CONSIGLI
Perch¨¦ superare il limite della fatica nella corsa fa paura?
Viviamo in una societ¨¤ in cui la parola "fatica" ha una connotazione negativa in qualsiasi contesto. Nello sport tuttavia il legame con la fatica ¨¨ ambivalente: non esiste risultato senza. Come reagisce quindi la nostra mente? La evitiamo o la accettiamo?
perch¨¨ la fatica ¨¨ negativa?
¡ª ?Facciamo un passo indietro e analizziamo il concetto di fatica. Nella nostra societ¨¤ ¨¨ radicato il concetto che 'fare fatica' sia un qualcosa che solo i deboli vivono. Pi¨´ sei forte, potente, dotato o ricco e meno fatica fai per raggiungere un risultato. Nell'era moderna, inoltre, il rapporto con i consumi ¨¨ cambiato. Tutti noi abbiamo, chi pi¨´ chi meno, una rete di aiuti per compiere le azioni di tutti i giorni. Dai banali elettrodomestici, ai computer, ai veicoli motorizzati, tutto deve essere veloce, efficiente e con meno fatica possibile. L'uomo ha ideato qualsiasi mezzo per cercare di eliminare la fatica considerata "superflua". Cibo fast, mezzi di trasporto flessibili, domotica: abbiamo uno strumento per qualsiasi cosa. Non facciamo pi¨´ le scale, comandiamo macchinari con dei tasti, ora anche sullo smartphone, usiamo veicoli sempre pi¨´ efficienti. Tutto per azzerare la fatica. E pi¨´ disponiamo di mezzi economici moderni e pi¨´ possiamo permetterci una riduzione maggiore della fatica. Quindi cresciamo con in testa il dogma: pi¨´ sono potente e ricco e meno fatica devo fare.
la fatica nello sport
¡ª ?Come si applica questo concetto nello sport? Nello sport questa regola non pu¨° valere, perch¨¦ chiunque voglia raggiungere un grande risultato?¨¨ obbligato a fare molta fatica. Anche il miglior atleta del mondo deve correre 200 km a settimana, anzi, la regola viene ribaltata perch¨¦ pi¨´ voglio volare alto e pi¨´ devo fare fatica. Ovviamente questo concetto non tiene conto di pratiche illegali come il doping, che non sono altro che tentativi per diminuire la fatica per arrivare a un risultato.
e nello sport amatoriale?
¡ª ?Quando parliamo di atleti di alto livello, cresciuti a pane e fatica, il discorso ¨¨ molto chiaro. Il problema del rapporto con la fatica riguarda invece il mondo degli amatori. Molto spesso, noi runner amatoriali sogniamo una corsa in cui lo sforzo sia facile e gestibile. Iniziamo i programmi di allenamento con l'intento di ridurre al minimo la fatica. Il nostro desiderio ¨¨ correre 'stando bene', cio¨¨ eliminando il pi¨´ possibile la sensazione spiacevole della fatica estrema.
andare oltre
¡ª ?Correre stando bene ¨¨ una delle possibilit¨¤ in effetti, ma non ¨¨ sovrapponibile al concetto di performance. Quando cerchiamo di superare i nostri limiti, dobbiamo per forza "giocare" con il troppo,?cio¨¨ provare ad andare oltre, senza sconfinare in qualcosa che non possiamo gestire. Fa parte del concetto di superamento del limite questo meccanismo e non pu¨° essere che cos¨¬. La fatica in questo caso ¨¨ una compagna fedele e non pu¨° essere eliminata. Se, per esempio, vogliamo provare a superarci in una 10 km, dobbiamo mantenere un equilibrio molto difficile che ci fa superare la soglia anaerobica, senza esagerare. La 10 km infatti ¨¨ una gara in cui bisogna accettare il senso di fatica e gestirlo. Quando qualcuno nei commenti di una gara mi dice che alla fine era distrutto dalla fatica, ¨¨ un buon segno: significa che ha spinto sull'acceleratore.?
La FATICA NELLA MENTE?
¡ª ??Il nostro cervello ha dei meccanismi di salvaguardia molto potenti. Quando il senso di fatica e l'intensit¨¤ diventano molto elevati, la mente va in alert e, se non la sappiamo gestire, ci impone di abbassare il ritmo. Il cervello agisce come agirebbe in una situazione di pericolo: nel momento dello sparo, l'adrenalina gioca un ruolo fondamentale, e il cervello ci porta a spingere sull'acceleratore come se stessimo scappando da qualcosa. Nel momento per¨° in cui l'intensit¨¤ diventa molto alta e protratta nel tempo, il nostro inconscio ci riporta verso un ritmo pi¨´ blando, pi¨´ sicuro. In pratica, il cervello ci frena, in modo da farci risparmiare energie per un'eventuale necessit¨¤ successiva. ??in questo momento che arrivano tutti i pensieri negativi che tendono ad allontanarci dalla fatica, le domande sul perch¨¦ lo stiamo facendo con i conseguenti sabotaggi mentali, che ci consigliano la prudenza. Conoscere questi meccanismi e, quindi, non ascoltarli, ¨¨ l'unico modo per non cedere alla fatica e? accettarla. Il nostro corpo ci offre infinite possibilit¨¤, ma dobbiamo talvolta zittire la mente e andare a braccetto con i momenti pi¨´ duri per poterle esplorare.?
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