Mai la rossa di Borgo Panigale in MotoGP aveva iniziato un campionato con due guide nuove. La storia di chi l¡¯ha gi¨¤ fatto farebbe pensare a una stagione di apprendimento
Due piloti nuovi in un colpo solo: da quando nel 2003 ha esordito in MotoGP, mai il team ufficiale Ducati si era avvalso di una mossa cos¨¬ rivoluzionaria. Quando non confermava entrambi, infatti, era solito rimpiazzarne uno solo, per garantire in met¨¤ box una sorta di continuit¨¤. Quest¡¯anno invece la Casa di Borgo Panigale sar¨¤ rappresentata dai nuovi arrivi Jack Miller e Pecco Bagnaia, entrambi provenienti dal team Pramac.
Lo strappo con Dovi
¡ª ?Dopo 8 stagioni insieme, impreziosite da 14 vittorie, 40 podi e tre ¡°titoli¡± consecutivi di vicecampione del mondo (2017, 2018 e 2019), si ¨¨ interrotto il rapporto che sembrava indissolubile con Andrea Dovizioso. Lo strappo si ¨¨ consumato in estate e a Ferragosto Simone Battistella, il suo manager, ha comunicato alla dirigenza Ducati l¡¯intenzione di non continuare la relazione. Lo stesso ¨¨ accaduto con Danilo Petrucci, costretto a guardarsi in giro dopo 2 annate con grossi lampi (le vittorie al Mugello nel 2019 e in Francia nel 2020) e molti momenti bui, in particolare l¡¯ultima stagione, chiusa al 12¡ã posto con appena 78 punti.
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Le big
¡ª ?L¡¯eccezionalit¨¤ di questa scelta ¨¨ confermata da quanto fatto nello stesso arco di tempo dai due costruttori che hanno quasi monopolizzato la MotoGP, fin dalla sua nascita nel 2002: la Honda, vincitrice in questo intervallo di tempo di 10 titoli piloti e 12 costruttori, e la Yamaha, impostasi 7 volte tra i piloti e 5 nel marche, non hanno infatti mai sostituito entrambi i piloti nella stessa stagione. Inoltre, i due colossi nipponici hanno sempre privilegiato rapporti di lunga durata: Valentino Rossi ha totalizzato 15 stagioni e Jorge Lorenzo 9 con la Casa di Iwata, Dani Pedrosa 13 e Marc Marquez 8 (9 con quella che sta per partire) guidando le moto factory dell¡¯ala dorata.
I casi Suzuki e Aprilia
¡ª ?I soli altri team ufficiali ad aver sostituito ambedue i piloti in contemporanea sono Suzuki e Aprilia, sempre nell¡¯inverno dal 2016 al 2017: la Casa di Hamamatsu perse Maverick Vi?ales, ingolosito dall¡¯offerta Yamaha dopo aver vinto un GP e conquistato 4 podi, e lasci¨° libero Aleix Espargaro, colpevole di non aver ottenuto nemmeno un podio. Al loro posto arrivarono Andrea Iannone e Alex Rins che finirono al 13¡ã e al 16¡ã posto, anche se lo spagnolo ebbe l¡¯attenuante dei 5 GP saltati per la frattura a ulna e radio del braccio sinistro. Il bottino complessivo di punti si dimezz¨°, passando da 208 a 100 punti. In quello stesso anno in Aprilia arrivarono proprio Aleix Espargaro e Sam Lowes, reduce dal 5¡ã posto con 2 vittorie in Moto2 sempre con il team Gresini. Espargaro fin¨¬ in classifica davanti a Rins con 62 punti mentre il britannico totalizz¨° pi¨´ ritiri (8) che punti (5). Decisamente meglio avevano fatto nel 2016 i loro predecessori: 82 punti per Alvaro Bautista e 63 Stefan Bradl, rispettivamente 12¡ã e 16¡ã nella classifica finale. Nella classifica a squadre Aprilia scivol¨° cos¨¬ dal 7¡ã posto, grazie a 145 punti, al 12¡ã nonch¨¦ ultimo, con appena 67, dietro addirittura ad Avintia.
Apprendimento?
¡ª ?Tutto ci¨° lascerebbe presagire una stagione di apprendimento per Ducati, per raccoglierne i frutti in termini di classifica nel 2022. D¡¯altro canto la provenienza di Miller e Bagnaia dal team Pramac in cui hanno totalizzato in tutto 5 annate (3 l¡¯australiano) sembrerebbe ridurre i tempi di apprendistato. Specie per Miller che ha gi¨¤ alle spalle 99 GP in MotoGP conditi da una vittoria e 10 podi (4 l¡¯anno scorso). Il torinese invece nella classe regina ha corso solo 29 volte, ottenendo come miglior risultato il 2¡ã posto di settembre a Misano, ma parliamo pur sempre di un campione del mondo della Moto2.
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