Per fare scorta di vitamina D, l¡¯ideale ¨¨ esporsi il pi¨´ regolarmente possibile. Secondo il dermatologo, una o due sedute di sole a settimana, della durata di 15-30 minuti, sono un buon minimo. "I raggi UV di tipo B attraversano la pelle poi entrano in azione con un derivato del colesterolo, naturalmente presente nell'organismo, per produrre la vitamina D. La pelle diventa un sensore e la vitamina trasformata si diffonde in tutto il corpo". La durata dell'esposizione va determinata in base al proprio tipo di pelle: non tutti metabolizzano la vitamina allo stesso modo. "Esistono cinque tipi di fototipi, dalla pelle rossa alla pelle nera", spiega il medico, "hanno tutti sensibilit¨¤ diverse. Le tonalit¨¤ della pelle pi¨´ scure avranno bisogno di pi¨´ tempo di esposizione rispetto alle pi¨´ chiare.? Per far si che si verifichi una produzione endogena efficiente di vitamina D attraverso l¡¯esposizione della cute al sole, sar¨¤ necessaria una sosta giornaliera di 15-30 minuti su aree estese del corpo, non saranno sufficienti solo volto e mani. Tali tempistiche sono per¨° solo teoriche, possono essere influenzate da molteplici fattori: la superficie cutanea esposta al sole; la stagione e orario della giornata in cui avviene l¡¯esposizione (la produzione sar¨¤ massima nelle ore centrali?e nei periodi estivi); applicazione di eventuali protezioni solari sulla cute (i filtri solari riducono la produzione); et¨¤ (negli anziani la produzione endogena pu¨° essere anche 7 volte pi¨´ bassa rispetto ai giovani)" precisa l'esperto.
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