Il 1990 vede lĄŻuscita della Cagiva Mito 125, attesa dai sedicenni ma non solo. Questa cilindrata rappresentava un trampolino per le evoluzioni sulle moto di cilindrata maggiore: ecco la storia dellĄŻiconica ottavo di litro italiana
? il 1990 e gi¨¤ da qualche anno i costruttori si danno battaglia sul mercato ed in pista in unĄŻaffollatissimo campionato 125 SP con le loro ottavo di litro. Tutto si gioca sul filo delle prestazioni e dellĄŻinnovazione tecnica, che comincia ad essere anche piuttosto spinta. In questo clima, a maggio di quellĄŻanno, durante il GP delle Nazioni di Misano, Cagiva presenta la sua nuova Mito 125.
CAGIVA MITO 125: IL CONTESTO
ĄŞ ?CĄŻ¨¨ molta attesa per questa moto e non solo fra i sedicenni, come era logico aspettarsi. Le sorti di molte case costruttrici si reggono sulle vendite di queste moto e vincere un campionato SP ¨¨ anche garanzia di successo commerciale. Si investe tanto su questi progetti, al punto che molte soluzioni tecniche vengono presentate in anteprima sulle 125 e solo in seguito proposte a quelle di cilindrata pi¨´ elevata. LĄŻanno successivo poi, alla corte dei fratelli Castiglioni arriver¨¤ Eddie Lawson, che porter¨¤ al primo successo in gara la 500 GP. Finalmente quindi, la nuova Cagiva Mito si presenta senza veli, agli occhi del mondo! La casa varesina spiazza tutti; nessuno si aspettava una moto nuda, considerata pure lĄŻabbondante carenatura della moto che lĄŻaveva preceduta e lĄŻimpiego in pista al quale sar¨¤ destinata. I fratelli Castiglioni per¨° tranquillizzano tutti ed annunciano che di l¨Ź a poco sar¨¤ disponibile anche la versione carenata, che arriver¨¤ puntuale ad infiammare il cuore degli appassionati.
CAGIVA MITO 125: LA MOTO
ĄŞ ?Un problema di natura tecnico-commerciale ha ritardato la consegna delle carenature ma, fedele al suo credo secondo cui le moto dovevano essere belle da vedere anche senza carenatura, il centro stile di Massimo Tamburini disegna per mano di Sergio Rubbiano una moto filante, aggressiva, equilibrata nei volumi e addirittura sfacciata nel mostrare lo stupendo telaio in alluminio e la sinuosa espansione di scarico, sotto un motore che sembra ancor pi¨´ compatto di quel che ¨¨ in realt¨¤. Un ridottissimo parafango anteriore mette in mostra lĄŻenorme disco frenante, mentre la completa assenza di qualsiasi riparo aerodinamico fa svettare il doppio faro anteriore, elevandolo ad elemento di design, in grande anticipo sui tempi. Gi¨¤ in autunno per¨° arriva la carenatura a fasciare la meccanica della Mito e a creare in pratica una copia della stupenda Cagiva C590 impegnata nel Motomondiale. Viene anche offerta la possibilit¨¤ di carenare la propria Mito nuda ai primi clienti, grazie ad un apposito kit. DallĄŻanno successivo in poi sar¨¤ commercializzata la sola versione Ą°vestitaĄą.
CAGIVA MITO 125: LA PROGENITRICE
ĄŞ ?La moto che si va a sostituire ¨¨ la Cagiva Freccia, declinata e sviluppata fino ad allora in tre versioni: C9, C10 ed infine la C12, che introduce lĄŻinnovativo cambio a sette marce. Novit¨¤ tecnica utile per gestire motori con curve di coppia disponibili sempre molto in alto e offerta anche in una versione appositamente dedicata ai piloti privati che vogliano schierarsi nel campionato Sport Production 125 dove la Cagiva Freccia si fa valere. Il regolamento ¨¨ abbastanza chiaro: sono ammesse moto di serie, che possono essere modificate esclusivamente nello scarico e nella taratura delle sospensioni; cos¨Ź se il mono ammortizzatore posteriore pu¨° essere sostituito, tutto il resto deve rimanere di serie e quindi essenziale partire da unĄŻottima base! Anche la carenatura deve rispettare forme e dimensioni di quella originale, mentre in seguito si dar¨¤ la possibilit¨¤ di mettere mano al motore ma solo con modifiche relative alla messa a punto generale; cilindrata e carburatore da 28mm devono essere uguali per tutti. Logico attendersi quindi qualcosa di molto innovativo, vista anche la somiglianza che la Freccia aveva con la Paso 750 (allĄŻepoca Ducati era di propriet¨¤ Cagiva) e lĄŻimpegno nel Motomondiale della casa varesina con la C 591, condotta in gara da piloti come il funambolico Mamola, il giovane Barros ed il mago del bagnato Haslam. LĄŻanno successivo poi arriver¨¤ nientemeno che Eddie Lawson, che porter¨¤ al primo successo in gara la 500 GP e a cui saranno dedicate ben due Cagiva Mito, repliche della sua moto. La stessa operazione si far¨¤ pi¨´ avanti nel 1993, quando sar¨¤ la volta della Mito Kocinski.
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CAGIVA MITO 125: IL SUCCESSO
ĄŞ ?Vince in pista e convince sul mercato la rossa varesina, in realt¨¤ disponibile anche in un particolarissimo verde acqua e successivamente in nero, ed in alcune serie limitate oggi oggetto di culto come la Denim e la Lucky Strike, o nelle versioni SP che riprendono via, via le livree della 500 GP o degli sponsor, fino ad arrivare a diventare una Ducati 916 in miniatura, con lĄŻavvento della terza serie nel 1994.
CAGIVA MITO 125: LE PRESTAZIONI
ĄŞ ?Su strada la moto ¨¨ agile e velocissima, forte del suo peso ridotto in soli 129 kg e della ciclistica dominata da un telaio in alluminio che non sfigurerebbe su moto di cilindrata molto pi¨´ elevata. Sospensioni, forcella e freni sembrano presi da una moto da corsa, cos¨Ź come la posizione in sella con le ginocchia in alto ed il busto caricato in avanti. Le prestazioni assolute sono eccezionali: il monocilindrico raffreddato a liquido di 125 cc e cambio a sette marce eroga 31 Cv, che spingono la moto a ben 165 km/h, mentre al suo massimo sviluppo la terza serie della Mito far¨¤ registrare ben 33 Cv e 175 km/h. I parcheggi delle scuole ed i sogni dei sedicenni si popolano presto di queste moto che infiammano le discussioni dei giovani motociclisti. Il forcellone posteriore asimmetrico, la gomma posteriore da 150, lĄŻenorme disco freno anteriore da 320 mm e soprattutto la splendida linea che rimanda alla 500 impiegata nel mondiale GP sono dettagli che fanno la differenza anche fra la nutrita e qualificatissima concorrenza dellĄŻepoca.
CAGIVA MITO 125: NELLE CORSE
ĄŞ ?La Mito scende subito in pista, presentandosi come una delle moto da battere nei campionati Sport Production, per poi consolidare presto la sua leadership vincendo varie edizioni della combattutissima Kermesse che vede griglie di partenza affollatissime, al punto che gli organizzatori devono suddividere il campionato in varie zone geografiche organizzando selettive e finali. La Mito ¨¨ la palestra ideale per i futuri piloti, molti dei quali daranno inizio ad una splendida carriera. Campioni come Bulega, Bellei, Giugovaz, Zerbo e Rossi, che vincer¨¤ il campionato SP proprio su una mito nel 1994. La corsa alle prestazioni delle 125 cc vedr¨¤ un escalation di potenza e velocit¨¤ massima che termineranno solo nel 1996, quando il legislatore si vedr¨¤ costretto ad intervenire limitando a 15 Cv la potenza massima e arrestando un fenomeno che sembra non conoscere pi¨´ limiti. Si chiude cos¨Ź unĄŻepoca che ha visto Cagiva contribuire a far nascereĄ il Mito!
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