Prima non c¡¯erano mai stati due fratelli insieme in un team ufficiale. Ma negli Anni 30 c¡¯erano i Ghersi. Poi i Surtees, gli Agostini¡
Portando Marc e Alex Marquez in Hrc la Honda apre una nuova sfida in MotoGP ricca di aspettative e potenzialit¨¤ ma non priva di interrogativi e insidie sia per il pi¨´ forte team del Motomondiale che per i due Marquez, l¡¯uno oggi il pi¨´ forte pilota in campo, l¡¯altro al debutto nella classe regina. Storicamente, in diverse discipline sportive ci sono stati due fratelli nella stessa squadra con risultati eclatanti contrapposti a clamorosi fallimenti. Ma ¨¨ la prima volta nel motociclismo che due fratelli corrono insieme nella stessa squadra ufficiale di una grande casa e sar¨¤ questo, al di l¨¤ delle diverse esperienze, della diversa caratura e del diverso palmares di Marc e Alex, il leitmotiv della prossima stagione agonistica che di fatto si apre oggi con i due giorni di test al ¡°Ricardo Tormo¡± di Valencia. Fra le pi¨´ significative coppie di fratelli centauri vanno annoverati fra gli italiani i Ghersi, i Frigerio, i Milani, i Brambilla, i Villa, i Lazzarini, gli Agostini, i De Angelis e oggi Valentino Rossi e Luca Marini e fra gli ¡°stranieri¡± i Surtees, i Rodriguez, i Takahashi, i Nieto, i Roberts, i Sarron, gli Haslam, i Checa, i Bostrom, i Lowes, i Laverty ecc. fino ad Aleix e Pol Espargaro e ai gemellini turchi Can e Deniz Oncu. Qui accenniamo a tre storie di tre epoche diverse riguardanti tre cognomi importanti nel motociclismo: Ghersi, Surtees, Agostini.
pietro e mario ghersi
¡ª ?I genovesi Pietro e Mario Ghersi nati alla fine dell¡¯800, a cavallo degli Anni 20 e 30 sono fra i piloti italiani pi¨´ conosciuti e vincenti anche a livello internazionale sia in moto ma anche in auto nell¡¯epopea caratterizzata dagli indimenticabili duelli fra Nuvolari e Varzi. Entrambi collezionano successi a ripetizione in sella a Guzzi, Cotton, Sumbeam e pi¨´ volte sul podio in gare prestigiose quali il Tourist Trophy dell¡¯Isola di Man (memorabile la corsa di Pietro al Mountain Circuit del 1926), il Circuito del Lario, il GP di Germania e il GP delle Nazioni. In particolare, dal 1927, Pietro Ghersi divenne anche pilota sulle quattro ruote vincendo la 24 Ore di Spa nel 1930 sull¡¯Alfa Romeo 6C 1750 GS (2.464 km per lo pi¨´ sotto il diluvio, alla media oraria di 109 km/h) con piazzamenti significati alle Mille Miglia e alla Targa Florio con le Alfa Romeo 8C-2300 della Scuderia Ferrari. Nella prima met¨¤ degli Anni 30 Ferrari partecipa con una sua squadra corse sia in auto (Alfa Romeo) che in moto (Rudge e Norton 350 e 500 e Benelli 175 e 250). Proprio nella neonata scuderia del Cavallino (chiuder¨¤ alla fine del 1934 con tre titoli italiani e 46 vittorie di cui pi¨´ di 30 a livello internazionale), insieme a Piero Taruffi e a Giordano Aldrighetti e a Pigorini, Sandri, Fagnani, Susini, corrono i fratelli Ghersi. In particolare Mario, con la squadra modenese vince sui circuiti di Alessandria, Torino, Pontedera, secondo a Lugo e stabilisce pole e record in quantit¨¤.
john e norman surtees
¡ª ?Proprio negli anni delle gesta agonistiche dei fratelli liguri Pietro e Mario Ghersi nasceva (11 febbraio 1934) in Inghilterra, a Catford, John Surtees che diventer¨¤ poi ¡°Big John¡±, il ¡°figlio del vento¡±. Un gentleman, pilota dei record imbattibili, un nome indelebile nel firmamento del Motorsport, l¡¯unico ad aver conquistato il titolo iridato sia nel Motomondiale (MV Agusta) che in Formula uno (Ferrari) vincendo anche il campionato americano CanAm. Una vita intensissima, quella di John, dedicata alla passione delle corse (pilota eccelso ed eclettico, tecnico sopraffino, costruttore coraggioso e geniale), costellata di giornate radiose e di drammi, come quella della morte del figlio Henry per un incidente in gara nel 2009 in Formula 2 a Brands Hatch. In questo caso, pi¨´ che parlare di fratelli, occorre parlare di una intera famiglia. Cosa poteva fare John, nato in una famiglia di corridori, il taciturno padre Jack sidecarista, la madre ¡°dragonessa¡± Dorothy impavida sulla ¡°ciabatta¡± del traballante bicilindrico Bmw 3 ruote, il fratello Norman buon fantino nelle 125 e anche co¨¦quipier (mancato) di John? A 17 anni, nel 1951, il debutto a Thruxton con una Vincent Hrd 500, poi la dura gavetta con una Norton privata, quindi il primo exploit iridato all¡¯Ulster, con la Nsu ¡°Sportmax¡± 250. Nel ¡®55 il ritorno da ¡°ufficiale¡±, castigamatti, alla Norton: 88 corse 77 vittorie, 8 volte secondo, 2 volte terzo! Da l¨¬, 21enne, il 19 ottobre 1955, su un tappeto di velluto (e di sterline) steso dal Conte Domenico Agusta, il gran salto quale primo pilota nello squadrone di Cascina Costa, degno erede del grande compianto Leslie Graham. Il resto ¨¨ noto. Meno noto che il fratello Norman cercasse di emularlo, ma invano.
giacomo e felice agostini
¡ª ?Chiudiamo con il 15 volte campione del Mondo Giacomo Agostini (classe 1942), primogenito di quattro fratelli: Gabriele, Mauro e Felice, l¡¯unico che cerc¨° di emulare le gesta del grande ma ingombrante Mino, diventato nel mondo il mitico ¡°Ago¡±. Senza addentrarsi nelle spirali di arzigogolate analisi sociologiche, la questione pu¨° essere sintetizzata cos¨¬: Felice ci ha provato ma non ce l¡¯ha fatta. Un bravo ragazzo, un buon pilota, sempre con mezzi straordinari (moto, team, sponsor, soldi) impensabili per altri colleghi, sotto l¡¯ala protettiva di Giacomo, il fratello da cui ha avuto tanto in positivo anche sul piano dell¡¯esperienza ma subendone anche il ¡°peso¡± e mai togliendosi di dosso la classica dicitura: ¡°? il fratello di ..¡±, come fosse un marchio-zavorra. Felicino ¨¨ stato un vincente a livello nazionale nel motocross e poi anche nella velocit¨¤ tricolore, nel ¡®74, tra gli juniores con la Italjet 125. Quindi tra i senior e poi nel Mondiale con Mino che prima gli ha tirato la volata ¨C non senza critiche nell¡¯ambiente e fra i tifosi - poi, forse per i risultati che non arrivavano o forse per i rischi che allora comportavano le corse, con una opera di dissuasione, lo ha convinto a cambiare ruolo, da corridore a coadiuvatore nel management del suo Team. Senza rimpianti. Per nessuno. Adesso tocca, in tutt¡¯altra epoca e in tutt¡¯altro contesto, ai fratelli Marquez.
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