Oggi alle 16 la presentazione della nuova Desmosedici per la MotoGP 2021: ne ripercorriamo la storia, dagli inizi del 1926 allo storico titolo Piloti con Stoner all¡¯ultimo Mondiale Costruttori vinto nel 2020
C¡¯¨¨ grande attesa per la presentazione del Team ufficiale Ducati MotoGP di marted¨¬ 9 febbraio dalle ore 16 (live anche sul nostro sito gazzetta.it), un evento in cui si tolgono i veli ai nuovi bolidi e si presentano i nuovi piloti ufficiali del Mondiale in arrivo: il 26enne australiano Jack Miller e il 24enne torinese Francesco Bagnaia.
sempre in alto
¡ª ?La Casa di Borgo Panigale, dopo l¡¯unico Mondiale Piloti vinto in MotoGP con Casey Stoner nel 2007 e dopo i piazzamenti di Andrea Dovizioso (tre secondi posti nel 2017, 2018, 2019 e il quarto posto nel 2020 quando ha per¨° vinto il titolo Costruttori) non pu¨° permettersi una stagione di transizione: deve battersi per il titolo con il mastino Miller (99 GP in MotoGP, 1 vittoria, 10 podi) e con l¡¯ex iridato Moto 2 Bagnaia (29 gare in MotoGP, miglior risultato il 2¡ã posto a Misano il 13 settembre 2020). ? la stessa MotoGP che non pu¨° permettersi una Ducati non competitiva.
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iconica
¡ª ?Ducati, senza nulla togliere alla significativa presenza dell¡¯Aprilia, in pista ¨¨ la ¡°rossa¡± emblema del Made in Italy, come ¡ª facendo le dovute proporzioni ¡ª ¨¨ la Ferrari in Formula 1. Quando la Casa di Borgo Panigale ti affida la moto, ¡°pretende¡± dal pilota totale dedizione, un po¡¯ come avviene appunto per la Ferrari. ? un fatto che, a parte Stoner, tutti gli altri hanno faticato a trovare il giusto feeling con i bolidi rossi e con i vertici della squadra e dell¡¯azienda. Dalla presentazione del 9 febbraio non pu¨° non emergere, oltre alla coesione e all¡¯unit¨¤ della squadra corse e alle qualit¨¤ tecniche dei nuovi bolidi e al valore dei piloti, quel particolare significato, quel qualcosa di speciale che rappresenta Ducati: orgoglio italiano nel motociclismo come in passato sono stati Guzzi, Gilera, Mondial, MV Agusta, Benelli, Bianchi, Morini, Garelli, Morbidelli, Aprilia.
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le origini
¡ª ?Gi¨¤, Ducati, una storia lunga e articolata cominciata 95 anni fa quando nel 1926 l¡¯ingegnere emiliano Antonio Cavalieri Ducati fond¨° l¡¯azienda specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Bombardata e distrutta nell¡¯ottobre del 1944, dopo la Seconda Guerra Mondiale la Ducati gi¨¤ nel 1946 allarga le sue sezioni radio e ottica entrando nel settore motociclistico con il Cucciolo 48 cc. Da allora ¨¨ tutto un intreccio di cambi di propriet¨¤ e di aziende specializzate in vari settori. Qui interessa accennare al motociclismo, alla sua componente agonistica da cui si evince l¡¯importanza della Ducati nelle corse a livello nazionale e internazionale. Oggi Ducati significa MotoGP e Superbike ma la Casa di Borgo Panigale ¨¨ stata grande protagonista, specie nel decennio 1950-1960, nelle mitiche corse di gran fondo (Milano-Taranto 1.400 km in tappa unica e Giro d¡¯Italia oltre 3.000 km a tappe) e in quelle riservate a ¡°juniores¡± e ¡°cadetti¡± nelle classi 100, 125, 175: manifestazioni e gare di grande valenza agonistica, tecnica e sociale con una straordinaria partecipazione di moto, corridori e pubblico.
evoluzione
¡ª ?Dalla base di quelle motociclette Ducati ¡°sport¡± ¨C frutto della genialit¨¤ dell¡¯ingegnere Fabio Taglioni - derivarono le normali stradali e poi i bolidi Grand Prix a distribuzione desmodromica, tutt¡¯ora vanto della tecnologia di Borgo Panigale. La prima vera moto da corsa Ducati ¨¨ il monoalbero di 100 cc del 1955 preparato per il Motogiro, la Milano Taranto, i campionati juniores e cadetti. Quella moto 100 cc passer¨¤ alla storia con il nome di ¡°Marianna¡± e in quel periodo vincer¨¤ tutto, ovunque, passando dagli iniziali 9 Cv a 9000 giri e 130 Km/h di velocit¨¤ fino (con la versione bialbero) ai 16 Cv a 11.500 giri oltre 160 Km/h. Nel Motogiro 1955 Ducati fa cappotto: i primi dieci posti nella 125 sono occupati dai piloti in sella alla ¡°Marianna¡±. L¡¯anno dopo, Maoggi e Marenghi sulle piccole 125 bolognesi sono primi e secondi assoluti del Giro d¡¯Italia battendo anche le moto di 250 e 500 cc.
la svolta
¡ª ?Nello stesso anno l¡¯ingegner Taglioni, assunto nel 1954, perfeziona il suo sistema desmodromico di richiamo delle valvole (in sintesi: senza il vincolo delle molle si raggiungevano regimi di rotazione pi¨´ elevati e quindi maggiori velocit¨¤) ¨C il Desmo diventer¨¤ il simbolo di tutti i motori Ducati ¡ª consentendo alla Casa bolognese di partecipare anche al Motomondiale 125 con il monocilindrico 4 tempi da oltre 17 Cv a 12.500 giri sui 180 Km/h con la prima vittoria al GP di Svezia dove Alberto Gandossi batte gli squadroni della MV Agusta, Gilera, Mondial, MZ. La nuova Ducati 125 desmo vince sei delle dieci gare iridate del 1958. La moto viene sviluppata e nel 1958-59 ¨¨ la miglior 125 Grand Prix nel mondo: quasi 20 Cv a 13.000 giri e 180 Km/h con carenatura parziale: trionfa nel tricolore seniores, seconda, terza e quarta al TT, seconda e quarta ad Assen , trionfa a Spa con Gandossi a 159,422 km/h di media, con il bis in Svezia (dopo la sfortuna al Nurburgring), e il tris finale a Monza con cinque Ducati ai primi cinque posti con Spaggiari, Gandossi, Villa (con la nuova bicilindrica), Chadwich, Taveri. ¡°Il motore ¨C ricorda Bruno Spaggiari ¨C tirava come niente fosse fino a 14.000, 15.000 giri e oltre, un missile¡±. Senza la jella dell¡¯Ulster con Gandossi a terra quando viaggiava solitario in testa, la Ducati avrebbe vinto quel Mondiale. Peggio ancora nel ¡¯59, tanta sfortuna e una sola vittoria, all¡¯Ulster con... Mike Hailwood, corridore poi 9 volte iridato, nato in Ducati. Con quella moto, nel 1961 Farn¨¨ vinse a Modena, Cesenatico e Imola battendo la MZ monocilindrica 2 tempi di Degner e le Honda bicilindriche 4 tempi di Phillis e Redman.
arrivederci
¡ª ?In quegli anni Ducati si cimenta anche nella 250 con la bicilindrica desmodromica (38 Cv, 11.500 giri, oltre 220 Km/h) dove nel 1960 ancora con Hailwood ottiene piazzamenti nel Mondiale e con Alberto Pagani gira a Monza a oltre 175 Km/h di media. La 125 desmo monocilindrica resta il cavallo di battaglia Ducati di quell¡¯epoca, poi abbandonata perch¨¦ dal 1959-60 a Borgo Panigale c¡¯¨¨ il disimpegno ufficiale dalle competizioni. Dal 1961 al 1964 ¨¨ Bruno Spaggiari a riportare in pista nella Mototemporada, con risultati lusinghieri, le Ducati ¡°mono¡± 250 e 350. Lo stesso Spaggiari che nella prima mitica 200 Miglia di Imola del 1972, l¡¯antesignana della SBK, giunge secondo in volata dietro al compagno di squadra perch¨¦ la sua Ducatona 750 grigia derivata dalla 750 GT di serie del 1971 finisce la benzina a 500 metri dal traguardo.
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trionfi
¡ª ?Nel 1978, dieci anni dopo l¡¯addio alle corse, Mike Hailwood torna in pista trionfando al TT con una Ducati SS900. Per la Casa bolognese ¨¨ l¡¯apoteosi mondiale, un trionfo che dalla pista si espande nei mercati. Nel 1985 Ducati ¨¨ rilevata da Claudio e Gianfranco Castiglioni entrando nel Gruppo Cagiva: inizia l¡¯avventura con le vittorie nella SBK, il mondiale delle derivate di serie partito nel 1988. Due anni dopo, nel 1990, ecco con la 851 il primo mondiale SBK con Raymond Roche. Nel 1994 Carl Fogarty porta al trionfo iridato la 916 derivata dal modello di serie definita la ¡°Moto dell¡¯anno¡±. Ancora Fogarty (quarto titolo!) nel WSBK del 1999, quindi nel 2001 tocca a Troy Bayliss che nel 2008 con la 1098F08 fa suo il terzo mondiale: 13¡ã titolo del Mondiale Piloti e 15¡ã titolo Mondiale Costruttori vinti da Ducati nel WSBK! Titoli che saliranno ancora, ma questo ¨¨ gi¨¤ cronaca. Sia per la SBK che per la MotoGP. Aspettando il ritorno della ¡°Rossa¡± davanti a tutti.
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