino a quel momento il peggiore in campo) a -38" rimettono Roma avanti 65-64. Di Johnson il 65-66, quindi Czyz 1/2 nei liberi a -5" dalla sirena: nel rimbalzo offensivo, la palla finisce a Datome che si fa stoppare da Richardson il tiro della vittoria. Nell’overtime, Avellino non perde un colpo e con super Lakovic trova la settima vittoria nelle ultime otto uscite. (Mario Canfora)
Roma: Goss 15, Datome 14, Czyz 11
Avellino: Lakovic 23, Dean 16, Richardson 13

Juve Caserta-Enel Brindisi 78-63
La Juvecaserta risponde nel migliore dei modi ad una delle settimane più drammatiche della sua storia recente. Prima il “tradimento” di Galimberti, poi la fuga di Akindele, il tutto condito dall’infortunio di Jonusas, in dubbio fino all’ultimo. Una vittoria di gruppo, arrivata al termine di una gara comandata dall’inizio. Male Brindisi invece, che non vince più: sale a sette, infatti, la serie di sconfitte consecutive che va avanti dallo scorso febbraio. Primo quarto strano: l’Enel parte meglio sfruttando i centimetri di Simmons e Robinson. È proprio quest’ultimo a propiziare il primo break ospite di 0-12 che vale il 9-18 e il timeout casertano. Poi però l’attacco brindisino si inceppa. Sacripanti mischia le carte, con Sergio e Michelori per Jelovac e Jonusas. Col quintetto italiano Caserta produce il miglior gioco: 17-0 di contro parziale e 26-18 sul tabellone all’11’, mentre l’Enel non segna per tutta la seconda metà del primo quarto. Con Gibson e Reynolds in panca, Brindisi rientra sfruttando le iniziative di Fultz e Simmons, che prima riportano l’Enel in parità (28-28 al 14’) poi in vantaggio sulla seconda sirena (40-39). Il terzo quarto però è tutto bianconero. L’Enel è costretta a giocare senza Gibson, gravato di quattro falli. Caserta invece si affida all’esperienza dei suoi italiani (48-44 al 23’): Michelori e Gentile trascinano letteralmente la Juve fino al 61-53 della terza sirena, mentre Brindisi sbaglia più volte da vicino a canestro con Reynolds, sprecando le occasioni di rimonta. Sembra fatta quando Gibson decide di iniziare a giocare, piazzando i primi 8 punti dell’Enel dell’ultima frazione (63-59 al 31’), ma ancora Michelori e Gentile, coadiuvati da un Jelovac a corrente alternata, danno la spallata decisiva all’Enel, volando sul +15 finale. (Giuseppe Bernardo)
Caserta: Gentile 20, Michelori 18, Jelovac 16
Brindisi: Simmons 13, Fultz 12, Gibson 11

Oknoplast Bologna-Umana Venezia 66-85
Solo nell’ultimo quarto i veterani e gli stranieri di Venezia prendono il largo contro i giovani italiani di Bologna che reggono bene per 30’ (50-55 alla terza sirena) prima di arrendersi al matusa Young, classe 1975, ormai vicino alle 38 primavere, decisivo nel periodo conclusivo con 11 punti pesanti a rilanciare il break veneziano fino al +20 (61-81). Bologna lascia fuori Smith e schiera nel primo quintetto Pullen miscelando il resto del quintetto con tutti i suoi italiani per difendere il primo posto del premio Fip. In avvio la Virtus tiene bene e anzi, approfittando delle svagatezza di Venezia, si porta a condurre sul 25-18 al 12’. Un parziale di 17-2 guidato nel secondo quarto da Zorovski spinge Venezia fuori dalle secche offensive. Ma nella ripresa Bologna torna a contatto coi voli del giovane Fontecchio che avvicina i bianconeri sul 48-50. Nel quarto periodo sale in cattedra Young mentre la Virtus si smarrisce. Così Venezia può dilagare secondo pronostico e incassare una vittoria che la proietta ad un passo dai playoff. (Andrea Tosi)
Bologna: Rocca 13, Fontecchio 11, Pullen 11.
Venezia: Zoroski 16, Hubalek 14, Young 13, Clark 13.

Angelico Biella-Lenovo Cantù 82-77
La crisi della Lenovo diventa più profonda dopo la brutta sconfitta incassata sul campo di un'Angelico che si aggrappa, vincendo, alla matematica e all'orgoglio in chiave salvezza. Cantù è stata prima dominata da una Biella caparbia in difesa, trascinata da un Trey Johnson immarcabile nel terzo quarto da 15 punti, quando i padroni di casa hanno chiuso al 30' sul 63-48,. Poi la Lenovo ha provato a reagire, Biella ha cominciato a sentire lo sforzo, così con uno scatenato Aradori Cantù è arrivata ad un passo dalla clamorosa rimonta, infrantasi a 20" dalla sirena finale su una rimessa in attacco non effettuata nei secondi previsti dallo stesso esterno bresciano: dall'azione della possibile parità a quota 80, Biella s'è tirata fuori dai guai con due liberi di Rochestie, finalmente incisivo. Biella si mangia le mani per una vittoria giunta probabilmente troppo tardi, anche se i verdetti vanno ancora emessi. Buona la prestazione di squadra, che ha trovato oltre ai titolari anche il prezioso contributo del giovane Laganà. Per Cantù prestazione d'insieme da dimenticare, non a caso i tiri da tre sono stati uno meno di quelli dall'area pitturata: poca coesione e tanti solisti, difficili da dirigere per un coach Trinchieri che ha più volte allargato le braccia sconsolato per quanto stava vedendo. (Gabriele Pinna)
Biella: Johnson 23, Rochestie e Tsaldaris 14
Cantù: Aradori 17, Mazzarino e Tabu 14