mobilit¨¤ green
Auto elettrica: negli Usa 7,5 miliardi di dollari per le colonnine di ricarica
Senza unĄŻadeguata rete di colonnine di ricarica lĄŻauto elettrica non decolla. Non ¨¨ certo un mistero che la transizione energetica dei veicoli passa necessariamente attraverso lo sviluppo delle infrastrutture, un tema che ¨¨ spesso argomento di contrapposizione tra costruttori auto e autorit¨¤ dei singoli stati. Tanto che alla Cop 26 di Glasgow molte case auto non hanno sottoscritto lĄŻimpegno a eliminare la produzione di veicoli a combustione interna in attesa di impegni precisi sul fronte degli investimenti pubblici. A livello europeo sono 322.783 i punti di ricarica attivi, con una distribuzione tuttĄŻaltro che omogenea visto che il 70% ¨¨ collocato in soli tre Paesi: Paesi Bassi (66.665 impianti), Francia (45.751) e Germania (44.538). Seguono Regno Unito (24.000 circa), Norvegia (16.000 circa) Italia (13.073) e Svezia (10.370). Altrove i numeri sono decisamente pi¨´ bassi ma lo sviluppo delle colonnine di ricarica ¨¨ uno dei temi portanti del piano europeo di riduzione delle emissioni Fit for 55. Oltreoceano, invece, qual ¨¨ la situazione?
NEL 2030 AGLI STATI UNITI SERVIRANNO 2,4 MILIONI COLONNINE
ĄŞ ?Attualmente in tutti gli Stati Uniti sono presenti 45.500 stazioni di ricarica, per un totale di circa 112.000 colonnine. Un numero certo insufficiente per un Paese che ha lĄŻambizione di raggiungere il 36% di nuove immatricolazioni al 2030 tra elettriche e ibride plug-in. Per supportare tali volumi, lĄŻInternational Council on Clean Transportation afferma che gli Stati Uniti avranno bisogno di 2,4 milioni di stazioni di ricarica. Numeri pi¨´ che ambiziosi, che richiedono investimenti pesanti ma che si scontrano con visioni molto diverse nel tessuto politico americano. Il piano infrastrutturale per la mobilit¨¤ elettrica proposto dal presidente Joe Biden vale 174 miliardi di dollari suddiviso in incentivi per i costruttori auto per riorientare le fabbriche allĄŻauto elettrica supportando i lavoratori americani e in bonus fiscali per i consumatori che scelgono veicoli a zero emissioni di fabbricazione americana.
7,5 MILIARDI PER LE STAZIONI DI RICARICA
ĄŞ ?Il disegno di legge proposto da Biden dovr¨¤ passare al vaglio del Congresso, iniziando dalla Camera dei Rappresentanti e successivamente al Senato. Nella sua formulazione iniziale prevedeva un investimento di 15 miliardi di dollari per installare almeno 500.000 colonnine entro il 2030, ma nel lungo dibattito la somma ¨¨ stata dimezzata a 7,5 miliardi senza ulteriori indicazioni sul numero di punti di ricarica da realizzare. Molto meno di quelle necessarie secondo lĄŻInternational Council on Clean Transportation, ma secondo la Casa Bianca un investimento che incider¨¤ molto nella riduzione delle emissioni di carbonio, in grado di creare al tempo stesso posti di lavoro ben retribuiti. Il piano della Casa Bianca prevede anche incentivi per lĄŻacquisto di veicoli a zero emissioni: una volta approvato si partirebbe da un bonus fiscale di 7.500 euro valido fino al 2026, al quale se ne sommerebbe un altro da 4.500 a patto che lĄŻauto acquistata sia prodotta negli Stati Unti da aziende che aderiscono allĄŻaccordo con il sindacato dei lavoratori auto.
UN INCENTIVO CHE PREMIA IL Ą°MADE IN USAĄą
ĄŞ ?QuestĄŻultima condizione limita il bonus aggiuntivo ai veicoli dei gruppi General Motors, Ford e Stellantis fabbricati in America, lasciando fuori costruttori come Tesla o Rivian. A proposito del quale cĄŻ¨¨ da segnalare che ha raggiunto una capitalizzazione di mercato superiore a quella di Volkswagen: Rivian si ¨¨ quotata solo una settimana fa al Nasdaq raddoppiando da allora il prezzo della singola azione e raggiungendo un market cap di 140 miliardi di dollari, un miliardo in pi¨´ rispetto a Volkswagen e dietro Toyota (306 miliardi) e Tesla (che vale poco pi¨´ di mille miliardi). Tornando a Biden, il Presidente deve fare i conti con lĄŻostilit¨¤ dellĄŻopposizione repubblicana, che attacca il Presidente accusandolo di pensare ai veicoli elettrici mentre gli americani sono alle prese con il picco dei prezzi di benzina e gas naturale. Una conferma che, a qualunque latitudine, la transizione energetica ¨¨ materia complessa e costosa.
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