Uno studio del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne ha analizzato alcune delle soluzioni migliori per prevenire le "concussions". Ecco quali sono
Quello della commozione cerebrale ¨¨ un problema sempre pi¨´ serio e diffuso nel mondo dello sport. Pu¨° accadere anche ai bambini e agli adolescenti?e uno studio del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne, pubblicato su Pediatrics, ha proposto delle linee guida da seguire per prevenire ed eventualmente trattare le commozioni cerebrali che incorrono in questa et¨¤.
le commozioni cerebrali nei bambini
¡ª ?In particolare, i ricercatori si sono concentrati sugli sport di contatto. Innanzitutto, ¨¨ stato riscontrato come l¡¯uso del paradenti sia importante anche nella prevenzione delle commozioni cerebrali: infatti, il cosiddetto ¡°bite¡± pu¨° aiutare ad assorbire parte dell¡¯impatto e proteggere il cervello. Un¡¯altra strategia importante consiste nell¡¯allenamento neuromuscolare, che ha portato notevoli vantaggi soprattutto nel rugby. Inoltre, lo studio spiega i vantaggi del limitare alcuni movimenti, come il cosiddetto ¡°bodychecking¡±, una spallata molto diffusa nell¡¯hockey. Nel rugby, gi¨¤ da alcuni anni in molti Paesi l¡¯altezza massima dei placcaggi ¨¨ stata abbassata.
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come comportarsi
¡ª ?Nel momento in cui si verifica una commozione cerebrale, ¨¨ fondamentale una valutazione diagnostica accurata subito dopo l¡¯infortunio. Per le valutazioni successive alle prime 72 ore vengono invece utilizzati degli strumenti che permettono di capire quali saranno le tempistiche del ritorno all¡¯attivit¨¤ sportiva. Secondo i ricercatori, il ritorno anticipato all¡¯attivit¨¤ fisica leggera e la riduzione del tempo trascorso davanti allo schermo facilitano il recupero. Per gli adolescenti che manifestano vertigini, dolore al collo e mal di testa per pi¨´ di 10 giorni ¨¨ raccomandata la riabilitazione cervico-vestibolare, che serve a recuperare le funzioni compromesse dalla commozione cerebrale. Se i sintomi durano pi¨´ di 30 giorni ¨¨ necessaria una vera e propria riabilitazione attiva.
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