Verrebbe da pensare che se ti vuoi preparare ad una gara dove se ti va bene arriverai in fondo in 8-10 ore, gli allenamenti veloci non ti servano: e invece no. Magari i primi anni fai finta di niente, e ti godi i tuoi piacevoli lunghi lenti pensando ai cavoli tuoi, fingendoti certo che sfiancarsi in scatti come i tuoi amici non serva a niente: ma poi ti tocca arrenderti all'evidenza che se vuoi riuscire a non camminare in quei 3 chilometri di pianura dopo i primi 20 di salita e discesa, e a non perdere quelle decine di posizioni che avevi faticosamente conquistato (o anche solo a non sentirti un po' pirla perch¨¦ gli altri corrono e tu cammini), forse ¨¨ proprio il caso di fare anche qualche allenamento veloce. Servono ad abituare i muscoli a lavorare in presenza di acido lattico e a potenziare il cuore. Le ¡°ripetute¡± sono un po' meno noiose delle andature e del potenziamento, ma richiedono una concentrazione totale: se vuoi correre 1, 2 o 3 chilometri ad un ritmo vicino alla tua velocit¨¤ massima, devi continuare a ripeterti di spingere, perch¨¦, se ti distrai, le gambe rallentano di nascosto.
L'unico lato positivo delle ¡°ripetute¡±, ¨¨ che ti puoi godere il relax del ¡°recupero¡± fra una e l'altra, ma sembra sempre troppo corto. Se vuoi allenare il cuore ai cambi di ritmo puoi provare anche il ¡°fartlek¡±, che in svedese vuol dire ¡°gioco di velocit¨¤¡±: ¨¨ una corsa a ritmi variabili,?alternando?fasi di corsa pi¨´ lenta a fasi di corsa pi¨´ veloce, in cui sei tu a decidere quando andare pi¨´ piano e quando andare pi¨´ veloce, prendendoti dei riferimenti a tua scelta (tipo ¡°accelero dalla prossima panchina a quella dopo¡±). Su terreno mosso ¨¨ ovviamente pi¨´ faticoso, ma molto pi¨´ utile.
Dario Pedrotti(Continua nella prossima scheda)
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