Era il 30 novembre 1963, la prima volta di Provini sulla Benelli 250 ¡°4¡± dei rivali. Cos¨¬ un test galeotto su una strada aperta al traffico attir¨° migliaia di persone diventando storia
Il Motomondiale 2019 ¨¨ terminato il 17 novembre scorso con l¡¯ultima gara a Valencia e la stagione si ¨¨ definitivamente chiusa il 26 novembre con i test MotoGP a Jerez. Seguir¨¤ una pausa invernale di poche settimane, poi di nuovo in pista a Sepang il 7 febbraio 2020 in vista del primo round iridato dell¡¯8 marzo in Qatar. Un tour de force per il Circus iridato, con un calendario fra prove e gare mai cos¨¬ intenso. Nei decenni precedenti le corse chiudevano i battenti ai primi di settembre con il GP delle Nazioni a Monza (uniche eccezioni negli anni ¡¯60: il GP d¡¯Argentina ad Ottobre e il GP del Giappone a novembre) riaprendoli il 19 marzo con la gara ¡°tricolore-internazionale¡± a Modena.
Letargo
¡ª ?Un lungo letargo per il motociclismo che per cinque mesi usciva di scena, con scarsa copertura mediatica, con le moto sviluppate nel chiuso dei reparti corse delle poche Case impegnate, con i rispettivi piloti (gli ¡°ufficiali¡± italiani si contavano sulle dita di una mano¡) a tenersi in forma in palestra, con il motocross o macinando chilometri sulle pericolose strade statali e provinciali, per lo pi¨´ sui passi appenninici. Cos¨¬ da ottobre a febbraio, per gli appassionati, le moto da corsa, i piloti e le gare rimanevano solamente nei ricordi o nelle discussioni al moto club.
Il fatto nuovo
¡ª ?Poi accade un fatto nuovo e la cronaca si trasforma in evento e sconfina nella storia, oltre il motociclismo, oltre lo sport. A met¨¤ mattinata del 30 novembre 1963, un sabato chiaro pelato dalla bora, una Mercedes Pagoda bianca targata ¡°BO¡± entra nel piazzale degli uffici della Moto Benelli, la fabbrica pesarese nata nel 1911 situata all¡¯epoca in Viale Mameli, fra il porto e il centro citt¨¤.
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Alla guida della fiammante spider tedesca c¡¯¨¨ Tarquinio Provini, il 30enne pluri iridato piacentino di Roveleto di Cadeo, bolognese d¡¯adozione, il pilota che aveva diviso le tifoserie, un po¡¯ come Coppi e Bartali nel ciclismo, per i duelli burrascosi e gli strascichi polemici con il suo compagno-rivale alla MV Agusta, Carlo Ubbiali. Superbo stilista e finisseur, tutto cuore e irruenza il ¡°Toro¡± emiliano dai folti capelli neri arruffati, sempre con la baionetta in canna.
Giganti
¡ª ?Tecnico sopraffino, gelido e implacabile il ¡°cinesino¡± bergamasco, ¡°volpe¡± arguta, fiocinatore nelle trionfali volate al fotofinish. Due giganti della manetta, anche se diversi in tutto come diverso sar¨¤ il loro bottino finale: nove titoli mondiali per Carletto il ¡°calcolatore¡± e solamente due corone (pi¨´ 11 titoli italiani all¡¯epoca di gran valore) per Tarquinio, dal nome di uno dei sette Re di Roma ma mai assurto allo scranno imperiale. ¡°Ho vinto due mondiali, ma me ne hanno fatti perdere cinque: tre alla MV, uno alla Mondial, uno alla Morini¡± ¨C ripeteva l¡¯asso emiliano, crucciato, con il rospo nel gozzo.
Il Rossi dell¡¯epoca
¡ª ?Era il motociclismo de: ¡°I giorni del coraggio¡± ma anche quello dei giorni dell¡¯ira e del dolore per i troppi incidenti e i troppi lutti, data l¡¯assenza di sicurezza delle piste e la pericolosit¨¤ dei mezzi meccanici. Ed era il motociclismo degli ordini di scuderia: guai sgarrare! Comunque, Provini ¨¨ stato il campione pi¨´ acclamato e carismatico di allora: con le dovute differenze, il Valentino Rossi dell¡¯epoca.
Due soli punti
¡ª ?Pochi giorni prima di approdare nella citt¨¤ di Gioachino Rossini, il 10 novembre, nell¡¯ultimo round iridato del GP del Giappone a Suzuka, Provini in sella alla Morini monocilindrica aveva perduto per due soli punti il titolo mondiale allora pi¨´ importante, quello della 250, andato al lungo rhodesiano d¡¯acciaio Jim Redman sulla Honda 4 cilindri, pi¨´ scorbutica e meno maneggevole della filante bialbero bolognese ma pi¨´ potente e veloce e con il supporto di uno squadrone da far paura.
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Tarquinio, novello Davide contro Golia, era stato con quattro primi posti e tanta sfiga, il vincitore morale di quel campionato, perduto solo per sfortuna: il GP di Francia cancellato per nebbia e il GP di Finlandia messo fuori dal programma, cio¨¨ due gare favorevoli al binomio italiano; ad Assen trascinato a terra dalla caduta di uno dei corridori Honda, Tommy Robb; nella finalissima di Suzuka debilitato dal febbrone per l¡¯otite.
Indecisioni
¡ª ?Campionato perduto soprattutto per le indecisioni tattico-strategiche e per gli errori organizzativo-burocratici della Casa bolognese. Il binomio italiano ¨¨ assente ingiustificato nel ¡°favorevole¡± TT inglese per il divieto di Morini; out dal Sachsenring per l¡¯assurda mancanza di visto alla frontiera della Germania Est e addirittura rischia di non correre l¡¯ultimo decisivo GP in Giappone per indisponibilit¨¤ finanziarie della Casa: divieto superato in ¡°zona Cesarini¡± grazie alla trasferta pagata al Team dalla FMI e all¡¯ingaggio personale passato dal pilota alla squadra.
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Provini, pur stimando l¡¯anziano Commendatore bolognese, fu amareggiato dall¡¯intera vicenda di quel travagliato ¡¯63 e arriv¨° anche a una conclusione tecnica: il monocilindrico 250 4 tempi (pure quello straordinario della Morini) era giunto allo zenit del suo sviluppo e non aveva pi¨´ chance rispetto alle nuove moto Grand Prix pluri frazionate.
Cambio di casacca
¡ª ?Cos¨¬, a 30 anni, nel pieno della propria condizione psico-fisica e all¡¯apice della carriera, il fuoriclasse emiliano decide di dare una svolta e di far saltare il sodalizio con la Morini. Dice ¡°no¡± all¡¯assegno pesante offerto dalla Yamaha non convinto del propulsore pluricilindrico 2 tempi e di poter esercitare il ruolo di ¡°number one¡± nel Team della Casa dei tre diapason (gi¨¤ forte di Read, Duff, Ito, Ivy ecc.) ma al suo rientro in Italia dal Giappone accetta di incontrarsi in gran segreto con Paolo Benelli (figlio del mitico Tonino e Ds della Casa del Leoncino), disponibile al cambio di casacca da formalizzare nero su bianco a Pesaro, a fine mese.
Sodalizio
¡ª ?Ecco perch¨¦ Provini, per anni in pista fiero avversario della Benelli, quel 30 novembre 1963 era entrato nella ¡°tana del lupo¡±: per firmare il contratto dopo un assaggio sulla 250 quattro cilindri grigio-verde.
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Cio¨¨ sul bolide trionfatore con Silvio Grassetti al debutto nel 1962 e portato brillantemente in corsa poche settimane addietro, il 15 settembre a Monza (quando con la Morini ci fu il debutto mondiale del 21enne Giacomo Agostini proprio in veste di compagno di squadra di Provini) dallo stesso campione pesarese e dall¡¯inglese Derek Minter. E¡¯ l¡¯avvio di un nuovo grande sodalizio, una svolta per il motociclismo italiano e mondiale.
Grassetti con Ago
¡ª ?Provini passa dalla Morini alla Benelli in sostituzione di Silvio Grassetti che a sua volta si accasa subito dopo con la Morini insieme a ¡ Giacomo Agostini. Dopo il gravissimo incidente di Provini al TT del ¡¯66, alla Benelli arriver¨¤ prima Renzo Pasolini compagno di squadra del rientrante ¡°figliol prodigo¡± Grassetti, quindi Carruthers che nel 1969 riporter¨¤ a Pesaro il Mondiale 250, poi Walter Villa, il test a Modena con Santiago Herrero, infine le vampate trionfali con Mike Hailwood e Jarno Saarinen nelle 350 e 500: ma questa ¨¨ un¡¯altra storia.
Il test sulla Benelli
¡ª ?Torniamo al 30 novembre 1963, alla prima volta di Provini sulla Benelli ¡°4¡±, un breve ma significativo test effettuato a mezzogiorno, fuori citt¨¤, sul rettilineo di Pozzo aperto ¡ al traffico, presenti, oltre all¡¯equipe del reparto corse, l¡¯intero staff della Casa marchigiana, con in testa l¡¯inossidabile austero presidente Ing. Giovanni Benelli. Il tam-tam aveva portato oltre un migliaio di persone a seguire dal vivo l¡¯evento. In poco tempo la zona del test viene invasa dalla gente scesa con ogni mezzo anche dalla vicina Romagna.
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L¡¯emozione era forte e quando l¡¯infreddolito e teso Provini, ancora con l¡¯effige del Corsaro-Morini sul casco, avvi¨° il motore liberando in cielo le inimitabili note rossiniane del ¡°quattro cilindri¡±, un fragoroso applauso della folla sanc¨¬ la nuova avventura del pilota italiano pi¨´ forte e apprezzato nel mondo in sella alla moto italiana all¡¯epoca pi¨´ moderna e potenzialmente pi¨´ forte.
Moto che ¨C completamente rifatta da Provini e dal nuovo staff guidato dall¡¯ex capo della Mondial Omer Melotti e poi pi¨´ volte rinnovata dissanguando le finanze aziendali ¨C diventer¨¤ nel 1969 campione del Mondo con Kel Carruthers. A fine test il Sangiovese correva a flutti, come il vicino fiume Foglia. E fu festa grande per tutti.
Il giorno dopo, la stampa, radio e tv, lanciarono la notizia riportando le corse sulla grande scena internazionale e aprendo al motociclismo italiano una nuova pagina di speranza e di gloria. Provini-Benelli, un binomio avvincente e vincente, pur se resta l¡¯amaro in bocca per la corona iridata mancata. Senza quel ¡°gatto nero¡± dalla coda mozzata che al TT del ¡®66 gli tagli¨° la strada e lo costrinse, 33enne, all¡¯addio alle corse per la frattura alla spina dorsale, il mondiale del ¡¯69 conquistato dalla Benelli sarebbe stato sicuramente di Provini.
A Tarquinio non piaceva raccontare del sole accecante sbucato dal mare quella mattina di fine agosto o del moncherino di biella che for¨° il carter finendo tra gli ingranaggi del cambio che si blocc¨°, facendolo volare a 200 all¡¯ora. Tarquinio amava parlare del suo gatto nero con la stessa passione e convinzione di quando correva e di quando, dopo ogni trionfo, salutava la folla col pugno chiuso. Cos¨¬ i fatti corrono fra storia e fantasia diventando epopea.
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