Partenza, venerd¨¬ mattina ore 9.00, piazza centrale di Vezza d'Oglio. L'atmosfera ¨¨ stupenda, ci sono anche schierati tutti i bambini della scuola elementare del paese, a battere il cinque a tutti gli atleti. Ti chiedi se da grandi vorranno provarci anche loro, o se, per essere sicuri di non finire cos¨¬, non si allacceranno un paio di scarpe da corsa in vita loro. Intanto saltano qualche ora di scuola, e sono felici cos¨¬. Felici almeno come quelli che partono, chi a razzo, chi camminando, chi conoscendo gi¨¤ ogni curva del percorso, chi scoprendolo metro per metro. I primi, di metri, se ne vanno su belli ripidi verso Cima Rovaia, dove una lunga trincea con vista Adamello ti fa rimanere bene impresso quanto nella vita orrore e meraviglia siano spesso vicinissime una all'altra. Una breve corsa in quota sulle pietre e poi gi¨´ a capofitto, che dopo 10 chilometri le gambe sono ancora freschissime e in Val di Can¨¦ c'¨¨ il primo ristoro che aspetta i concorrenti. E poi di nuovo su, verso il trincerone delle Bocchette di Valmassa, un altro di quei posti che sarebbero fantastici se non lo avessero costruito per farci la guerra. Al trentesimo chilometro l'azzurro dei laghetti di Monticello ¨¨ troppo invitante per non fare almeno un pensierino ad un tuffo, e poi di nuovo gi¨´ verso il ristoro di Santa Apollonia, sulla strada che porta al Passo Gavia. La gara si limita ad attraversarla per risalire sul monte a ovest di case di Viso, incantevole villaggio di pastori dove la pasta o il minestrone al punto di ristoro sono d'obbligo. A questo punto della gara fra il primo e l'ultimo ci sono gi¨¤ molte ore: i pi¨´ forti ci arrivano con il sole del pomeriggio, molti altri con le frontali gi¨¤ accese da un po'. Per non essere squalificati, bisogna arrivarci entro l'una di sabato mattina.
Dario Pedrotti(Continua nella prossima scheda)
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