Si chiude il girone di andata con il quindicesimo turno, che verrà completato lunedì sera dal posticipo di alta classifica tra Sassari e Siena. La giornata serviva anche a completare il lotto delle qualificate alla Final Eight di Coppa Italia (7-10 febbraio a Milano). Ecco le magnifiche 8: Varese, Siena, Sassari, Cantù, Roma, Reggio Emilia, Brindisi, Milano.

chebolletta Cantù-Saie3 Bologna 79-64
Dura 25'30''' (dal 51-51 al 79-64 della sirena) il sogno di una Saie3 arrivata in Brianza priva di Hasbrouck e Minard ma che, grazie a una difesa brava nello sporcare le linee di passaggio canturine, pareva assolutamente in grado di sbancare il campo canturino. Tutto questo finché Kevin Anderson (8 punti.) ha deciso di caricarsi la squadra sulle spalle e, con 8 punti consecutivi, procurare lo strappo decisivo per il successo degli uomini di Trinchieri. Una variabile, quella fornita del play tascabile, che ha agito da energizzante per la formazione di casa che, una volta trovate quelle sicurezze messe in dubbio dall Saie3, ha spiccato il volo. Successo che, dopo l'uscita per falli (64-58 al 33'17'') di Gaddefors (3/3 dai 6.75), ha assunto connotati definiti con Leunen (3/5 da 3) e Aradori (7/8 da due) liberi di realizzare punti validi per le statistiche prima della decisione quasi simultanea dei due coach di dare spazio alle linee verdi. (Pietro Terraneo)
Cantu' : Leunen 16, Aradori 14, Markoishvili e Tabu 11
Bologna: Gaddefors 15, Rocca e Poeta 10

Cimberio Varese-Umana Reyer Venezia 85-87
Venezia approfitta di una Varese piena di cerotti e con un'eccellente prestazione balistica (8/12 da tre nel primo tempo) costruita sull'asse play-centro (Clark-Szewczyk 51 punti in due) infligge la prima sconfitta interna stagionale a una capolista comunque indomita. Si parte con De Nicolao in evidenza: una tripla e un assist per l'alley-hoop di Polonara che salta in testa all'ex Diawara e sigla il 7-0 con cui la Cimberio cerca di dimeticarsi subito delle assenze pesanti del duo Ere-Banks. Tocca a Szewczyk rimettere in linea l'attacco Umana con due conclusioni da sotto, cui fa seguito un affondo dell'altro lungo Magro (9-7 al 5'). Quando De Nicolao commette il suo secondo fallo, Vitucci passa alla zona: Clark la buca dalla distanza e Diawara chiude al meglio una transizione per dare il primo vantaggio a Venezia (11-12 al 6'22”). Mentre l'attacco varesino poggia solo su Dunston, Clark diventa protagonista con uno straordinario filotto di cinque conclusioni dalla lunga distanza (17 punti in undici minuti) per portare il vantaggio esterno fino al +12 (19-31) in avvio di secondo periodo). In una serata di uomini contati per coach Vitucci, Mazzon sfrutta la sua panchina lunga e al 12'30” ha già ruotato dieci elementi trovando buoni spunti da Rosselli (26-38 al 13'15”). De Nicolao ritorna a graffiare in difesa e con le conclusioni dal perimetro di Rush e di Sakota tiene a galla una Cimberio che ha sempre in Green (10 falli subito e 32 di valutazione al 40') un solido punto di riferimento (40-45 al 17'30”). Szewczyk però è implacabile e sulla sirena chiude il suo primo tempo infallibile (4/4 da due e 2/2 da tre) riportando a 9 i punti di differenza sul tabellone (42-51). Tocca a Diawara: è sua la nona tripla della serata Reyer, subito bissata da un affondo a canestro per il massimo vantaggio esterno sul + 14 (42-56 al 22'). La seconda conclusione dall'arco di De Nicolao riaccende però l'entusiasmo dei 4.200 di Masnago e in chiusura di terzo periodo Varese si riporta a -4 (62-66 al 30'). Adesso è partita vera: a Bulleri replica il solito De Nicolao (65-70 al 32') mentre Green accorcia ulteriormente (71-74 al 35'). Tocca a Sakota in tap-in mettere Varese a un solo punto di distanza (73-74) pochi istanti dopo. Ed è sempre l'ala serba di passaporto greco che sigla la parità sul 78-78 al 38'. Il finale è infuocato: Clark brucia la retina dalla distanza una prima volta, ma non la seconda. A 11 secondi dalla fine De Nicolao (15 punti con 5/9 ) vede il suo tiro rimbalzare sul ferro. Sul ribaltamento, Szewczyk non sbaglia i due tiri liberi dell'80-83. La Cimberio ha un'altra possibilità: per impedire la tripla del pareggio, Young fa fallo su Green che dalla lunetta non può far altro che realizzare due punti. A 7 secondi dalla sirena il punteggio è 82-83 con palla Reyer: Clark mangia solo un secondo al cronometro, ma rimane freddissimo ai tiri liberi (82-85). Sulla rimessa dopo il time out, De Nicolao commette infrazione di cinque secondi consegnando così a Venezia un'importante vittoria esterna (Antonio Franzi)
Varese: Green 26, Dunston 21, De Nicolao 15
Venezia: Szewczyk 27, Clark 24, Rosselli 10

Sidigas Avellino-Scavolini Pesaro 71-78
Pesaro ferma la sua striscia negativa a 11. Markovski conferma la tradizione positiva da avversario contro Avellino, che colleziona una sconfitta fotocopia rispetto al derby campano di quindici giorni fa. Ancora una volta la mancanza di una buona regia nel finale contro i tatticismi avversari (leggi quattro piccoli) è risultata determinante. Pesaro ha sofferto contro il maggiore talento degli avversari, pagando anche la maggiore reattività a rimbalzo e qualche rotazione non all’altezza, ma ha dimostrato, sin dall’avvio, di essere complesso più organizzato e rivitalizzato dall’innesto di Stipcevic. Lo sloveno è ispirato: da applausi l’azione corale conclusa con una schiacciata di Crosariol. Un paio di iniziative vincenti di Mack contro Dragovic segnano il primo allungo ospite (14-21 al 9’). Il time-out che ne deriva propizia il pareggio immediato. Quattro punti di Hardy e una tripla impossibile sulla sirena di Richardson valgono il pari (21-21 al 10’). La Sidigas colpisce da sotto con Dragovic ed allunga con la terza tripla di Dean (34-26 al 16’). Markovski si rifugia nella zona e ricuce lo strappo trovando i primi punti di Kinsey e le conclusioni pesanti di Barbour (40-38 al 19’). Le triple di Dean e Dragovic in avvio di ripresa Illudono (54-43 al 25’). La carta dei quattro piccoli, scelta da Markovski, crea più di uno scompenso. Pesaro rientra (61-57 al 30’). Il punteggio non si schioda per tre lunghi minuti. Ci pensa Cavaliero con una tripla a mettere paura ai biancoverdi (61-60 al 33’). La palla scotta e Avellino va in confusione, La quinta tripla di Dean è l’ultimo sussulto, perché Stipcevic e Barbour ricambiano con la stessa moneta. Avellino getta la spugna: è Crosariol, altro ex di turno, a sigillare il successo. (Massimo Roca)
Avellino: Dean 19, Johnson 15, Hardy 10
Pesaro: Stipcevic 22, Barbour 22, Crosariol 15

Angelico Biella-Vanoli Cremona 59-92
Notte fonda a Biella, dove l'Angelico subisce un clamoroso trentello nella sfida salvezza contro una Vanoli Cremona determinata a vender cara la pelle. E questo è bastato ai lombardi per ottenere una vittoria fondamentale. Coach Cancellieri, che rischia l'esonero, infila la sesta sconfitta consecutiva, dando l'impressione di non avere più la squadra in mano. Il girone d'andata vede Biella ultima, vista la sconfitta interna subita da Pesaro. Pessimo l'arbitraggio di Taurino, Ramilli e Sardella, capace di produrre cinque antisportivi, un tecnico e diversi fischi perlomeno dubbi. Incredibile il bilancio falli dei padroni di casa: 27 fatti, 16 subiti. Cremona in campo in emergenza, senza Vitali ma con quella leggerezza di chi sa che deve fare necessità virtù. Biella è tenuta in piedi da un lottatore di professione come Jurak, che sbaglia poco o nulla nel primo tempo, mentre Cremona distribuisce punti tra Jackson, Stpanovic e Peric, che pure sbagliano molto da sotto. Rochestie si presenta con due triple (sarà il migliore alla fine), ma le 10 palle perse biellesi (19 alla fine) sono indice di grande nervosismo. All'intervallo si arriva sul 34-36, dopo che la Vanoli era stata avanti sul 27-35. La sceneggiatura però impone la fuga della Vanoli (che domina a rimbalzo) che continua a fare il compito imposto da coach Gresta, esaltando i propri lunghi in mezzo all'area, mentre per Biella il canestro scompare e al 30' Cremona vola sul 56-41 per non fermarsi più. Le speranze di una rimonta biellese non fanno nemmeno capolino sul parquet dove Aaron Johnson e Hrvoje Peric riescono nell'impresa di firmare la loro miglior prestazione in Italia. (Gabriele Pinna)
Biella: Rochestie 18, Jurak 12, Johnson T. 10
Cremona: Peric 26, Johsnon A. 18, Harris, Jackson 15

Sutor Montegranaro-Acea Roma 84-86 dts
Batte forte il cuore di Roma. L'urlo di Datome che strappa l'ultimo rimbalzo sul tiro da tre sbagliato da Johnson (con la palla che entra ed esce dopo un giro sul ferro) è la fotografia di una partita giocata con orgoglio, rimontando sedici punti di svantaggio. Per deciderla c'è voluto un tempo supplementare dove Lorant (il migliore) e Jones (fin a quel momento dannoso) hanno segnato i canestri decisivi. Eppure all'inizio per Roma non è stato semplice. Costretti a giocare senza un playmaker di ruolo (Tylor out per la pubalgia) i capitolini soffrono il bel lavoro di Montegranaro su Datome, fermato spesso con le maniere forti, e il punteggio resta in equilibrio (15-15 all'8'). Tra il finire del primo quarto e l'avvio del secondo sale in cattedra Steele con sette punti in fila. La Sutor trova il ritmo sfruttando il momento negativo dell'Acea. Le tante palle perse e i troppi errori al tiro fruttano un break di 19-1 con un solo punto segnato dalla lunetta con Goss per Roma. E il massimo vantaggio gialloblù si manifesta al 15'38" (34-18). Il primo canestro dal campo arriva con Datome al 17'30" (35-22 in entrata). Ancora il capitano capitolino si accende e dà il la ai suoi al rientro dalla pausa lunga con due triple consecutive che valgono il -7 (44-37 al 21'30"). E' a quel punto che l'inerzia del match cambia incredibilmente. Roma alza il ritmo difensivo con la zona e alla Sutor si spegne la luce in attacco. Così i giallorossi rimontano fino al sorpasso (59-60 e break di 14-0 con D'Ercole sugli scudi). Nel quarto periodo tanti sbagli specie dalla lunetta. Jones e Lawal fanno 1/5 nell'ultimo minuto di gioco, ma la Sutor non ne approfitta. Ai supplementari Cinciarini lotta ma non basta e Roma gioisce . (Aaron Pettinari)
Montegranaro: Cinciarini 23, Amoroso 16, Steele 14.
Roma: Datome 18, Goss 17, Lorant 15.

Trenkwalder Reggio Emilia-Juvecaserta 91-72
La Trenkwalder affonda Caserta in una partita a senso unico e conquista trionfalmente l’accesso alle final-eight di Coppa Italia. Sei anni dopo la finalissima contro Treviso, la società reggiana si riaffaccia nel gotha del basket italiano dopo una promozione trionfale e un girone d’andata straordinario. Quello con i campani doveva essere uno spareggio ma, in realtà, la partita è stata equilibrata solo per un paio di minuti. Giusto il tempo di vedere Caserta partire forte e andare sul 5-0. A quel punto, però, la partita dei campani si concludeva. E saliva in cattedra la Trenkwalder, che alzava l’intensità della propria difesa, costringeva gli ospiti a sbagliare e pasticciare tantissimo (7 palle perse nel primo quarto) e piazzava un terribile break di 22-0 che, di fatto, decideva la partita. Perché Caserta dal meno 17 non sarebbe più rientrata in partita affondando a più riprese anche a meno 27 (dal 55-28 al 65-38). L’unico, piccolissimo, sprazzo di speranza, la squadra di Sacripanti provava a costruirlo sul rettilineo d’arrivo quando risaliva al meno 14 (75-61) approfittando di un po’ di stanchezza dei reggiani. A quel punto, però, ci pensava un incredibile Antonutti (5/5 da 3 punti) a ricacciare indietro gli ospiti con due triple. E a Reggio esplodeva la grande festa. (Daniele Barilli)
Reggio E. Taylor 22, Antonutti 17, Cinciarini 14, Brunner 12, Jeremic 10.
Caserta: Akindele 17, Mordente 14, Michelori 12

Enel Brindisi-EA 7 Milano 76-83
A Brindisi non riesce l’impresa compiuta 31 anni fa, quando l’allora Bartolini batté la Billy Milano di coach Dan Peterson. Questa volta, sempre al pala Pentassuglia, è Milano a compiere l’impresa conquistando la qualificazione per le Final Eight. Dopo la palla a due la tensione sul parquet si taglia con il coltello. Brindisi parte con uno 0/2 dal campo e una violazione di ventiquattro secondi. Milano, invece, subendo due stoppate di Simmons su altrettanti tentativi in area. Il primo canestro della serata lo firma Reynolds (chiude con 8/13 da 2). L’Olimpia risponde con Fotsis, autore anche di un inguardabile airball su un tiro apertissimo. Un minuto più tardi Langford è molto più preciso dall’arco (6-5 al 4’) così come Reynolds, unico giocatore biancazzurro a dimostrare d’essere in ritmo. La gara viaggia sul filo dell’equilibrio: Bourousis (6/7 da 2) pareggia a quota 17 al 7' prima che Milano sprechi ben 3 tiri liberi per portarsi in vantaggio. Operazione riuscita pochi istanti dopo a Marques Green (17-18) con un divario dilatato di un altro possesso, sempre dalla lunetta, alla fine del primo quarto con due personali di Niccolò Melli (17-20). Nel secondo in campo c’è solo l’Armani. Il parziale di 14-0 è spaventoso: una tripla di Hairston, due di Basile (12, 4/6 da 3) e una di Green (5/8 è la percentuale da tre punti nei secondi dieci minuti dell’Armani) spaccano la partita (22-39, 15’). Brindisi segna con il contagocce, Milano spreca pochissimo (1 palla persa contro le 8 dei padroni di casa), tema che resta costante nella parte finale della seconda frazione chiusa dalla tripla di Fotsis (29-46). L’intervallo serve a Piero Bucchi per scuotere la squadra. Al rientro sul parquet l’Enel si presenta cattiva e determinata. Pronti, via, il parziale dei padroni di casa segna subito 7-0 con la tripla di Viggiano cancellata in un amen da Green (12, 3/5 da 3) abile nel ridare ossigeno puro ai suoi. La situazione falli e le 10 palle perse puniscono l’economia tattica dell’Olimpia che scrive a referto 3 punti in cinque minuti. Brindisi monetizza dalla lunetta con 7 punti in fila e poi riapre definitivamente la gara con altri quattro consecutivi di Robinson (47-49, 24’). Gibson inventa due triple pazzesche che valgono il pareggio a quota 57 sulla sirena del trentesimo. Nell’ultimo quarto Milano alza nuovamente il volume della difesa: il break di 7-0 (tiro da tre di Basile e due piazzati di Chiotti) rimette luce tra le due formazioni (59-67, 33’). Melli deposita due tiri pesanti, decisivi, che valgono il +10 (65-75). Il solo Gibson prova a reagire per impensierire l’Emporio. Sei punti consecutivi illudono per un attimo il pubblico di casa (71-77). Robinson sbaglia un possesso fondamentale a due minuti dal termine. Milano con maggiore qualità ed esperienza gestisce il finale conquistando con merito la sesta vittoria consecutiva lontano dal Forum. (Giuseppe Mazzone)
Brindisi: Gibson 22, Robinson 18, Reynolds 14
Milano: Bourousis 14, Basile 12, Green 12