L¡¯esistenza di una correlazione tra frequenza cardiaca e ritmo di gara ¨¨ nota, ma il dato pu¨° non valere per i maratoneti pi¨´ lenti: lo studio
Va¡¯ dove ti porta il cuore ¨¨ il titolo di un successo letterario, ma non di un successo in maratona. O almeno, non sempre.?Se parliamo di cuore e maratona, ci riferiamo a una relazione che permette, attraverso il monitoraggio del battito cardiaco, di impostare un ritmo di corsa che non faccia andare fuori giri.
ritmo di corsa
¡ª ?Studi scientifici ed esperienze tecniche indicano numeri piuttosto precisi per questa relazione. Correre mantenendo un battito cardiaco tra il 65% e l¡¯80% della propria Massima Frequenza Cardiaca permette a un maratoneta di mantenersi al di sotto della soglia lattacida: la condizione che tutti cercano.?
il ritmo cardiaco non vale per tutti
¡ª ?Questa formula vale anche per i maratoneti non di prima fascia? Diciamo, quelli da 4 ore e pi¨´? ? la domanda che si sono fatti alcuni ricercatori francesi, belgi e americani e alla quale hanno risposto pubblicando l¡¯esito dei loro studi sulla rivista scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health.?La risposta ¨¨ no: per i maratoneti pi¨´ lenti, la correlazione tra battito cardiaco e ritmo di gara non c¡¯¨¨.
lo studio scientifico
¡ª ?Lo studio ha preso in considerazione dieci runner che si sono sottoposti a test e misurazioni di potenza aerobica, battito cardiaco e altri parametri utili a conoscere la loro economia di corsa. Dopo due settimane, le stesse misurazioni sono state effettuate durante lo svolgimento di una maratona.?L¡¯analisi dei dati raccolti ha messo in luce come, a partire dal 5¡ã km, il battito cardiaco rimaneva molto alto, tra l¡¯88 e il 91% del valore massimo. Di contro, la potenza aerobica media restava molto al di sotto della soglia, scendendo da 81 a 74% del valore massimo.
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cuore e velocit¨¤
¡ª ?Lo studio ha permesso di scoprire che, nei maratoneti pi¨´ lenti, la diminuzione della velocit¨¤ di corsa non corrisponde a un abbassamento del numero di battiti cardiaci: i battiti tendono a rimanere costanti, non cos¨¬ lontani dalla soglia anaerobica (calcolata attraverso test incrementali).?Ecco allora che per chi corre la maratona in 4 ore e pi¨´, l¡¯utilizzo di strumenti per monitorare il battito cardiaco risulta poco utile per impostare il ritmo gara. Seguire il battito cardiaco non serve per impostare una "zona metabolica¡± entro cui correre per non esaurire le proprie riserve energetiche.
autovalutazione e sensazioni
¡ª ?Il consiglio dei ricercatori ¨¨ quello di affidarsi principalmente alla scala RPE (Rate of Perceived Exertion), la scala di percezione dello sforzo. Si tratta di scala di valutazione che indica il grado di fatica percepito da un soggetto durante una attivit¨¤ fisica. Se dovete correre una maratona in pi¨´ di 4 ore, non ascoltate il vostro cuore: affidatevi a tutto il vostro corpo.
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